Massimo Fini dixit:
Da una parte ci sono le responsabilità degli addetti ai lavori, editori e giornalisti. Gli editori che invece di essere indipendenti sono legati ai poteri politici ed economici, tanto è vero che le case editrici sono di proprietà delle banche e di altre grandi imprese. I giornalisti che dovrebbero non fermarsi di fronte a nulla e invece stanno bene attenti a non dare fastidio a nessuno, a meno che i loro attacchi siano decisi da chi li paga. La “libera stampa” che si trasforma nell’ufficio stampa del potere.
Dall’altra parte ci sono i lettori dei giornali e gli spettatori televisivi. Tutti quelli che si illudono che basti seguire le “news”, o tutt’al più qualche dibattito di pseudo approfondimento, per essere perfettamente in grado di comprendere e giudicare qualsiasi avvenimento. Economico e politico. Nazionale e internazionale.
L’editoriale di Fini è dedicato, invece, all’Afghanistan. La chiave di lettura è nel titolo: “Fuori dalla Nato, fuori dall’Afghanistan”. È l’altra faccia dell’invasione voluta da George W. Bush e avviata nell’ottobre 2001: accanto agli scopi economici e strategici la cosiddetta “missione di pace” serve a mantenere in piedi l’Alleanza Atlantica. Cioè il controllo di Washington sull’Europa.
Nell’altro editoriale Marco Travaglio presenta il nuovo quotidiano che partirà il 23 settembre. Niente finanziamenti di Stato e assoluta libertà di indagine. Quello che per il giornalismo dovrebbe essere la regola ed è diventato, purtroppo, una stupefacente eccezione.
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