Nel Parco i campi coltivati a grano sono una porzione piuttosto estesa delle colline più pianeggianti. Lontano dalle forre e dai valloni, nelle parti dove il terreno è stato livellato da migliaia di secoli di piogge e venti, a rotazione ancora oggi si semina il grano. Il paesaggio cambia con la sua crescita e la sua maturazione. La mietitura segna la fine di un ciclo, di una stagione.
Fragrante nell’aria, in questo periodo si sente il profumo del grano appena mietuto. Basta fare una passeggiata nelle campagne tra Calcata e Magliano, o intorno a Mazzano, e appaiono sconfinati campi ondulati, del colore dell’oro. Sotto il sole di fine giugno le spighe brillano e fluttuano alle brezze più lievi. Le onde si increspano al vento, segnano rilievi e colline, picchiettate dal rosso dei papaveri.
Dove il grano è stato mietuto la campagna è punteggiata dal fieno, che ha un profumo intenso che sa di fresco, di erba, di terra.
Il grano è sinonimo della vita. In questa stagione è l’essenza di un paesaggio che rimanda a usi antichi e sempre preziosi.
Roberto Sinibaldi
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