martedì 12 gennaio 2016

Capranica musulmana - Come uscire dalla trappola fondamentalista?

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Su un giornale locale della provincia di Viterbo si legge "Padre picchia il figlio e la fidanzata per motivi religiosi e culturali". Su un altro giornale nazionale si legge "Viterbo, musulmano picchia figlio perché contrario alla sua relazione con un'italiana".

La fidanzata è venuta a casa mia per raccontarmi la loro storia e farla conoscere: chiedo a tutti di diffonderla il più possibile, per volontà dei due ragazzi, Diana e Besar, macedone lui, italiana lei.
La stampa locale e nazionale raccontano i fatti così:

"A Capranica i militari della locale stazione Carabinieri hanno tratto in arresto per maltrattamenti in famiglia un 40enne di origine macedone, il quale durante una lite, procurava al figlio, 23enne, e alla fidanzata di quest’ultimo lesioni guaribili tra i 5 e 6 giorni. Il diverbio scaturiva dal fatto che il padre, di fede musulmana, non accettava la relazione sentimentale intrattenuta dal figlio con la giovane fidanzata italiana per motivi religiosi e culturali. L’uomo veniva tradotto presso il carcere Mammagialla di Viterbo".

L'11 gennaio 2016, la giovane amica Diana, 24enne di Capranica, mi chiede di far conoscere la storia sua e del compagno 23enne Besar, di origine macedone: sono due anni che si amano. Questa è la sintesi di quanto mi ha detto e io ho raccolto, avendola fatta parlare senza interruzioni e lei con pacatezza acquisita sicuramente in questi anni di pratica buddista, mi ha rilasciato con la preghiera di rendere tutto pubblico.

Inizia come un vero colpo di fulmine, lei che porta a far riparare la vettura e il meccanico che è un suo coetaneo: sì, amore a prima vista, una questione fortemente chimica mi dice lei sorridendo. Diana mi racconta che fin dal primo momento fu sorpresa perché il suo fidanzato non poteva uscire di sera, restrizioni durissime e il suo ragazzo ben conosceva dall'infanzia le botte del padre, (residente in Italia da 24 anni) che le estendeva volentieri e spesso anche alla madre e a suo fratello di un anno più grande, padre padrone, musulmano convinto, a modo suo.
Ha cercato in passato di parlare con suo padre, ha cercato di trovare tutto il coraggio e sfidare la sorte, fatta di minacce crescenti e percosse... lui continua a consegnare il suo stipendio di meccanico al padre. La famiglia vive in una dependance di uno psichiatra benestante per cui lavorano, hanno acquistato con un mutuo la casa in Macedonia e quindi i soldi di Besar, ricavati dal suo lavoro in officina, servono a mandare avanti la famiglia.

Il padre di Besar si vanta di essere come Saddam, a modo suo,e aggiunge: "le italiane sono tutte zoccole puttane e Besar deve sposarsi con una macedone".

Il 30 novembre 2015 Besar, il padre di Diana e un amico, si recano dal padre del ragazzo per parlare con lui. Sono solo lividi e botte e minacce gravissime per il ragazzo.

Il 19 dicembre 2015, alla minaccia di essere sgozzato dal padre, Besar risponde andandosene da casa e non dando più sue notizie, andrà a vivere da un amico lontano da Capranica.Il padre e la madre di Besar lo cercano da Diana, minacciano di tutto e vogliono sapere dove sia il figlio, anche se maggiorenne.

Il datore di lavoro, lo psichiatra, scrive una lettera a Besar invitandolo a dire alla madre come e dove sta, e che non faccia sciocchezze. E' il ragazzo che fa sciocchezze? Lo psichiatra conosce le percosse che ha ricevuto da quando aveva 3 anni e quelle date alla madre e al fratello. Besar risponde che "se torno, torno per Diana".

Siamo al 9 gennaio 2016, e imperversano nel negozio della madre della ragazza, a Capranica, i due genitori. Lui è una furia, la madre pure. Il ragazzo si accascia sotto i pugni e i calci, ma non mancano le percosse anche per la madre di Diana e Diana stessa.

Intervengono i carabinieri di Capranica, il dottore di cui sopra datore di lavoro del macedone. Il padre del ragazzo viene arrestato e giovedì ci sarà la prima udienza, tutti hanno riportato danni guaribili in alcuni giorni. Le ultime parole del signore macedone: "Questo succede se vai con le straniere".

Diana e Besar mi hanno chiesto di scrivere la loro storia perché vogliono crescere indipendenti e insieme, per il loro e nostro futuro. Diana sorridendo dolcemente, ma con amarezza mi ha detto che le piacerebbe che questa sua storia arrivasse a persone come il suo compagno, tante giovani persone che subiscono la violenza a livello anche culturale, pesantemente, e vogliono liberarsi. Da ultimo Diana mi dice: "Voglio vivere felice e il mio Fiore di loto non può rimanere intrappolato nel fango".

Doriana Goracci

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