martedì 2 giugno 2015

Risate post elettorali e “notte sul monte Calvo”



21 Milioni di Italiani erano chiamati alle urne per il solito stucchevole teatrino elettorale. Preso sul serio solo da chi brama la poltrona (“bramare” ha il significato di desiderare fortemente carnalmente una persona, tanto per essere chiari).

Come da copione l’astensionismo è cresciuto.

E crescerà ancora. Gli 80 euro (una volta erano 30 denari, ma la svalutazione…….) hanno funzionato la prima volta. Ma se il Matteo “tartufo” fosse non dico uno statista, ma solo un politico, avrebbe capito la natura dell’Italiano. 3000 anni di storia, di civiltà, da Roma al Rinascimento, da Venezia ai Ducati, avrebbero dovuto fargli capire il livello di scetticismo e di salutare cinismo che è impresso nel nostro DNA: metà non ha votato. 

Due considerazioni.

Chi dice di aver vinto e chi trova giustificazioni per la perdita di posizioni.

E i soliti “pensatori” che si sono adoperati per far votare la gente, con esortazioni, appelli, invettive.

In democrazia, specie quella italica, tutti sottolineano l’affermazione avuta qua, il successo riportato là, e scivolano con noncuranza e sorrisi ben studiati sulle disavventure elettorali.  Sono settanta anni che succedono le stesse cose, con in più –in peggio!- oggi un decadimento di stile, di eleganza formale, di recitazione almeno sufficientemente ben prodotta che è scivolata sempre più a livelli di guitti di quarta serie.

Ma la gente ha capito che non cambia nulla, che lo schifo continuerà, che grassazioni e rapine aumenteranno con ritmo costante. Ultima speranza per gli irriducibili della "democrazia", è stata la scelta di personaggi che, per un verso o quell’altro, sono riusciti a dare di sé una immagine decisionista e al tempo stesso rassicurante. Fateci caso. Ovunque, dal Veneto alla Liguria, dalla Puglia alla Toscana eccetera, eccetera sono stati premiati personaggi che sono riusciti a far credere alla gente che gli occhi sgranati nella telecamera trasmettessero il vero.

Balle.
Balle sempre.
Balle comunque.

Quindi,  detestando quel becchino dell’Umanità che si chiama democrazia, mi sono divertito un mondo a vedere lo starnazzare di giornalisti, di addetti (?) ai lavori, che scodinzolavano dietro questo o quel “personaggio”. Mi è tornato alla mente un capolavoro di Walt Disney, uno dei tanti: Fantasia; e precisamente il pezzo “notte sul monte Calvo”, ove spettri, ectoplasmi, demoni creano una sarabanda in adorazione del Demonio. Mi è sembrata una efficace allegoria al turpe teatrino che ci hanno sciorinato. 

Onestamente: chi crede che cambierà qualcosa?

Chi crede che ci sia differenza fra cosiddetta destra e cosiddetta sinistra?

Metà degli Italiani ha detto che è stufa di essere presa in giro. E questo è bello ed istruttivo. E soprattutto è un segnale. Chiaro. Forte. Preciso. E’ un avvertimento, mica tanto velato. E’ un messaggio che dice che i buchi nella cintura sono finiti.

Il prossimo “buco” potrebbe essere provocato in altro modo. Più spiccio.

E poi ci sono quelli che, lamentandosi, inveendo, stigmatizzando, denunciando, criticando tutto l’anno ed in ogni occasione, al momento di decidere si rifugiano nella paura, e chiedono di andare a votare, perché un cambiamento, quello che sia, li terrorizza, rischia di metter in forse il posticino che si sono ritagliati. Leggetevi la stampa, guardate  le sbrodolate televisive. Ma soprattutto guardate negli occhi i corifei della democrazia. Vi leggerete la consapevolezza dello schifo, ma la paura endemica del cambiamento.

Prima mi facevano rabbia.

Poi tenerezza.

Oggi mi fanno sganasciare e li ringrazio. In tempi bui vedere il tentativo di arrampicarsi sugli specchi spalmati di vaselina è meglio di Zelig. Soprattutto quelli notoriamente di sinistra, i più messi male.

Democrazia, democrazia….. Invocano.

Ma non hanno le palle di fare un passo in più, e dire la verità: “O Franza o Spagna, purché se magna”: è il motto di questa povera e derelitta Italietta, stuprata, prostituita, svenduta da quattro servi ignobili.

Quello che mi fa ridere anche i pochi residui capelli che l’età mi ha lasciato è verificare ad ogni occasione che il momento della catarsi si avvicina. Non so –sono vecchio e maligno- se riuscirò a vederlo. I miei figli sicuramente sì.

Intanto però io me la godo e mi diverto: sembra di buttare mangime in una vasca di pesci rossi. Fanno un casino dell’altro modo per mangiare. Ma sempre chiusi nella vaschetta rimangono. E’ vita?


Fabrizio Belloni
https://www.youtube.com/watch?v=0tV5GJIZujI

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Commento di Roberto Anastagi: "Il 50% degli italiani non ha votato! Quanti sono quelli che non hanno la cultura, l'interesse, la preparazione ecc. per sapere come votare? Quanti sono quelli ai quali non gliene frega niente di cercare di migliorare il paese? Chi è scontento dei nostri politici è proprio quello che dovrebbe voler votare per dare al paese dei politici che non pensano solo ai loro interessi personali. E' una stupida scusa credere che non esistano persone oneste nel nostro paese e solo con il voto possiamo dar loro la possibilità di dimostrare le loro capacità..."

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