venerdì 4 luglio 2014

i tre ragazzi ebrei di Hebron, un'altra storia…


In questi giorni i media sono stracolmi di articoli, foto, commenti sulla atroce vicenda dei tre allievi di scuole rabbiniche, assassinati. Con dovizia di particolari, di indagini “storica” sulla loro vita, sui loro studi, sulle loro passioni giovanili, sulla loro attività scolastica e ludica. Da giorni i media sono pieni, strapieni, ridondanti.
E questo mi ha fatto scattare un allarme nella zucca.
Prima considerazione. I tre ragazzi sono stati assassinati ad Hebron. Ma Hebron non è in Israele. E’ in Cisgiordania. E che ci facevano lì gli ebrei? Erano, vivevano, studiavano in uno degli insediamenti di coloni, rispondono i filo israeliani. Cioè, fuori dai denti, erano in territori non loro, in territori occupati. E qui il discorso si ingarbuglia subito. Gli ebrei dichiarano che quei territori che loro hanno occupato manu militari sono sedi di antichi insediamenti di una o di un’altra delle dodici tribù, luoghi di rilevanza religiosa o storica.
Seconda considerazione. All’atto della controversa creazione dello stato di Israele, furono espulsi da quelle terre sei milioni e mezzo di Arabi Palestinesi. Oggi quegli Arabi Palestinesi chiedono di tornare sulle terre che hanno abitato per millenni. Assolutamente no, replicano gli ebrei, consci dell’inferiorità del numero che li porterebbe ad essere minoranza in Israele. E’ una ….. “curiosa” interpretazione del concetto dei diritti umani (i cui trattati per altro Israele non ha mai ratificato).
Terza considerazione. Le rappresaglie che puntualmente Israele perpetra sulle popolazioni di Gaza o della Cisgiordania sembrano un film dell’orrore. Bambini bruciati da proiettili al fosforo, che continua a bruciare dentro il corpo della persona colpita. Distruzione di casa, di fognature di condotti idrici, uccisione indiscriminata della popolazione civile….. Piccoli di otto, dieci, dodici anni colpiti ed uccisi deliberatamente, con scientifico disprezzo e con l’arroganza di chi si sente razzialmente superiore…. A parti invertite assisteremmo ad una campagna mediatica mondiale senza precedenti. Ma i media mondiali, in grandissima maggioranza nelle mani, o vicine alle posizioni giudee non fanno parola di queste atrocità. E per rispetto non cito altri e più terribili accadimenti. Le guerre nei Balcani sembrano bagattelle, al confronto.
Quarta considerazione. La domanda è: perché due pesi e due misure? Perché per i media ci sono vittime di serie A e vittime di serie B? Perché ci sono due diversi atteggiamenti nei confronti di ebrei e di Palestinesi? I giornalisti che si prestano ai voleri dell’editore, non provano vergogna a tacitare la coscienza? Capisco che lo stipendio ……. ma a tutto c’è un limite di dignità.
Fabrizio Belloni

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