giovedì 29 marzo 2012
Proposta per il governo mondiale con una democrazia bioregionale diretta
Proposta: “La strada non è il governissimo dei partiti. La strada è la democrazia diretta. Il sistema delle rappresentanze parlamentari partitiche ha fallito, ognuno deve essere rappresentante dello Stato. Le decisioni per la comunità debbono essere prese in comunità, in modo democratico diretto, e non da “delegati”. Come in un cerchio di condivisione bioregionale si esamina e si discute il “bonum” (collettivo) e si prende una decisione condivisa (rispondente) così dovrebbe funzionare il “governo” (nel senso antico di alimentazione comune). Ovviamente gli interessi parziali e partigiani dovranno scomparire (adattandosi al bene collettivo). Tutti i cittadini di uno stato comunitario debbono sentirsi compartecipi e componenti del governo. Partendo dal più piccolo nucleo comunitario sino al governo mondiale"
Paolo D'Arpini
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Commento di Andras Kocsis: Caro Paolo, io abito vicinissimo di uno Stato che non si può certo definire come "anti-democratico"! Alludo la Confederazione Helvetica. In questo piccolo gioiello della Democrazia (vera) prima di tutto c'è una Costituzione Aperta ed anche i referendum popolari sono diversi. Non sono "abrogativi", bensi "propositivi". L'ultima chicchetta era il referendum di avere più vacanze, al quale, quattro popoli diversissimi (Tedeschi, Francesi, Italani e Ladini) unanimamente hanno risposto: "No". Secondo Te (volendo) non si potrebbe studiare, imitare, adattare meccanismi politici (Democratici) di questo Stato che da 1680 (circa) non ha più una Guerra, funziona alla meraviglia nonostante che le tasse anche oltre frontiere esistono?
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Commento di Gregorio Asero: "...in parte dissento : Che cosa è la DEMOCRAZIA. E' un sistema di governo dove colui o chi ottiene il maggior numero di consensi popolari ha diritto a gestire la cosa pubblica. Siamo sicuri che “ il maggior numero di consensi popolari”risp...ecchi la reale volontà delle persone che la compongono?
Io dico di no, perché il voto del singolo elettore deposto nell’urna è il frutto del condizionamento di chi vuole essere eletto e che riesce a influire sulla volontà dell’elettore.
I condizionamenti evidentemente sono tanti e non necessariamente tutti negativi (ricatti, tangenti, promesse di posti di lavoro, promesse di sviluppo sociale e di una vita migliore e in genere tutte quello che l’elettore vuole sentirsi dire).
Avete mai sentito affermare da un politico che se eletto s’impegnerà a fare del proprio peggio? Allora se tutti vogliono il nostro bene, perché non si uniscono destra e sinistra allo scopo di lavorare insieme per il bene comune? La risposta è che entrambi gli schieramenti non vogliono il bene del paese ma bramano solo il bene personale e quello dei più stretti adulatori. In una società complessa e industrializzata come la nostra, bisognerebbe superare, andare oltre il concetto di democrazia. Penso che per gestire la cosa pubblica l’idea di partito e di politici debba essere superata.
Vi sembra logico che il rappresentante di un determinato partito politico guadagni più della media delle persone che rappresenta? Com’è possibile che il rappresentante di un partito, per esempio di operai che percepiscono uno stipendio di mille euro mensili, possa guadagnarne cinque o seimila, sempre mensili? Così si perde il senso della realtà delle persone che si ha la presunzione di rappresentare. Ve lo immaginate, per assurdo, un operaio da mille euro il mese che rappresenta la Confindustria? E, per contro, un industriale da cinquecentomila euro che perora la causa degli operai? Allora? Allora bisogna che i partiti politici si facciano da parte, che diventino, che so, associazioni culturali o ludiche o quello che accidenti vogliono, purché lascino la gestione della cosa pubblica ad altri soggetti.
Ed ecco allora cosa propongo: il pubblico, dovrebbe essere gestito da …………. Si può dire…una specie di eunuco mentale, libero dalla sete di potere, di denaro e da ogni condizionamento. Questi nuovi soggetti dovrebbero essere immuni dalla sete di pecunia perché la società tutta s’incaricherebbe di mantenerli e quando avessero finito il loro lavoro, si potrebbero godere il meritato compenso in base ai risultati ottenuti durante la loro attività. Per fare un esempio direi una società tipo quella delle formiche o delle api, dove il lavoro di ogni individuo deve essere un contributo offerto a una totalità e diventa parte imperitura di questa totalità. La totalità delle vite umane passate e presenti forma un mosaico esistente da millenni che diventa sempre più elaborato e complesso man mano che la razza umana incede in questo mondo. La vita di un individuo non è altro che un minuscolo tassello del mosaico, quindi ben poca cosa rispetto alla totalità del quadro. La grandezza di alcuni uomini e di conseguenza la loro immortalità, rispetto ad altri sta nella grandezza del tassello che riescono a comporre in questo mosaico, ma bisogna anche considerare grande il piccolo tassello lasciato da miliardi d’individui che hanno contribuito con la loro umiltà a rendere grande l’umanità.
Purtroppo però esiste anche la grandezza di alcuni uomini (e di conseguenza la loro immortalità) proporzionata alla loro devastante negatività in grado di distruggere o perlomeno provocare lacerazioni molto violente nel corso di una vita sola (la loro) nel mosaico che molti uomini hanno costruito in tante vite. Mi riferisco a tutte quelle persone che purtroppo hanno avuto a disposizione mezzi tali da condizionare il corso dell’umanità. Mezzi usati come clave contro la nostra civiltà in grado di provocare danni a volte irreparabili o che hanno richiesto e richiedono molto, ma molto tempo per potervi rimediare, con la conseguenza di rallentare il corso civile della società. Questi personaggi si conoscono, sono i governanti che hanno avuto in mano lo scettro del potere e l’hanno usato solo per scopi personali e per soddisfare la loro bramosia di onnipotenza .
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Rispostina di Paolo D'Arpini: La democrazia diretta evocata nella proposta è un modo per superare tutti problemi da te qui descritti... occorre un nuovo paradigma democratico non più basato su "maggioranza e minoranza" ma su scelte logiche che tengano conto dei diversi fattori vitali, non solo quelli economici... Ovviamente il discorso è ancora tutto da sviluppare.. Comunque non si parla nè di consociativismo nè di assemblearismo.. Forse l'esempio più vicino alla Democrazia Diretta è il sistema aristocratico/plebeo della Repubblica Romana, con il suo Foro di discussione popolare, che funzionò... Poi alla fine prevalse il sistema dei satrapi orientali e cioè l'Impero...
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