Capita ormai da mesi di assistere in TV a pietose e
squallide corride tra personaggi di vari schieramenti politici sulla questione
migranti. Ognuno addossa all’altro la colpa di questa assurda situazione in cui
l’Italia è diventata lo zimbello del pianeta per la sua incapacità di gestire
il fenomeno immigrazione. Ora è colpa di Berlusconi, poi della Merkel, poi ancora dell’Europa, ecc., ecc.
Insomma nessuno, soprattutto i politici che ci governano, hanno l’umiltà di
affermare che la colpa potrebbe essere anche la loro.
Nelle pagine del nostro notiziario e da altri strumenti
d’informazione nazionali, dal 2012 ad oggi si sono levate voci atte a mettere
in guardia i vari governi italiani sul fenomeno rifugiati. Queste voci avevano
già previsto quello che oggi sta accadendo, non solo, ma avevano cercato
d’informare i nostri politici che l’invasione non si sarebbe fermata a poche
decine di migliaia di migranti, ma a decine di milioni. L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati
(Unhcr), attraverso uno studio pubblicato giorni fa, ci dice che
pronti a sbarcare in Europa saranno da qui al 2020 forse oltre 60 milioni di
persone.
I passati appelli lanciati in proposito sono risultati
inutili, finiti nel turbinio del vento dell’incapacità e dell’indifferenza
umana. Da allora ad oggi abbiamo assistito solo ad azioni palliative, incapaci
di bloccare i flussi migratori all’origine. Incapacità nostra ed europea anche
di evitare i migliaia di morti affogati di disperati in fuga dalle coste
libiche. Senza entrare nel merito delle incapacità oggettive a risolvere questo
epocale problema, quello che oggi ci inorridisce di più è l’atteggiamento freddo
e insensibile di molti esponenti dei partiti al governo che continuano a
ribadire che queste persone, che fuggono dal Medio Oriente e dall’Africa, sono
persone che necessitano d’essere assistite e accolte e che ogni resistenza in
questo senso è ascrivibile a pura demagogia o, peggio, ad atteggiamenti
razzisti. Un modo “elegante” per zittire chi contesta questa politica
inefficiente di accoglimento rifugiati.
Sia ben chiaro che siamo sensibili al problema e vicini
moralmente a chi fugge dai vari teatri di guerra o comunque da dittature
feroci. Siamo d’accordo a selezionare chi ha veramente bisogno di asilo
politico da chi, invece, sbarca sulle nostre coste da zone tranquille africano
solo per cambiare aria. Quello che ci inorridisce invece è l’insensibilità che
questi signori che ci governano mostrano verso il dramma non dei migranti, ma
dei milioni di italiani giunti alla soglia della povertà grazie al “giochino”
dell’euro ( che lo stesso Papa Francesco ha recentemente condannato). Per
questi big della politica la questione italiana, di un popolo paziente,
oppresso e represso, senza una visione
serena del futuro, con un tasso di disoccupazione tra i più alti del pianeta,
con imprese che chiudono a decine al giorno, con un crollo delle nascite che
tra un secolo farà del popolo italiano una specie in definitiva estinzione, è di secondaria importanza.
E questo si vede
nei vari scontri politici in TV a cui dobbiamo assistere impotenti ogni sera;
scontri in cui dobbiamo sentire affermazioni anche di alcuni importanti
personaggi istituzionali, di non esagerare, di non gridare troppo, perché “ in
fondo rispetto agli altri Stati europei noi italiani abbiamo ancora una quota
sostenibile di migranti nel nostro Paese e, quindi, possiamo ospitarne ancora
altri e ancora altri e non lamentarci più di tanto”.
Tutto questo poi è condito dall’intelligenza di chi
distribuisce sul territorio questi migranti. Un esempio per tutti, in un
paesino con 127 abitanti nel nordest d’Italia, sono stati inviati 140 migranti,
ma gli esempi di intelligenza istituzionale non finiscono qui.
Allora c’è da chiedersi in conclusione: ma ai nostri big
della politica italiana gli italiani con i loro drammi interessano ancora, o
solo quando debbono chiedergli il voto per mantenere i loro privilegi?
Se
fosse così forse dovremmo cominciare a pensare noi a chiedere asilo politico
alle altre nazione del pianeta.
Filippo Mariani (Accademia Kronos)
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