venerdì 12 agosto 2011

Savino Frigiola: "Fronte comune per la sovranità monetaria"



Il fronte comune non si realizza seguendo qualcuno, ma intorno ad un'idea forza capace di essere condivisa da quanti intendono perseguire lo stesso scopo. Conosciamo perfettamente tutti i guai derivanti dalla perduta sovranità nazionale, ma altrettanto bene sappiamo che per la grande massa il concetto astratto di sovranità nazionale dice poco o nulla. Il segmento più importante della sovranità nazionale, quello che incide maggiormente sulla vita delle persone è senza alcun dubbio quello monetario che consente allo Stato di emettere la propria moneta in nome e per conto dei propri cittadini, con tutto ciò che ne deriva e ne consegue.

Attualmente siamo soffocati da una violentissima crisi economica dovuta al dilagare del debito, costruito prevalentemente dall’attuale sistema di emissione monetaria, non più in mano allo Stato, sciaguratamente ceduto ai banchieri privati della BCE & C. Da ciò deriva che il “signoraggio”, che si verifica sempre in occasione dell’emissione monetaria, svolta da chiunque, non viene più incamerato dallo Stato per essere utilizzato a favore dei cittadini, ma dai banchieri privati che si appropriano di questo valore, appropriazione certamente dimostrata poiché la moneta, precedentemente da loro emessa, senza costi, viene ceduta in contropartita dei titoli del debito pubblico dello Stato di valore reale. Il valore dei titoli, quotati in borsa, vengono manipolati dalle agenzie di rating di emanazione bancaria cosicché, come ogni debitore in balia del creditore, lo Stato italiano si trova nelle condizioni di dover accettare il capestro imposto dai signori banchieri, come si evince dalla lettera a firma congiunta di Trichet e Draghi inviata venerdì scorso a Berlusconi.

Federico Fubini sul “Corriere dell’8 agosto 2011” ne riferisce i contenuti commentando che: la “lettera deve aver stupito anche chi l'ha ricevuta: ci sono le misure da prendere, c'è il calendario secondo cui andrebbero applicate e non mancano neanche gli strumenti legislativi che la Bce chiede che il governo adotti”: la BCE non soggetta a nessuno, mai democraticamente eletta da alcuno, impone le sue condizioni al Governo dello Stato italiano, democraticamente eletto, come ha fatto con la Grecia. Tutto ciò a fronte della sola promessa di “acquistare”, con propri soldi emessi senza alcun costo, i titoli del debito pubblico italiano per i quali, oltre ad indebitarci dell’importo corrispondente dobbiamo pagare da subito anche gli interessi.Tra i tanti disastri economici, occupazionali e sociali che comporta il rientro dal debito pubblico fittizio così costruito, potrebbe risultare utile per riuscire a far comprendere ai più le conseguenze che derivano dalla perduta sovranità monetaria, giacché, per far fronte a questo debito fasullo, risorse sempre più importanti vengono prelevate dalle casse dello Stato ed ora direttamente anche dalle tasche dei cittadini, per consegnarle ai signori banchieri, (vedi ticket ecc. ecc e balzelli vari).

A fronte di questa situazione risulta del tutto ovvia la creazione di un fronte comune in grado di pretendere dai nostri politici una strategia nazionale finalizzata a stroncare la creazione surrettizia del debito pubblico, che sottrae la ricchezza prodotta dall'intera comunità, a favore dei banchieri a danno del bene comune, dello sviluppo, dell’occupazione, della sicurezza e della pace sociale.

Quando si dispongono energie limitate come quelle attualmente disponibili per realizzare un “fronte comune”, occorre concentrarle in un unico punto, qualificato, strategico e vitale per il benessere di Tutti: recuperare la sovranità monetaria per impedire che lo Stato, senza alcun motivo continui ad indebitarsi mediante l’emissione di propri titoli di debito, per farli poi scontare dai soliti banchieri.

Se i titoli di debito dello Stato valgono e vengono accettati allo sconto, debbono valere anche i titoli monetari emessi dallo stesso Stato. In vece di sottostare alle condizioni capestro, tipiche da parte di chi amministra il debito, i politici seri, indipendentemente dai loro colori d’appartenenza, Berlusconi e Tremonti in primis, debbono adoperarsi per far ritornare lo Stato a battere moneta in proprio, come ha dimostrato di ben saper fare per oltre 100 anni.
Si monetizza l’asfittico e l’ormai boccheggiante mercato secondo le proprie esigenze, si cessa l’umiliante tecnica del ritardo dei pagamenti pubblici e della grande industria, si rilancia la speranza dei giovani e l’occupazione, si pagano infine i debiti senza contrarre altri debiti.

Imprenditori, datori di lavoro e lavoratori saranno sicuramente lieti di far fronte con la propria produzione al controvalore dell’emissione monetaria emessa direttamente dallo Stato italiano.

Qualsiasi comitato, qualsiasi associazione, senza tanti se e tanti ma, deve riuscire in via prioritaria a comprendere e far comprendere l’utilità di questa azione comune.

Savino Frigiola

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