sabato 6 agosto 2011
Alba Mediterranea, complotti speculativi, alta e bassa finanza ed il "fronte comune" contro l'imminente disastro....
"Disaster.. disaster.. or man-made hazard that has come to fruition" (Saul Arpino)
Scrivono alcuni membri di Alba Mediterranea, su vari temi economici:
Ecco quello che si legge su Finanza Online un forum di finanza: E' fortemente scoraggiata la pubblicazione di testi (e video) che si rifanno ad una concezione del mondo complottista. Definiamo complottista qualunque teoria che leghi, senza dimostrazione alcuna, la causa ultima di un evento alle attività - segrete e nascoste - di un qualsiasi gruppo di persone. I thread che rientrano in questa categoria verranno chiusi o spostati nel fondoscala a discrezione della redazione...
Commento di Giorgio Vitali: GIUSTO! SONO LORO AD AVERE RAGIONE! COMPLOTTO è UN TERMINE INVENTATO DA LORSIGNORI PER METTERE ALLA BERLINA E QUINDI PER SMINUIRE L'IMPATTO DELLE RIVELAZIONI, TUTTI COLORO CHE SI LIMITANO A SVELARE CIO' CHE ACCADE REALMENTE NEL MONDO…”
E NEMMENO DIETRO LE QUINTE! SI TRATTA DI NORMALE AMMINISTRAZIONE. LORSIGNORI NON FANNO ALTRO. COMPLOTTISMO SAREBBE AFFERMARE CHE, SICCOME LA SICCITA' DEL CORNO D'AFRICA HA MESSO PER TERRA L'ECONOMIA DI QUEI PAESI, E QUESTI SONO CADUTI SUBITO NELLE FAUCI DELLE MULTINAZIONALI, LA SICCITA' STESSA SIA STATA PROVOCATA DALLE MULTINAZIONALI. MA ANCHE QUESTA è UNA QUESTIONE CHE PUO' ESSERE REALISTA!”
Prosegue con un articolo di Giuseppe Turrisi sul “Fronte Comune”:
“Fronte comune”? Perché no!!! Ma!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Come molti, abbiamo preso con gioia l’ardita iniziativa di un “fronte comune” . Ma nel voler fare “qualcosa” bisogna essere prima “qualcosa”, è necessario definirsi e presentarsi. Nell’essere, o nel “voler essere qualcosa” per poi “fare qualcosa” bisogna partire necessariamente da definizioni comuni chiare, perché poi si rischia di credere di pensare la “stessa” cosa (nel senso di simile) che però non è la “medesima” cosa (ossia unica cosa). Certamente la necessità estrema di dover fare qualcosa contro catastrofe economica che ci si sta abbattendo addosso è innegabile. Non ci sarà solo una catastrofe economica, ma ci saranno cambiamenti epocali molto seri ed impegnativi. L’emergenza economica che si sta abbattendo, ma subito dopo, ci sarà l’emergenza sociale e democratica, sarà drammatica (ma sembra non sconvolgere nessuno più di tanto).
Il disastro si abbatterà inevitabilmente ed inesorabilmente a breve, non solo in Italia ma in tutto il mondo “democraticamente civilizzato dal sistema della moneta debito” ma anche sui mercati in cui il dollaro è (ancora) di fatto la moneta di riferimento.
Siamo felici di aver letto l’articolo di Lorenzo Chialastri (venerdì 5 agosto u.s.), poiché salvo alcune sfumature sembra essere stato scritto da uno del nostro movimento (alba mediterranea) per contenuti ed analisi.
Allo stesso tempo siamo d’accordo con (socialista anticapitalista, mercoledì 3 agosto pg3) che sostiene di indire la “giornata unica della memoria per i morti comuni” (i morti sono morti e basta non c’è colore politico) in questa giornata si dovranno celebrare oltre ai morti (di entrambe le parti), anche le “scuse reciproche” degli eccidi “gratuiti” fatti sia dai partigiani, che dai nazisti; se si capisse che si sono uccise delle vite umane (prima che ogni altra classificazione) si finirebbe una volta per tutte, questo teatrino storico, di riproporre fatti distorti e speculativi, serviti solo a dividere per imperare. Se solo si conoscesse la storia veramente!! Basti sapere che la banca dell’URSS (ripeto URSS non Russia) ossia l’Unione Sovietica “Comunista” aveva azionisti banchieri americani, o che Stalin prese accordi con Hitler o che ci sono 64000 morti a causa di bombardamenti americani, o che l’Italia perché sconfitta da accordi di guerra non può prodursi più del 15% dell’energia, il resto è obbligata a comprarsela, ecc, ecc, si capirebbe una volta per tutte in quale piccolo giardinetto di notizie false ci hanno fatto crescere e scontrare (anche con ragazzi che sono morti da entrambi le parti credendo ad un ideale) solo per tenere in piedi il teatrino di sinistra e destra. Oggi infatti l’ultima evoluzione di quelle ideologie (PD e PDL) di fatto sono la stessa identica cosa ossia camerieri che rispondono allo stesso unico padrone ma solo con la uniforme diversa, (il giochino del terzo polo non merita neanche lo spreco di queste quattro battute).
Se riusciremo ad essere “oltre” con questo “fronte comune” allora avremo già vinto. Le divisioni, sono state indotte, programmate, inculcate, plagiate, ma non solo nei contenuti ideali, ma soprattutto nei metodi fino al punto di avere indotto anche finte lotte ma con morti veri (brigate rosse, prima linea, ecc) tutte pagate dai servizi segreti o simili . Quando sostengo che ci vorrà un dura ristrutturazione culturale, intendo proprio quella forza che ci servirà per saltare il muro del giardinetto in cui crediamo di essere nella ragione ed entrale invece a ragionare nel territorio molto più grande che li com-prende entrambi. Ma occorre un nuovo livello superiore di pensiero. (I problemi non possono essere risolti dallo stesso livello di pensiero che li ha creati Einstein)
Se ci riflettiamo veramente le sovrastrutture, soprattutto quelle ideologiche sono servite (e servono) poi, solo a classificare (bello, brutto, comunista, capitalista, settentrionale terrone, bianco nero, ecc) ; e si classifica solo per selezionare, si seleziona per scegliere.. questo si, questo no, questo è dei nostri, questo no…. ossia dividere per poi gestire potere e ricchezza.
In questo auspicabile “Fronte Comune” le divisioni, infatti, sulle fondamentali non ci sono mai state e “Rinascita in parte ne è la dimostrazione”. Le divisioni che ci sono state, molto spesso sono state promosse e aizzate, per una pura divisione del popolo, infatti, un popolo diviso è più facilmente gestibile. Le divisioni sono spesso finanziate e sono strumenti per gestire potere. Per fare un esempio i gruppi di rivolta dei paesi del nord africa, avranno sicuramente delle idee di libertà nella loro fase di partenza, ma queste sono poi cavalcate dalle lobbies di potere e suoi “derivati”. La stessa cosa potrebbe (già successa molte, volte ansi sempre) che movimenti che nascono con idee genuine, naturali, sociali, ecc anche con una forte struttura ideologica finiscono sempre per accodarsi a quel sindacato, quel partito, quel politico in disgrazia che per ri-accaparrarsi una base elettorale si avvicina ai movimenti “border line” o associazioni (neonate) e si insinua come un “cavallo di troia” per poi al momento buono tirare le fila ed il consenso per continuare quello che poi ha sempre fatto. Il nostro punto fermo infatti è proprio quello di evitare queste “sirene” ed il loro canto dolcemente melodico, che incanteranno sicuramente menti poco preparate e molto permeabili proprio perché coltivate e cresciute in quelle che, Lorenzo Chialastri chiama “camere di compensazione” che fanno poi da sfogatoio.
Ci vuole assolutamente un “Fronte Comune” come sostiene Rinascita, è non vi è dubbio come successe alla prima internazionale che si trovarono d’accordo di ogni estrazione politico-socio-culturale. Il timore è che sicuramente,e tutti i movimenti, le associazioni ecc convergono sul malessere comune, sul fatto che cosi non può andare avanti e che è necessaria una svolta; ma poi divergeranno sul “cosa fare” perché di fatto tutte queste persone provengono da anime e da un retroterra culturale molto blindato e molto diverso. Tutti pretendono che l’altro si iscriva alla propria associazione perché si ritiene nella verità assoluta, ma la necessità che sta arrivando stroncherà questa idiozia a favore del “fronte comune”.
Insieme al “movimento” o coordinamento di movimenti “fronte comune” c’è, a mio avviso, la necessità di operare un percorso di rivoluzione, individuale, intellettuale culturale, politico e di azione che inevitabilmente significa, prima, spogliarsi di convinzioni sovrastrutturate e cementificate da sessanta anni di propaganda di mezze se non complete false verità ed una vera e propria formazione politica. Se non si è preparati si andrà solo a morire, la conoscenza fa sempre la differenza.
A tal proposito è fondamentale difendersi o quanto meno “vaccinarsi” dagli ideologhi dell’ultima ora, che svegliandosi, solo oggi, cominciano a parlare di cose, che noi diciamo da oltre un decennio (G.Auriti, S.Frigiola, N.Bellia, M.Saba N.Galloni, G.Vitali, D. De Simone, L. Marra, A. Miclavez, M. Della Luna, E. Lannutti, A. Molinari, G. Fava, F. Caffe ecc solo per citarne alcuni ed ogni uno di questi nella sua indipendenza ); perché la domanda che a noi (albamediterranea) nasce spontanea è la seguente; questi signori, mentre noi denunciavamo giorno per giorno la cessione di un pezzetto di “sovranità” (politica, economica, e di conseguenza umana) da parte di una politica tutta (destra è sinistra sono ubbidienti allo stesso padrone) sempre più insignificante, sempre più serva delle lobies, sempre più inutile per il popolo, questi dove erano? Cosa scrivevano? Casa nascondevano? Da chi erano stipendiati? Un paletto lo mettiamo sicuramente e chiaramente, non prenderemo ordini, ne ci faremo dire cosa fare, da qualsiasi pseudo improvvisato salvatore ideologo, dell’ultima ora, che fino ad oggi non si erano accorti di nulla o volutamente ha fatto finta di non sapere nulla.
La macchina che vogliamo cambiare, è come un buco nero e qualunque cosa si avvicini viene attirato nel buio e collassa all’interno nullificandosi. La storia ci insegna che molti, partiti (anche quelli che sono nati con l’idee più oneste, di fatto, quando sono entrati in parlamento, sono stati “assimilati” ed “istituzionalizzati”. Il rischio è molto alto anche perché il “fronte comune” che sta nascendo, prima o poi dovrà coinvolgere, elementi che sono stati in passato “assimilati” ed “istituzionalizzati”.
L’impresa quindi è enorme soprattutto sotto il fronte culturale ed individuale. Ci sono delle convinzioni che sono dure da estirpare. La psicologia del denaro, l’idea del’interesse sul denaro, il concetto di comprare a debito sempre e per forza, smettere di pensare che le privatizzazioni sono un bene ecc, solo per fare degli esempi sono entrati talmente nel nostro DNA intellettuale che sarà difficile destrutturare e ristrutturare. Il primo cambiamento comincia da come noi ci “relazioniamo con il sistema”, se non comprendiamo che anche noi siamo il sistema, non si va da nessuna parte. I nostri pensieri, le nostre convinzioni, le nostre scelte, i nostri acquisti, il nostro voto, le nostre cause, l’educazione che diamo ai nostri figli, il vicino di cui non ci frega niente, il film che scegliamo di vedere, o il giornale che scegliamo di leggere ecc. Si tratta di comprendere di uscire dalla propria mappa di rappresentazione (e/o camera di compensazione) e capire che da oggi in avanti si deve entrare in un nuovo modello (oltre) di rappresentazione molto più ampio che ha a che fare con dei processi di carattere internazionale come la globalizzazione (quindi imbecilli di sinistra o di destra che si rigettano a vicenda la colpa non servono a nessuno).
Si deve cominciare a capire che non c’è confine, (non ci dovrebbe essere confine) tra “noi” e “voi” ma solo una comunità umana e civile che con la democrazia diretta (modello svizzero) cresce si sviluppa e si autodetermina con la propria “sovranità”, la propria politica, la propria moneta. Tutti dovrebbero sapere di economia, (come insiste Domenico De Simone nel suo ultimo libro “Crac”) perché tutti usiamo il denaro, perché tutti “siamo valore, e “tutti generiamo valore”. Come la lingua fa una nazione (la lingua italiana che tutti dovrebbero studiare) cosi anche l’economia fa una nazione.
Poiché tutti usano il denaro e fanno economia. Se tutti conoscessero la natura della moneta e come viene generata, molti problemi non esisterebbero. Ci sarebbe un consumo intelligente, ed il rapporto con il denaro cambierebbe.
La conoscenza è l’unica arma. Non illudiamoci che la massa delle persone possa comprendere tutto questo in cosi breve tempo (poiché il tempo è veramente poco prima del collasso), non perché la gente sia stupida, ma perché è stata programmata a delegare (e mai a responsabilizzarsi) è stata programmata a lavorare, sopportare e rassegnarsi, e poi quando era sfinita a distrarsi e divertirsi.
Togliere il tempo e distrarre sono strategie fondamentali nel meccanismo del controllo. La massa spesso sta male e non comprende il perché e da la colpa al governo di turno (tanto sono tutti ladri) Non c’è proprio traccia, ne di senso critico, ne di capacità di azione. Sarà molto dura quindi far passare dei messaggi in breve tempo e farli assimilare. Comunque il disaggio del popolo cresce a ritmi elevati, ma solo questo non può essere motivo di rivoluzione, infatti rivoluzioni che nascono solo sulla insofferenza diffusa sono destinati al fallimento ed il rischio di essere usate (come sempre) dalla lobbies a proprio uso e consumo per azioni diversive è altissimo. In ogni caso mostrano il segno che il popolo vuole fare la sua politica (Res Pubblica) perché quella ufficiale è ormai molto lontana.
Un “fronte unico” prevede una “macchina organizzativa” non indifferente (sopratutto formativa) e prevede finanziamenti, (il sistema che combattiamo è fatto in modo che non possano nascere movimenti consistenti che non siamo controllati da loro stessi) sappiate che arriveranno dei finanziatori spontanei, ma ricordiamoci che quei finanziamenti che arriveranno senza essere chiesti, sono quelli di Giuda.
Il “Fronte Unico” è sicuramente una necessità, ma saremo capaci di affrontare Golia.
Il “fronte comune ideale” se si affrontano le fondamentali: ritorno al rispetto della dignità umana, sovranità vera del popolo e della ricchezza che è e che crea (sovranità monetaria) allora la convergenza di una “Destra Sociale” di un “Centro anche Cristiano” e di una “Sinistra Nazionale” si trova, ansi si è già trovata (gli opposti alla fine si attraggono).
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