domenica 7 giugno 2015

"Ne abbiamo viste troppe... è ora di riprendersi il Paese"



Ne abbiamo viste troppe negli ultimi venti anni! Un elenco di vergogne infinito e senza soluzione di continuità:
  • indagati e condannati che sguazzano impuniti in Parlamento,
  • parlamentari analfabeti, disposti a tradire e a vendersi senza ritegno,
  • terremoti usati per propaganda politica e rapine sulla pelle dei terremotati,
  • attacchi inverecondi alla Magistratura con tanto di indecorose parate in tribunale,
  • l’Alitalia agli arabi, l’Indesit alla Whirlpool, la Pirelli e l’Ansaldo ai cinesi, la Fiat che scappa in America e i colossi industriali americani delle carni agli estrogeni che aggrediscono l’Europa infiltrandosi negli Expo con la scusa della fame nel mondo.
  • le Tav, i Mose e le grandi opere nelle mani sporche di boiardi di stato grassi, macilenti e mafiosi.
Abbiamo subito di tutto! Perfino l’azzeramento di conquiste civili a cura di una sedicente impresentabile sinistra trasfigurata nel Partito Unico della Nazione, che mentre difende l’infiltrazione di Gomorra nelle elezioni campane, finge di scandalizzarsi per l’ignominia della classe dirigente nel Lazio capace addirittura di crimini contro l’umanità! 



E’ tempo di reagire e riprendersi il Paese!

“Di fronte
  • al dilagare di sistemi di corruzione che svuotano dall’interno la legalità e la democrazia,
  • a politiche industriali che esibiscono innovazione e crescita mentre producono disoccupazione e sotto-occupazione,
  • alla totale assenza di parole politiche su un futuro di giustizia per la nostra società,
  • a mutamenti della Costituzione che mirano alla concentrazione del potere in poche mani,
molto ci si aspetta
  • da un risveglio democratico nel nostro Paese per riprendere in mano la nostra politica, espropriata da tecnocrazie irresponsabili nazionali e sovranazionali.
  • da una mobilitazione delle debolezze che, insieme, vogliono e possono diventare forza e, così, fare breccia nelle oligarchie che dominano il mondo della politica e dell’economia,
L’ostilità con la quale molta parte dell’establishment politico guarda alla mobilitazione che proponi sono la prova più evidente della sua necessità.  Tanto più la contrasteranno tanto più dimostreranno che è necessaria!” (*)

Adriano Colafrancesco 

(*) Gustavo Zagrebelsky




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