mercoledì 4 giugno 2014

C'è Tuscia e tuscia... e l'arsenico nell'acqua non è veleno finché non lo decide la "giustizia"

Lettera aperta del senatore Michele Bonatesta al
Procuratore Capo della Procura della Repubblica


VITERBO. Illustrissimo dr. Alberto Pazienti, Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Viterbo.
Mi perdoni per questo mio sfogo dopo l’ennesima notizia relativa ad un Paese, il nostro Paese, l’Italia, che sembra voler sempre più sprofondare in un inferno fatto di corruzione e di malaffare dove la politica recita sempre un ruolo da prima attrice.

Eggià: la politica e i politici, egregio Procuratore Capo.
Epproprio: il malaffare, illustrissimo dr. Alberto Pazienti.

In tutta Italia è un vero e proprio… tintinnio di manette tant’è che nessuno più si azzarda a dare del ‘ forcaiolo ‘ a chi si occupa di queste vicende se è vero che ormai sul patibolo i presunti ‘malfattori della politica‘ devono prendere il numeretto per salirci senza affollare la scaletta.

Essì: il tintinnio della manette, dicevo.

L’ultimo in ordine ai ‘minuti ‘ è quello che proviene da Venezia.
Trentacinque persone finite nei guai con la giustizia, illustrissimo Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Viterbo.
Trentacinque  tintinnii ‘ eccellenti ‘, illustrissimo dr. Alberto Pazienti, che vanno ad aggiungersi agli altri sicuramente meno ‘ eccellenti ‘ ma giustamente più ‘ malavitosi ‘ in Calabria ed ai tanti, tantissimi altri nelle varie regioni italiane, nelle piccole e grandi città di quello che una volta veniva definito… il bel Paese.

Al nord, al centro, al sud… isole comprese.

Epproprio: il bel Paese, eccellentissimo Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Viterbo.
Quello dove sembrava non dover succedere mai nulla.
Quello dove il benessere sembrava trasudare dai pori della gente dedita al proprio lavoro.
Quel ‘ bel Paese ‘ che le cronache dei giornali ci dicono – per l’appunto – non esistere più.
Quell’Italia divenuta ‘ di fatto ‘ zona franca della malavita organizzata - eccezion fatta per quelle poche regioni dove la malavita organizzata è sempre stata caratteristica del territorio – che le cronache dei giornali e la Tv ci dicono – per l’appunto – non esistere più.

Eccezion fatta per Viterbo, illustrissimo dr. Alberto Pazienti.
Eccezion fatta  per la Tuscia, gentilissimo dr. Alberto Pazienti.

Eggià: la Tuscia, Viterbo.

Viterbo e la Tuscia dove assai di rado capita di ascoltare il tintinnio delle manette e quelle rare volte che capita di ascoltarlo, il tempo ed il silenzio si fanno cura poi di farlo dimenticare del tutto a tutti, magari in attesa della prescrizione di eventuali reati, magari nell’attesa dello scattare di quelle norme che ora vietano anche di ricordare un passato poco onorevole per chi ne è dotato, dato che innanzi tutto c’è il diritto alla privacy da tutelare.

Massì, rispettiamo questa norma dettata abbastanza di recente.
Rispettiamo la privacy di chi oggi a Viterbo, nella Tuscia, attende fiducioso il possibile giungere di una prescrizione salvifica di tutti i suoi eventuali guai con la giustizia.
Scurdammoce o passato, illustrissimo dr. Alberto Pazienti, ma occupiamoci per due minuti, per due minuti soltanto – illustrissimo dr. Alberto Pazienti -  del presente.
Del presente e del futuro più o meno immediato.

Occupiamoci dell’arsenico, eccellentissimo Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Viterbo.
Massì: occupiamoci dell’arsenico nell’acqua potabile che oramai da anni occupa – e preoccupa – le pagine della stampa nazionale e locale, le cronache della stampa cartacea ed on line del nostro territorio.

C’è chi dei possibili pericoli alla salute provocati dall’arsenico, ne ha fatto da tempo oggetto di battaglia politica pressoché quotidiana come il sottoscritto, egregio dr. Alberto Pazienti, anche attraverso specifici e dettagliati esposti a lei indirizzati, illustrissimo Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Viterbo.
Ma c’è anche chi come l’Isde, l’associazione internazionale di medici che si occupa dell’ambiente e della tutela della salute per i danni possibili derivanti da un ambiente ‘ malato ‘, si preoccupa da sempre di questo problema denunciandone i pericoli attraverso documenti scientifici, convegni, incontri e quant’altro.

Eppure… eppure… Viterbo è e resta quel che resta del…bel paese.

Viterbo resta la ‘ zona franca ‘ dove nulla succede, egregio dr. Alberto Pazienti.

Tutti noi continuiamo a bere (forse) acqua all’arsenico, continuano a berla le donne incinte ed i bambini sotto i tre anni se non in casa propria – forse – nei ristoranti, nelle scuole, nelle mense, negli ospedali, nei cibi cotti e confezionati con l’acqua all’arsenico.

Quell’arsenico, egregio dr. Alberto Pazienti, che è accertato essere causa di tumori, quell’arsenico – egregio dr. Alberto Pazienti – che è accertato poter essere causa dell’insorgere del diabete e di altre malattie abbastanza significative.
Quell’arsenico nell’acqua, egregio dr. Alberto Pazienti,che anche di recente lo stesso Cnr ha definito come uno dei maggiori pericoli per la salute della popolazione interessata dal fenomeno.
Quell’arsenico nell’acqua, illustrissimo dr. Alberto Pazienti, che nella Tuscia, a Viterbo nessuno si preoccupa di eliminare nonostante siano cessate tutte le proroghe possibili ed immaginabili, nonostante lo scaricabarile continuo (anche attraverso la stampa) tra politici ed amministratori di vario livello che pur dovendo provvedere… pur dovendo intervenire, non provvedono e non intervengono.

Massì, carissimo Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Viterbo.
Non provvedono, non prendono iniziative, non prendono misure perché – evidentemente – Viterbo, la Tuscia… sono zona franca di quello che fu ‘ il bel Paese ‘.
Massì: l’arsenico nell’acqua sta facendo la fortuna dei proprietari delle cosiddette ‘ casette dell’acqua ‘ che sorgono sempre più numeroso qua e là, come i funghi.
Epproprio, egregio dr. Alberto Pazienti.
Le casette dell’acqua, vero e proprio business nato ‘grazie ‘ all’arsenico nell’acqua che nessuno si preoccupa di eliminare.
Un business forse nemmeno tanto in linea con quelle che sono le norme di legge vigenti che parlano di acqua pubblica che non può essere gestita da privati.
Ma le casette dell’acqua… le casette dell’acqua (pubblica) sì.-
Quelle… quelle sono gestite dai privati.
E noi, quelli della zona franca, carissimo dr. Alberto Pazienti, quelli del ‘ bel paese ‘ rimasto nella Tuscia, noi – le dicevo – l’acqua la paghiamo due volte.

Essì.
Eggià.
Epproprio.

Noi della zona franca nel bel Paese che è rimasto, noi – le dicevo -  l’acqua dell’acquedotto la paghiamo due volte se andiamo a prenderla nelle ‘ casette dell’acqua ‘, contribuendo al business.
Una volta al proprietario delle casette, un’altra volta con la bolletta della Talete.
Senza nemmeno sapere, tra l’altro, se l’acqua dell’acquedotto che sgorga dai rubinetti delle casette…qualcuno la stia pagando alla Talete.
Fatto sta che… fatto sta che l’Isde, il sottoscritto ( e non solo) continuano a strillare… all’arsenico… all’arsenico… anche se nulla succede, anche se nessuno interviene, anche se nessun tintinnio di manette si profila all’orizzonte.

Essì, illustrissimo dr. Alberto Pazienti.

Perché… perché questo è proprio uno dei casi in cui  ‘ il tintinnio ‘ difficilmente potrebbe essere evitato – ad avviso del tutto personale del sottoscritto, ovviamente – in quanto… in quanto  qualcuno che sta commettendo un reato sicuramente esiste.
O chi strilla al lupo, al lupo, pardon… all’arsenico all’arsenico o chi fa finta di non sentire, chi finge di non ascoltare, chi omette di intervenire

Della serie… della serie… illustrissimo dr. Alberto Pazienti, Procuratore Capo della Procura di Viterbo… o qualcuno dovrebbe rispondere del reato di ‘ procurato allarme pubblico ‘ o qualche altro dovrebbe essere indagato per comportamenti omissivi,  per epidemia colposa e quant’altro.

Della serie, insomma… della serie… o è carne o è pesce.


O no ?


Sen. Michele Bonatesta

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