sabato 27 agosto 2011
Matrismo come modello sociale per la nuova era ecozoica? - Bioregionalismo ed ecologia antrolopologica
Gioiosa immagine di una società matristica a Calcata
Ante Scriptum
Quel che segue è lo scambio di pareri intercorso fra alcuni bioregionalisti membri della Rete Bioregionale Italiana sul tema dell'integrazione maschile - femminile e sulla filosofia matristica, come presupposto sociale per la nuova era ecozoica.
Scrive Stefano Panzarasa:
“Agire come indicava Thomas Berry non può che essere positivo ma ora come si fa, in questa società antiecologica a non risultare integralisti? (Te lo dicono spesso solo per insultarti...). Ovvio che si devono fare delle mediazioni altrimenti molti non capiscono o ti rifiutano ma se le mediazioni sono troppe si perde il significato del pensiero e dell'azione. Ovvio, no? E così le mediazioni le faccio tutti i giorni, in ufficio (dove poi per assurdo dirigo io...), con le persone che mi fanno domande per strada sul veganesimo, con gli amici... Però invece quando parlo con te come con Etain o Giuseppe (ah,ah,) dovrei potermi sentire libero una volta tanto di dire le cose come stanno, anche perché dovremmo avere tutti gli stessi riferimenti... La storia della terra, la storia dell'umanità, le ricerche genetiche (come giustamente hai detto tu nell'articolo)... O almeno così pensavo con loro... Alla fine, se ci fai caso, di solito quelli che ci danno degli integralisti (sarà magari capitato anche a te) sono le persone che hanno più problemi con quello che proponiamo..."
Scrive Paolo D'Arpini:
“Caro Stefano, sai ieri l'altro mi ha telefonato Marina Canino dall'Abruzzo. Lei è un po' "sciroccata" ma ha delle belle intuizioni, forse perché donna.. chissà...? Dal discorso che abbiamo fatto è venuto fuori che l'addomesticamento in corso nei confronti dell'uomo è un processo giustificato con la scusa della protezione e della sanità, un po' se vuoi come avviene con gli animali che siccome non possono più vivere in libertà, allora è meglio che stiano in cattività. Poi è venuto fuori anche il discorso su Etain, lei svolge una funzione esemplare per una umanità che non aderisce più agli schemi "ordinativi", il suo modello è "ritiratevi in campagna ed abbandonate la società".. Forse va bene che ci sia un esempio pratico come quello di Etain, non si sa mai, se venisse la fine del mondo... Ma finché è possibile ritengo che noi ecologisti “integrali” dovremmo operare all'interno della società per cercare di mitigare il suo deterioramento e per inserire semi di consapevolezza "ecologica"... Ma per riuscire nell'opera -secondo me- dovremmo essere adamantini con noi stessi ed allo stesso tempo essere "comprensivi" nei confronti degli altri.. sapendo che l'oltranzismo non paga ed anzi si ottengono risultati contrari.. (vedi appunto quanto avvenuto in passato persino all'interno della nostra associazione). Insomma ritorniamo al discorso della "via di mezzo" o di "una botta al cerchio ed una alla botte".... Per cui viviamo la positività di una posizione da "ecologista integrale" con umiltà e ponderazione in modo da non farla divenire una posizione integralista....”
Scrive Caterina Regazzi:
“A proposito dell'integrazione fra maschile e femminile propongo la mia visione: come nel simbolo dello Yin e Yang nel bianco c'è il puntino nero e nel nero c'è il puntino bianco e come fra una coppia che si ama, l'uomo ama la donna e la donna ama l'uomo, se proprio vogliamo avere un riferimento maschile o femminile nella deità (ma la natura è femmina? o è maschio? la Terra è femmina? il Cielo è maschio?) non dobbiamo, per un equilibrio delle forze, delle coscienze, amare semplicemente tutto quello che è "resto da sé", senza separazione? Siamo o non siamo Uno? La goccia non si fonde nell'oceano e l'oceano non si fonde nella goccia?
Dov'è la contrapposizione? Non c'è, esistono il freddo e il caldo, il buio e la luce, la madre e il padre, la nascita e la morte (com'è che sono tutte e due femminili?), il bene e il male (questi invece sono tutti e due maschili), ma fanno parte tutti di una cosa che si chiama VITA. Questa contrapposizione di genere è solo una convenzione.....”
Scrive Stefano Panzarasa:
"Risposta per Caterina:
Cara Caterina tutto quello che dici è vero e giustissimo ed è presente in modi diversi ma anche simili da millenni in tante tradizioni native... Se però sali di livello e guardi la storia dell'umanità, almeno dal Paleolitico superiore (uomini e donne del Cro-magnon, il mesolitico, neolitico, fino all'epoca moderna), vedrai con estrema chiarezza che solo le società (vere e proprie civiltà matristiche nel neolitico) che hanno fatto riferimento al principio femminile come energia creativa dell'universo, del pianeta, delle donne, delle piante e degli animali, sono riuscite a vivere in armonia tra loro e insieme alla natura. Le civiltà (patriarcali, aggressive e guerriere - arrivate nell'Europa mediterranea "recentemente" cioè circa dal 4000 a.C.) si sono comportate in maniera spesso opposta con i danni al pianeta, alla natura e specialmente alle donne che conosciamo bene...
Ecco perché in una nuova società ecozoica sarà sempre meglio tenere il principio femminile come riferimento (per rimanendo validissime tutte le dualità che tu hai citato). Solo così gli umani (uomini e donne) potranno convivere in pace e armonia fra loro (e con tutta la vita...).
Questi sono i due livelli di comprensione della storia dell'umanità, per chi li comprende e li fa propri, specialmente nella vita quotidiana, l'Era Ecozoica è già iniziata... Auguri!
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