PESCARA: RADICI, ORTO URBANO DI VIA SACCO
Per presentare le attività dell’anno 2016
dell’associazione
“Radici”,
il 31 gennaio si terrà,
in via Sacco n 42, l’evento
sempre
diversi#sempre uguali
L’associazione
radici ne combina una delle sue, invitando nella giornata, alcuni degli artisti
della scena creativa abruzzese che si incontrano e si confrontano
spontaneamente per ribadire l’importanza del legame tra l’uomo e le sue radici etniche:
andrea
psyko etno; dorodango e l arte di far brillare il fango; evandro pierdomenico
expo foto incompleto che tutto rende indefinito; pablosax work in progress;
francesco andrisano estemporanea di pittura; adam ferlin expo foto india africa; “oh
my gold! lui:xia africa; ago storto alkimie tessili; silvio cantarella r:krea;
said tea time; pizza&gallery
Attraverso
questa via formale, l'associazione persegue
l’intento
di salvaguardare antichi mestieri di
carattere artigianale e artistico. con la finalità di
tutelare parte del patrimonio culturale
della tradizione dei lavori manuali innestandola con pratiche moderne di
lavorazione. Quindi è stato
allestito un laboratorio polivalente a disposizione di tutti i soci. L’approccio
naturale verso questi saperi garantisce un impatto minimo nei confronti dell’ambiente poiché vengono
recuperati e trasformati scarti di lavorazioni e materiali apparentemente
privi di caratteristiche funzionali ed estetiche. Questo atteggiamento eco
compatibile rappresenta uno dei collanti con le parallele attività dell’orto di via
Sacco. Le pratiche agricole seguite, da un lato escludono l’uso di
elementi chimici di sintesi per
accudire il terreno e le piante, e dall’altro includono la sinergia tra gli esseri viventi, tanto vegetali
che animali, nonché tra le
persone che frequentano questo luogo di socialità e di
possibilità di
cura della Natura
Può esistere
un angolo di paradiso bucolico nel bel mezzo della città? A Pescara sì,
per di più a
Rancitelli, uno dei quartieri più noti
per problematiche sociali. Fondata nel 2013 l'associazione ha sede in via
Sacco, appunto, e si occupa della gestione dell'orto urbano, un piccolo
gioiello naturalistico incastonato tra i palazzi di Rancitelli. incontriamo i
ragazzi dell‘ associazione
di promozione culturale e sociale Radici e sentiamo quel che dicono.
Buongiorno
ragazzi, che cosa è l'orto
urbano?
- E' uno
spazio in cui coltiviamo i prodotti della terra praticando un tipo di
agricoltura biologica e sinergica.
Come vi è venuta
l'idea di creare un orto in città?
- Tutto è iniziato
alcuni anni fa ed è partito da
un laboratorio artigianale che si trova appunto in via Sacco. Il vecchio
proprietario di questo laboratorio, un anziano restauratore, accoglieva nella
sua bottega dei ragazzi per insegnare loro il mestiere. Proprio accanto a
questo laboratorio c'era un terreno incolto, usato praticamente come discarica.
Alcuni ragazzi che frequentavano il laboratorio hanno deciso di ripulire e
bonificare questo terreno per crearci qualcosa di produttivo ed è nato
l'orto. Piano piano questo spazio ha iniziato a essere sempre più frequentato,
ha iniziato a essere un luogo di incontro, di scambio di idee e comunione di intenti
e attività.
Con il passare del tempo ha assunto una forma sempre più organizzata,
fino ad arrivare nel settembre del 2013 alla fondazione dell'associazione.
Avete detto
che nell'orto si pratica l'agricoltura sinergica. Di cosa si tratta?
- Nell'orto
ė
sempre stata praticata un'agricoltura biologica, senza
l'ausilio di prodotti chimici. Inizialmente ci basavamo su un tipo di
agricoltura tradizionale, cercando tra i prodotti e gli strumenti della natura
i metodi per curare le piante, il classico esempio ė quello
degli insetti buoni che scacciano gli insetti nocivi. Con il passare degli anni
ci siamo ispirati sempre di più ai
principi dell'agricoltura sinergica, che consiste nello sfruttare la capacità delle
piante di aiutarsi a vicenda. In poche parole esistono delle piante che, se
messe vicine ad altre, ne favoriscono la crescita e la produttività.
Come vi
organizzate per la cura e la gestione dell’orto?
- Abbiamo
un calendario di turni, soprattutto in Estate, quando bisogna dare l'acqua
quotidianamente. Il sabato ė la
giornata del lavoro comune e del raccolto. Naturalmente il lavoro comune diventa
anche un momento di condivisione e convivialitá,
ci riuniamo, prepariamo da mangiare, stiamo insieme. A fine giornata, se c'è abbondanza
di prodotti, tutto viene spartito equamente a seconda delle necessità di
ognuno. - L'orto rappresenta un momento di condivisione non solo dei prodotti
della terra ma anche di esperienze e rapporti umani. Le persone, come le
piante, sono tutte diverse le una dalle altre e possono essere in maggiore o
minore sinergia tra di loro. Noi abbiamo adottato un sistema di regole per
mantenere alta la nostra sinergia. Per fare un esempio, nell'orto e nelle
nostre attività non si parla di politica. Anche quando si creano delle
discrepanze ė proprio
l'orto lo strumento che utilizziamo per risolvere i conflitti. Il nostro
obiettivo principale ė, infatti,
il benessere dell'orto e tutti ci impegniamo a lavorare per garantirlo. Questo
ci porta a mettere da parte i conflitti.
Che genere
di attività svolgete nel vostro spazio?
-
organizziamo molte attività aperte a tutti, non solo ai ragazzi
dell'orto. Le nostre attività non riguardano solo l'agricoltura in
senso stretto. Abbiamo costruito un forno a legna e facciamo spesso il pane,
organizziamo laboratori di riciclo
e recupero creativo per bambini, laboratori artistici e di teatro. La nostra
idea ė
quella di creare una sorta di "banca del tempo".
doniamo tempo per avere tempo. Lo
scambio sta alla base di tutte le nostre attività,
non c'ė nessun
lucro in quello che facciamo. Spesso,
partecipiamo ai mercatini portando in scambio i nostri semi. tempo fa
abbiamo organizzato "Arte in orto". Abbiamo invitato alcuni artisti a
realizzare delle opere, in cambio noi abbiamo preparato da mangiare con i
nostri prodotti. Le loro opere ci sono poi state donate e sono diventate parti
integranti dell'orto.
Come vi
fate pubblicità?
-
Fondamentalmente con il passaparola. Spesso le persone vengono a trovarci perché hanno
sentito parlare di noi. Crediamo in quello che facciamo e, considerato quello
che siamo riusciti a realizzare a Rancitelli, pensiamo che la nostra idea si
potrebbe estendere ad altre zone della città.
- La
vostra anche se non è un'attività lavorativa
in senso stretto, è molto
significativa!
- Crediamo
fortemente nella produzione di cultura e che questa vada fatta a piccoli passi,
Anche all'interno delle città si possono ricreare dei luoghi in cui
sentirsi come in una "grande famiglia".
- Nel
nostro orto alberga un riccio, ci sono varie specie di uccelli, tra cui
passeriformi e merli, ci sono le rane. Addirittura sono tornate le lucciole,
che in natura sono indicatori della salubrità dell'aria.
Se tutto questo ė stato
possibile in una città,
il risultato non può che
essere considerato positivo.
– capiamo la terra – predicano, quasi anacronisticamente, gli agitatori dell’associazione culturale Radici e i contadini urbani che curano l’orto, alla testa di numerose iniziative coraggiose e sudate che
vogliono affermare l’importanza e la centralità della terra nella
nostra vita. il legame tra la natura e il nostro essere spontaneamente legati al ritmo delle
stagioni e alla terra, quella da lavorare con saggezza e dedizione, sacrificio e
sudore. (adriana e giuseppe)
Marco
ci aspetta sul limite della rotonda con la sua fedele bici personalizzata. Con
lui andiamo a trovare, suoi amici che
hanno creato, un laboratorio artigianale aperto a tutti. Il laboratorio si
trova in una specie di rimessa a cui si accede attraverso un cortile comune. Lo
spazio urbano in questa zona si frammenta e sembra mescolare pezzi di edilizia
popolare
con brani superstiti di case unifamiliari suburbane con vaghi ricordi di un
tempo in cui qui era ancora campagna. La struttura è un po’ nascosta,
dentro troviamo un biliardino, un grande tavolo di lavoro pieno di vetri colorati e
alle pareti attrezzi usati un tempo per lavori e gesti ormai dimenticati. L’ambiente è accogliente,
ci offrono subito un ottimo caffè fatto con una caffettiera di un tipo mai visto. Sono tante le
cose che ci incuriosiscono a partire da uno strano burattino, fatto assemblando
pezzi e rimasugli di vecchi mobili, che siede con noi e sembra partecipare interessato alla nostra
chiacchierata. Parliamo di antichi mestieri, memorie che in pochi ormai sanno tramandare, di come
cambiare il modo di usare gli oggetti rispettandone il valore sia materiale sia
affettivo, di come sia importante avere un luogo in cui il “saper fare” è figlio di un “saper vivere” in mezzo agli uomini.
Come
nasce l’idea della Bottega dei mestieri?
Il
progetto è nato dal desiderio e l’urgenza di lavorare sul
recupero degli antichi mestieri, un modo per non perdere le tracce del passato
e salvare tutto ciò che gli artigiani hanno conservato per centinaia e centinaia di
anni. È un patrimonio, fatto di tecniche, ricette e procedimenti, che rischia di
estinguersi e per questo dev’essere salvaguardato. L’idea, che avevamo già da tempo, si è concretizzata quando abbiamo avuto a disposizione questo locale, è stata la
spinta che ci ha portato a fare qualcosa di concreto. Prima era tutta teoria,
mancava la pratica, ma soprattutto mancava il posto in cui potersi riunire,
dove poter conservare gli attrezzi, dove poter praticare. Perché questo, è un luogo in cui usare le mani, mettere in pratica e verificare
le tecniche.
Quando
avete iniziato?
All’incirca due anni e mezzo fa è nata l’associazione, però parlavamo
di queste idee già da 5-6 anni. Poi,
tramite amici, abbiamo incontrato la proprietaria di questo locale che, in
cambio di una piccola manutenzione, un po’ di pulizia del cortile, una potatura delle piante e un’imbiancatura, ci ha dato la possibilità di usare lo spazio gratuitamente. Inoltre, la signora è un’appassionata di piccolo artigianato e ci segue in tutte le
nostre iniziative.
Quali
sono le attività che svolgete nel
laboratorio?
Principalmente
ci siamo occupati di tutto ciò che ha a che fare col legno. Questo un po’ è stato dettato dal fatto che è il settore in cui abbiamo più esperienza e quindi è andato avanti più speditamente rispetto ad altri progetti. L’idea
è che se
qualcuno ha l’esigenza di fare piccole riparazioni a vecchi mobili oppure
vuole realizzare un’idea personale ma non ha dimestichezza con
materiali e strumenti può venire qui e trovare lo spazio, gli strumenti e la nostra guida.
Ci tengo a precisare che non si tratta di formazione professionale, non rilasciamo
diplomi e non ci vogliamo sostituire agli artigiani. Il risultato è tangibile,
è quello
che riesci a realizzare con le tue mani e le tue idee semplicemente col nostro
aiuto.
È una specie di laboratorio aperto?
Noi
amiamo definirlo un laboratorio artistico polivalente dove qualsiasi attività riguardante la manualità può essere
messa in pratica. È uno spazio a disposizione di tutti, dalle casalinghe ai bambini,
dagli aspiranti artisti agli artisti affermati. Ogni persona che desidera realizzare un progetto può venire da
noi, parlarne e… metterlo in pratica.
Oltre
alla lavorazione del legno di cosa vi occupate?
Collaboriamo
con vari esperti del settore, dall’esperto in tappezzeria
allo specialista in pirografia o in liuteria. Per invogliare la gente a
partecipare abbiamo organizzato delle “merende artigiane”, incontri in cui oltre a imparare semplici tecniche con
esperti artigiani, come realizzare un flauto o impagliare una sedia con la paglia di Vienna, offrivamo da
mangiare e da bere. È un modo per invitare la gente a usare le proprie mani, per far
capire che rimettere in sesto una sedia un po’ scollata, riparare l’anta
di un mobile o mettere a nuovo una vecchia cornice non è così difficile. Comunque, non manca nemmeno l’aspetto
ludico: organizzando tornei di calcio balilla, partite a scacchi e a carte… Per i
soci è a
disposizione una piccola libreria e un salottino per la lettura o per semplici
chiacchierate!
Rancitelli,
il quartiere in cui vi trovate, è noto per essere problematico, come vi relazionate con i vostri
vicini, avete mai provato a estendere la vostra rete di socializzazione anche al resto del
quartiere?
Non
abbiamo particolari contatti con il vicinato, qui si sta bene e non abbiamo mai
avuto problemi di nessun tipo. Quando abbiamo fatto delle iniziative, abbiamo
messo in giro dei volantini, però non è mai venuto nessuno. In genere ci pubblicizziamo attraverso opuscoli che lasciamo in alcune ferramenta dove
vanno gli artigiani o tutte quelle persone che hanno bisogno di materiali per piccole riparazioni, e
attraverso la rete, facebook e altri social network.
È il destino degli artigiani?
parliamo
del piccolo artigiano con 12000 euro di fatturato l’anno.
Purtroppo…Siamo nella fase in cui se un oggetto si rompe si butta, non c’è modo di
ripararlo, tutto è diventato “usa e getta”.
A
questo proposito, avete un progetto in cantiere?
Si,
il progetto si chiama Ri….fiutando, si basa sul recupero di oggetti gettati via. Abbiamo
raccolto già moltissime cose, cornici, sedie,
mobili in legno. Con l’aiuto di chi è interessato, cercheremo di recuperare queste cose altrimenti destinate ad aumentare il
volume delle nostre discariche. Vogliamo recuperarle sia nel senso classico, quindi se una sedia era una sedia
rimetterla a posto perché svolga la sua funzione, sia trasformarle in qualcosa di
completamente diverso. È un progetto molto ampio che racchiude diverse discipline artistiche:
spazia tra pirografia e tecniche d’invecchiamento di
vernici e metalli, tappezzeria e falegnameria domestica, découpage, collage e decorazioni. Credo che questo progetto andrà avanti per diversi
mesi, non è un corso in cui c’è un giorno di partenza e uno di chiusura, ci sono già lavori in corso e ci si
può aggiungere
al gruppo in qualsiasi momento. non abbiamo alcun tipo di finanziamento
esterno, ma nemmeno lo cerchiamo, facciamo tutto con le nostre sole forze. Inoltre, la bottega è frequentata dai tanti
visitatori occasionali che per brevi periodi decidono di usare le mani!
sembra
di capire che uno dei motivi per cui vi spendete tanto per salvaguardare il
lavoro artigianale è che dia una formazione che va al di là dell’aspetto tecnico e coinvolge altri aspetti
fondamentali della persona. Cosa vi ha insegnato, dal punto di vista umano e
caratteriale, il lavoro in bottega?
Sicuramente ci ha insegnato la pazienza e l’umiltà..
vorremmo
aggiungere alle attività un
aspetto agricolo. ci piacerebbe un piccolo orto per avere la terra come
materiale da lavorare e sperimentare insieme agli altri finora sperimentati. La bottega dei
Mestieri. (antonio)
sempre
diversi#sempre uguali
radici
2.0
Ferdinando Renzetti