Festa grande in casa Ruby
Il
Silvio mi è sempre stato antipatico. Prima di tutto perché è il
padrone del Bilan, “l’altra” squadra della mia Milano, quella
che è andata due volte in B, “una volta pagando e l’altra
gratis” come disse l’immenso Peppino Prisco, vera natura di
Alpino, di Interista e di Avvocato. Poi mi è sempre stato antipatico
“antropologicamente”: i suoi occhi mi ricordano quelli dello
squalo, quando attacca.
Con la differenza che lo squalo fa il suo
mestiere, il Silvio vuole essere deificato. Poi non mi è mai andata
giù la faccenda delle televisioni. In Italia non si comprano, si
hanno in regalo dal potere. Cosa che avvenne quando Craxi decise di
mettere la bomba ad orologeria televisiva sotto la sedia di Agnelli,
spadroneggiante, che gestiva quasi tutta la carta stampata. “Mani
pulite”, oltre che per vendetta degli SUA, sbeffeggiati a Sigonella
dai Carabinieri d’Italia, nacque proprio per quella guerra
micidiale fra poteri forti dello Stivale.
Da
ultimo mi sta antipatico, il Silvio per la non politica che ci ha
imposto per un ventennio. Appena salito al soglio di Palazzo Chigi,
Berlusconi ha dovuto fare i conti con la Goldman Sachs, con il
rabbino capo di Roma, con alcune multinazionali, con i poteri forti
della City di Londra, con gli Yankee e con gli israeliani. Come
sempre, come tutti, da settanta anni. E non mi va.
Però è stato assolto nel processo Ruby. Sia ben chiaro, di quel che
succede ad Arcore non me ne importa nulla. Le facildonne ci sono
sempre state e sempre ci saranno. Da quando nelle caverne, un maschio
arrivava portando quattro pere e una lepre, ed otteneva le attenzioni
della leggiadra cavernicola, nulla è cambiato, o quasi. Sono
cambiate le pere e la lepre, ma non il dopo cena. Ma sono fatti
squisitamente loro.
Quello
che mi fa drizzare le antenne è il dubbio che ad un vecchiaccio
maligno e diffidente, nonché cinico e scettico come me, fa affiorare
idee curiose.
Berlusconi
è al potere, e la magistratura lo assale a plotoni affiancati, come
gli Zulu ed i Russi.
Si
sa che la magistratura è assai sinistramente vicina alla sinistra
(ripetizione voluta e sottolineante), quindi non vi sarebbe da
stupirsi. Ed infatti il Berlusconi comincia a prendersi sberle che la
giustizia gli pittura sulla faccia.
Poi
il Pinocchietto di Firenze spariglia (o finge di farlo, che in
politica è la stessa cosa) le carte di quel partito borghese e
conservatore che è il PD. Giudicato affidabile e ubbidiente, il
Pinocchietto si va a prendere il Soglio che fu di Silvio. Unto dal
Savoiardo abitante del Colle. Timoroso del comico ligure (non ha
capito molto, in verità) si accorda con l’ex nemico di Arcore per
fingere di cambiare tutto, per non cambiare nulla. Gattopardo. Del
resto doveva coinvolgere Forza Italia per non lasciarle il monopolio
dell’opposizione a destra. E a Berlusconi rientrare dalla finestra
è sembrato l’assicurazione sulla vita, sia pubblica che privata,
dato l’ego smisurato del padrone del Bilan.
E,
guarda caso, la magistratura cambia rotta. Di 180 gradi.
Non
mi stupirei se la Santanché manifestasse in Piazza San Pietro con
uno striscione 8 per 2, con l’invocazione “Silvio, Santo Subito”
(del resto, se vogliono fare santo papa Montini, non mi stupirebbe
tale beatificazione).
Quello
che mi lascia il tarlo a rodere è l’impressione che sia con
magistratura avversa, sia con magistratura amica, chi tira i fili
veri persegua il proprio disegno alla faccia degli Italiani.
E
sbaglia chi se la prende con i Giudici: non fanno altro che occupare
uno spazio che una politica stracciona, inetta, inutile, ignorante e
dannosa ha lasciato libero.
No,
no….. I giochi veri non si fanno sul teatrino di questo
squinternato stivale.
Non
ci credo. Non ha logica. Non è credibile né verosimile.
Assolto
Berlusconi. Ma in tutta franchezza, chi se ne frega? Credete che
cambi qualcosa? E’ cambiato qualcosa con l’avvento di
Pinocchietto?
Fabrizio
Belloni
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Prostituzione Maggiorile
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Prostituzione Maggiorile
Integrazione di Adriano Colafrancesco: "In attesa di vedere finalmente ascendere Ruby Rubacuori alle Pari Opportunità, insieme a Denis Verdini alle Finanze, Marcello Dell’Utri agli Interni Totò Riina alla Giustizia – tutti all’ombra del governo progressista a guida dell’inarrestabile Matteo da FioRenzie - dal colle per eccellenza della Capitale si leva un assordante silenzio sulla tentata violenza carnale in atto nei confronti della Costituzione Repubblicana.
Tace il Colle e tace la voce degli italiani ormai costretti a rassegnarsi alla evidenza dei fatti: Karima era inequivocabilmente e in tutta evidenza, la nipote di Mubarak!
Guai dubitarne! Ma soprattutto guai supporre che all’origine di questa incontrovertibile verità - suffragata dalle tesi della difesa estrema dell’avvocato Francolò Ghedoppi - vi sia in vero la necessità di non confermare la sentenza di primo grado, onde evitare la inevitabile caduta di un governo sempre più alle prese con la rapina del secolo: quella del prezioso Bene Comune rappresentato dalla democrazia partecipata.
Delinquenti a televisione armata ormai possono tutto!
Sfocata ma inequivoca comincia a intravedersi, con contorni pian piano sempre più nitidi, la figura del Principe di Arcore – Silvio Valerio Borghese – che dal balcone-pulpito di Piazza Venezia arringa le masse col celebre discorso del Grillo: “Italiani…….ma l’avete capito o no!?...io so’ io… e voi nun siete un cazzo!”
Potente e oceanico gli fa eco, con fragore di vento, il coro plaudente di folle fideisticamente prone ai piedi delVenerabile Duce, dirette con estro dai maestri cantori Alessandro Sallusti e Maurizio Belpietro.
Potente e assordante il rombo di tuono che annuncia la vittoria della parità di genere – Biancofiore e Bonafè, Picierno e Santanchè, Comi e Ravetto, Moretti, Serracchiani, Boschi e De Girolamo – provate voi, se ne siete capaci, a metterne in dubbio - ma che dico, la parità! - ....la sostanzialità di genere!!!
Aveva ragione Giuliano Ferrara! E’ proprio il caso di dirlo: “siamo tutti (a) puttane!”
Ovverosia, se reato vi fu si trattò di semplice “prostituzione maggiorile”
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