Si è fatto un gran rumore mediatico in questa ultima settimana sul cosiddetto Vertice di Copenaghen, la città nella quale si sono incontrati i governanti di tutto il mondo per mettersi d’accordo sul come salvare la terra dall’aggressione dell’uomo. Direte.. una bella impresa davvero!
Come noto l’equilibrio terreste rischia di saltare a causa dell’uso scriteriato che fanno i vari popoli della terra della natura e delle risorse a disposizione.
Ogni anno il pianeta soffre di un surriscaldamento costante che genera gravi effetti negativi sulla vita animale e vegetale, tali da minacciare la stessa vita del pianeta.
A Copenaghen si è cercato di discutere di questo e di studiare quali misure bisogna mettere in campo per scongiurare questo pericolo e soprattutto con quali finanziamenti farvi fronte.
I paesi capitalisti del mondo occidentale sostengono che tutti i paesi debbono parteciparvi in proporzione alla loro estensione ed importanza perché ognuno è responsabile delle emissioni che inquinano l’atmosfera terrestre, la Cina, la Russia, il Brasile e gli altri paesi in via di sviluppo sostengono invece che essi debbono essere aiutati dai paesi occidentali perché sono loro che hanno inquinato fin ad oggi e che non è giusto che ora i maggiori oneri debbano essere sostenuti con pari sforzo, sia pure nel rispetto della dovuta proporzionalità.
L’impasse è determinato ancor di più dal fatto che gli Stati Uniti sono legati a doppio filo con la Cina perché il grande paese asiatico è creditore dello stato americano in quanto possessore di una grande quantità di titoli emessi dagli USA, e perché i cinesi non vogliono sottostare a controlli nel loro territorio.
Così questi vertici sono diventati una sceneggiata che non serve a nulla. Infatti quello di Copenaghen si è chiuso con una generica promessa di riduzione dei gas inquinanti, senza vincolo alcuno e con la promessa di rivedersi tra sei mesi.
Campa cavallo che l’erba cresce e speriamo che le condizioni della atmosfera terreste consentano all’erba di crescere ancora!
Ora cerchiano di capire perché
2. Alcuni extracomunitari hanno scelto lo sciopero della fame per ottenere il rilascio dei permessi loro dovuti per legge.
La legge Bossi-Fini sugli extracomunitari prevede che gli straneri che lavorano in Italia hanno diritto al rinnovo dei permessi di lavoro che deve essere loro rilasciato entro venti giorni dalla richiesta.
A sentire i leghisti con questa legge il Governo italiano avrebbe finalmente risolto il problema dei clandestini garantendo a chi ha un lavoro di rimanere in Italia alla luce del sole in tutta legalità.
Di fatto accade che, una volta fatta a domanda, poiché le Questure non sono adeguatamente attrezzate per far fronte alle domande di rinnovo, gli interessati debbano attendere in media circa un anno e mezzo. Questo comportamento illegale dello stato italiano genera altra illegalità, infatti coloro che attendono il rinnovo, non avendo nemmeno un titolo provvisorio, ma solo la ricevuta della domanda che non ha alcun valore legale ridiventano clandestini e come tali debbono tornare ad aver paura, soprattutto perché se perdono il lavoro non possono trovarne un altro essendo sprovvisti di permesso di soggiorno. Così i clandestini aumentano continuamente, andandosi ad aggiungere a coloro che sbarcano di giorno in giorno.
A che serve la legge Bossi-Fini se poi non ci sono le strutture per poterla applicare? Serve solo a tranquillizzare l’opinione pubblica piccolo borghese spaventata dalla campagna mediatica contro i pericoli che possono derivare dagli extracomunitari orchestrata dagli stessi partititi di cui fanno parte Bossi e Fini, in danno degli extracomunitari stessi e di tutta la collettività italiana che ne ha bisogno.
Questa non è politica, ma solo demagogia. Intanto gli extracomunitari digiunano nell’indifferenza generale chiedendo il rispetto della legge con una protesta non violenta, contro la violenza dello stato italiano.
All’inizio nel secolo scorso trattamenti di questo genere venivano riservati agli emigranti italiani negli Stati Uniti. Tutto il mondo civile dice che si trattò di una grave macchia della civiltà americana.
E quello che accade oggi da noi, come dovrebbe essere classificato?
Ora cerchiamo di capire
3. come i mass media ci ingannano quotidianamente.
È fresca la notizia che la Guardia di Finanza ha “recuperato” 30 milioni di evasione fiscale. Almeno così giornali, telegiornali e radiogiornali hanno presentato la notizia.
Vediamo ora come stanno realmente le cose. La Guardia di finanza ha contestato agli interessati una presunta evasione di 30 milioni di euro. Questo significa che dagli elementi raccolti durante le ispezioni la Finanza presume che ci sia una evasione di 30 milioni di euro. I verbali di contestazione sono soggetti a controdeduzioni e successivamente a ricorsi.
Statistiche ufficiali attestano che a procedimenti chiusi, dopo molti anni di attesa, solo il 5% delle somme oggetto delle contestazioni effettuate dalla Finanza vengono recuperate effettivamente dallo stato. Il che vuol dire che dei 30 ML contestati si recupererà solo 1 milione e mezzo di euro. Questa è la vera notizia, non quella diffusa dai mass media di corte!
Quindi la notizia del “recupero” effettuato dai finanzieri è una enorme balla creata ad arte dai giornalisti per accreditare l’immagine di un Governo efficiente e vigile nei confronti della cittadinanza.
Ovviamente la Finanza non c’entra niente perché il loro comunicato non parla di recupero, bensì di contestazione.
Come dobbiamo definire un giornalismo di questo tipo? Onesto? O al servizio di un padrone spregiudicato che paga bene? Decidete voi.
Gianfranco Paris
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