Caro Mineo, ricordo le sue qualificate riflessioni sui mali del disservizio pubblico televisivo
Intervista a corradino mineo per la Rai ai cittadini
e mi chiedo come sia finito nei gorghi di un partito che ha smarrito se stesso e rinnegato la propria natura, imbrigliato com’è da una falange di neo-salvatori della patria di tragica memoria.
“Mineo chi?” detto da una mezza pippa arrogante come il nuovo sindaco di Firenze - emulo del fratello maggiore Matteo che usò lo stesso stile fascista nei confronti di Fassina – da la misura del degrado in cui è caduto un partito che osa definirsi democratico e usa metodi più sconcertanti delle purghe in orbace a fin di bene patriottico.
Ha mai sentito porre al centro dell’attenzione, da parte del giovane balilla Matteo, lo scandalo Dell’Utri finalmente in galera? Gli ha mai sentito pronunciare parole di biasimo sulla tragedia del conflitto di interessi che ha martorizzato l’Italia nell’ultimo ventennio? Tacciono cose orripillanti sui compari dispersi nelle carceri, in compagnia di Totò Riina, agli arresti domiciliari o ai servizi sociali, perché con quelli debbono addirittura mettere mano alle riforme e usano toni sprezzanti nei confronti della gente per bene.
Il “figlio padrone” è la definizione che oggi usa, a mio avviso con troppa generosità, Salvatore Settis per definire Renzi in una intervista sul Fatto Quotidiano nella quale denuncia “che il continuo insopportabile richiamo alla volontà popolare è il frutto di una possente alterazione della realtà e ha lo stesso stampo del trucco berlusconiano sul mandato del popolo”
Il “bulletto che fa il premier” gli fa eco Alessandro Robecchi, sempre sul Fatto e sempre, secondo me, con troppa bonomia per un personaggio che dietro la faccina smargiassa di “Renzie” nasconde quella del burattinaio che tira i suoi fili. E prosegue “…pare che il paese proceda di bulletto in bulletto. Prima quello là il Bettino degli intellettuali dei miei stivali,….poi quell’atro, Silvio, che rombava che dieci milioni di voti lo mettevano al riparo dalla giustizia… e infine lui che forte di dodici milioni di voti (tutti da interpretare, ndr) sono una investitura per fare quello che vuole, senza se e senza ma”. Come non dargli ragione!
Mi fermo qui per non abusare troppo della sua attenzione. Ma lo faccio con un accorato invito del quale spero voglia tener conto: esiste un vuoto sconfinato ormai nel nostro Paese a cui manca una autentica e rinnovata classe politica! Cosa aspettate ancora a disgregare l’ignobile carrozzone della Democrazia Renziana e a compattare le coscienze migliori, le professionalità più credibili, gli slanci democratici autentici! Penso a tutto il mondo confluito nella lista Tsipras alle europee e penso – non si scandalizzi – alle facce, quelle sì giovani e pulite, di ragazzi come Di Battista e Di Maio, solo per citarne un paio del M5S, punto d’approdo inevitabile e unica speranza sin qui per molti cittadini disorientati! L’Italia ha bisogno di questo. Ha bisogno di un vostro scatto di reni che la cacci dalla palude delle menzogne di una classe politica usurpatrice e impresentabile!!!
Grazie,
Adriano Colafrancesco
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