Viene diffusa sui giornali la notizia che il documento sulla
"coesistenza" tra OGM e coltivazioni tradizionali, all'ordine del giorno
della conferenza Stato-Regioni del 28 gennaio, è stato ritirato e che la
definizione delle linee guida che dovrebbero regolare tale coesistenza è
stata rinviata. E' emersa la proposta che la decisione venga presa dopo
"una grande consultazione con i rappresentanti del mondo agricolo
italiano, dei produttori biologici, degli ambientalisti e dei
consumatori" (Rabboni, Assessore all'agricoltura dell'Emilia-Romagna).
http://magazine.quotidianonet.ilsole24ore.com/ecquo/ecquo/2010/01/21/ogm-salta-il-documento-sulla-coesistenza-che-regolava-il-loro-uso-in-campo-aperto/
Teniamo gli occhi ben aperti: sarebbe ora che, in ottemperanza a quanto
previsto dalla stessa Unione Europea (sempre invocata quando si tratta
di far passare cose sgradite, ma dimenticata quando si tratta di far
rispettare sacrosanti diritti dei cittadini), si proceda ad una vera
consultazione democratica ( e non a "sondaggi" o consultazioni
semi-segrete) nella quale tutti i cittadini che hanno diritto di voto
abbiano la possibilità di esprimersi. La questione degli OGM, infatti,
non riguarda solo gli agricoltori, ma tutti i cittadini, per le
implicazioni che l'introduzione di coltivazioni GM in pieno campo
potrebbero avere sull'ambiente e sulla stessa salute dei cittadini.
Tempo addietro, furono attivate iniziative "volontaristiche" di
consultazione dei cittadini da parte di associazioni. Adesso è il
momento di esigere una consultazione generale, che coinvolga tutti i
cittadini in un autentico referendum su scala nazionale, se necessario
articolato regionalmente, ma con un principio irrinunciabile: nessuno
può permettersi di introdurre coltivazioni OGM sul proprio territorio
senza il consenso della maggioranza dei cittadini.
Giovanni Malatesta
Agricoltore biologico
............
Segue il testo all'ordine del giorno di cui detto sopra:
Il Governo, in sordina, sdogana gli Ogm - Un grande boccone avvelenato per i cittadini italiani, un nuovo regalo alle multinazionali.
Scegliendo di trascurare la sovranità alimentare dell’Italia e la nostra preziosa biodiversità, il Governo ha deciso di imboccare la strada che ci vedrà colonizzati dalle multinazionali chimico-farmaceutiche-biotech detentrici dei brevetti sugli Ogm.
A quanto risulta dall’articolo che pubblica “La Stampa” (“L’Italia sdogana gli Ogm”, 17/01/10), è imminente il 28 gennaio il via libera formale alla bozza sugli Ogm, che prevede le linee guida per la coesistenza (tra colture tradizionali e colture Ogm) richieste dall’Unione Europea, che tuttavia non sono state elaborate dalla grande maggioranza degli Stati membri fino ad oggi.
L’Unione Europea, dopo avere emanato, con la lunga preparazione di 3 direttive e 4 regolamenti, le leggi per la tracciabilità e l’etichettatura degli Ogm, era tenuta, secondo il programma stabilito, a produrre anche le regole per la coesistenza (tra coltura tradizionali e colture geneticamente modificate). In realtà la porta era stata spalancata agli Ogm nel momento in cui era passata la Direttiva europea che autorizzava i brevetti sulla materia vivente (98/44), ma si voleva quanto meno salvare il diritto del cittadino europeo ad una libera scelta alimentare.
L’Unione Europea non poté elaborare le regole di coesistenza perché il suo Comitato Scientifico dichiarò che tale coesistenza era inattuabile (gli Ogm, anche se coltivati a distanza di chilometri, finiscono sempre per inquinare ogni altra piantagione attraverso l’aria, i pollini, gli insetti, e anche attraverso il suolo). Fu scaricata la “patata bollente” dell’elaborazione di queste “linee guida” sugli Stati Membri, che a loro volta, ovunque possibile, l’hanno scaricata (in Italia è avvenuto così) sulle loro amministrazioni regionali. Le quali non hanno potuto fare niente e in tal modo hanno impedito in Italia, come pure in svariati altri Stati Membri, l’autorizzazione alle colture GM.
Oggi all’improvviso, senza alcun dibattito pubblico e in totale violazione della Convenzione di AARHUS, cui l’Italia aderisce (e che impone vengano informate le parti interessate dei cittadini, o gli stakeholder, che devono anche prendere parte al processo decisionale quando si elabora una iniziativa che riguarda l’Ambiente), ci giunge la notizia che l’accordo tra Stato e Regioni si sarebbe concluso. Con grande nostra sorpresa, dal momento che 16 Regioni Italiane si sono dichiarate “OGM Free” (e recentemente Barroso, presidente della Commissione Europea ha riconosciuto il diritto delle Zone “Libere da Ogm” ad esserlo).
Anche se nel Rapporto “Come influenzare l’opinione pubblica sulle biotoecnologie agricole” (!), l’addetta all’Agricoltura statunitense in Italia definisce tutti, nell’elenco qui di seguito,“frange minoritarie” …., una vasta maggioranza della popolazione si è espressa in Italia contro gli Ogm in agricoltura. Tra di essi:
il Governo nella persona del Ministro dell’Agricoltura Zaia
41 Province e 2.446 Comuni, oltre le 16 Regioni già menzionate
il maggiore sindacato di agricoltori, la Coldiretti (9.812 sezioni nelle 18 regioni e 568.000 agricoltori)
la maggiore catena di distribuzione alimentare, Coop Italia
numerose maggiori marche di prodotti alimentari, come Barilla, Amadori, Bovinmarche, Fileni, ecc ...
la coalizione di Ong “Liberi da Ogm” e numerose altre Organizzazioni della Società Civile, anche in ambito accademico.
numerosi gruppi di parlamentari di tutte le correnti (in particolare Gianni Alemanno, già Ministro dell’Agricoltura e oggi Sindaco di Roma)
il Vaticano stesso con le dichiarazioni fatte dal Papa e scritte nel Documento “Instrumentum laboris” (1) per il Sinodo dei Vescovi Africani (pur se la Pontificia Accademia delle Scienze, che è autonoma dal Vaticano e che da esso è stata smentita su “L’Osservatore Romano”, ha tentato nel mese di maggio scorso di accreditare la tesi di un sostegno del Vaticano agli Ogm …).
Le ragioni del rifiuto agli Ogm dovrebbero ormai essere note per le basi solidissime (vedi anche bibliografia riportata di seguito) sulle quali esse poggiano. Infatti gli Ogm:
sono stati promossi negli anni ’90, malgrado un giudizio negativo della Food and Drug Administration negli USA
hanno promesso aumenti nei raccolti e riduzione dell’inquinamento chimico ed entrambe queste promesse sono state non solo disattese ma ribaltate (vedi ultimo rapporto del nov. 09 di Charles Benbrook: meno 10% nei raccolti e 4 volte più inquinamento da pesticidi)
hanno dimostrato di costituire un rischio per la salute umana
hanno dimostrato di costituire un rischio ancor maggiore per l’ambiente
hanno privatizzato un “bene comune” prezioso almeno quanto l’acqua: la materia vivente del pianeta non sono, come hanno voluto farci credere, uno strumento per migliorare la distribuzione di cibo nel mondo, ma al contrario una causa importante della grave crisi di fame. Infatti, essi fanno in modo che i popoli dipendano da potenti multinazionali, che mirano al solo loro profitto, con la riscossione del diritto di brevetto (ad ogni ciclo riproduttivo della pianta) e con il controllo del mercato globale del cibo.
1-) “La campagna di semina di Organismi Geneticamente Modificati (OGM) pretende di assicurare la sicurezza alimentare […]. Questa tecnica rischia di rovinare i piccoli coltivatori e di sopprimere le loro semine tradizionali rendendoli dipendenti dalle società produttrici di OGM”. (Benedetto XVI nel documento “Instrumentum laboris” per il Sinodo dei Vescovi Africani, 2009).
Comitato Scientifico EQUIVITA
Tel. + 39. 06.3220720, + 39. 335.8444949,
E-mail: equivita@equivita.it
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