La posizione di Trump è altalenante, dipende dagli umori del momento, dal tenore delle telefonate che scambia con Putin e Zelensky, insomma ha un atteggiamento ciclotimico da matrona sull'orlo della menopausa. La ciclotimia sofferta da Trump è caratterizzata da fluttuazioni che non raggiungono mai un climax preciso, oscilla tra alti e bassi che poi si ripercuotono sia nella sua politica che nelle sue espressioni emozionali. Questi cambiamenti dell'umore si manifestano con periodi di ipomania e di depressione, intervallati da periodi di apparente stabilità emotiva. Abbiamo visto le impennate schizofreniche di Daddy sia nelle sue azioni e reazioni nei confronti della UE, della Russia, della Cina, in definitiva con il mondo intero. Forse dovrebbe farsi consigliare dalla moglie Melania che dimostra molta più saggezza e maturità, pur restando pubblicamente silente. Ma evidentemente la spinta atavica a giocare il ruolo del pistolero, un po' pentito ed un po' pronto all'OK Corral, è troppo forte e sbarellatrice per il nostro daddy.
L'esperto Nicolai Petro giudica "cerchiobottista" il comportamento di Trump, sia nei confronti sia della Russia che dell'Ucraina, lo fa per trarre vantaggio da entrambe le parti, prima che sia troppo tardi, ovvero che l'Ucraina si sfaldi completamente o che l'intromissione di forze esterne, sempre più invadenti, non provochino un conflitto allargato: "Se le tendenze attuali continuano, mi sembra che i Paesi che sostengono l'Ucraina seguiranno la strada degli Stati Uniti. Diranno semplicemente che Papà Trump aveva ragione. Dichiareranno che l'Ucraina non può vincere e che dovremmo facilitare i negoziati. E se ipotizziamo che la Russia mantenga il suo attuale slancio, la sua capacità di produrre armi e di ricostituire i ranghi dell'esercito, e l'Ucraina no, allora anche il più fervente nazionalista capirà che i negoziati di pace sono necessari per la sopravvivenza dello Stato".
La disamina di un altro analista, Vincenzo Brandi, vede l'Ucraina come un ponte e lo scopo di un ponte è quello di collegare le due sponde, in questo caso trattasi dell'est e dell'ovest europeo: "La principale richiesta della Russia è che l’Ucraina torni al suo ruolo di paese neutrale e pacifico, ponte tra Russia e Occidente, che era assicurato prima del colpo di stato di Maidan dal governo neutralista di Yanukovych eletto Presidente dagli Ucraini in regolari elezioni. Dopo la spettacolare avanzata attuata dalla NATO negli ultimi 30 anni, che ha portato questa alleanza aggressiva a minacciare direttamente i confini della Russia, il passaggio forzato alla NATO dell’Ucraina (un paese che ha fatto nei secoli sempre parte integrante della Russia) avrebbe minacciato al cuore la sicurezza della Russia e avrebbe rappresentato per la Russia una “linea rossa” da non superare. I Russi chiedono inoltre che dopo 8 anni di sanguinosa guerra civile nel Sud-Est dell’Ucraina abitato da popolazioni russofone, e altri 3 anni di guerra aperta tra Russia e NATO (per interposta Ucraina) si tenga conto della situazione maturata sul campo di battaglia, che ha visto grandi avanzate dell’esercito russo".
Il punto di vista della Russia espresso dal Ministro degli Esteri Serghey Lavrov in una intervista al quotidiano ungherese "Magyar Nemzet" del 7 luglio 2025.
"La Russia è sempre stata e rimane aperta a una soluzione politica e diplomatica in Ucraina. Tuttavia, deve portare una pace duratura, non un semplice cessate il fuoco. Non abbiamo bisogno di una pausa che il regime di Kiev e i suoi alleati stranieri useranno per riorganizzare le forze, continuare la mobilitazione e ricostruire la propria capacità militare. Una soluzione sostenibile non può essere raggiunta senza eliminare le cause profonde del conflitto.
Punti principali:
• I russi in Ucraina sono stati perseguitati e uccisi. Questa politica è stata adottata subito dopo il colpo di stato a Kiev del febbraio 2014. I punitori ucraini hanno ucciso più di 10.000 civili russi e russofoni del Donbass dal 2014.
• In conformità con il diritto internazionale, si sono svolti referendum in Crimea, Sebastopoli e nelle repubbliche popolari di Lugansk e Donetsk, nonché nelle regioni di Zaporozhye e Kherson. L'affluenza alle urne è stata molto alta e la stragrande maggioranza degli elettori ha votato per la riunificazione con la propria patria storica, la Russia. In tal modo, il popolo ha esercitato il proprio diritto all'autodeterminazione, sancito dalla Carta delle Nazioni Unite. Questo costituisce il fondamento su cui la Russia esercita la sovranità sui territori sopra menzionati.
• Qualsiasi osservatore imparziale può chiaramente vedere che il regime di Kiev, che ha elevato la russofobia a politica di stato, non rappresenta la popolazione delle regioni russofone dell'Ucraina, tra cui Crimea, Sebastopoli, Lugansk, Donetsk, Zaporozhye e Kherson.
• Apprezziamo l'approccio equilibrato della leadership ungherese che, nonostante le incessanti pressioni della NATO e di Bruxelles, mantiene un approccio pragmatico nelle relazioni con il nostro Paese. Nonostante le sanzioni contro la Russia, i legami commerciali ed economici bilaterali continuano ad espandersi.
• Gli esperti e gli analisti che ritengono che le cerchie dominanti dei Paesi europei e nordamericani stiano deliberatamente dipingendo la Russia come un nemico hanno ragione, e lo fanno per consolidare le posizioni di coloro che sono stanchi delle questioni sociali ed economiche. È del tutto possibile che, gonfiando il mito della minaccia russa, stiano cercando di distogliere l'attenzione dai propri fallimenti nell'affrontare i problemi reali.
• Ciò che ci rattrista e ci preoccupa davvero è il fatto che proprio l' "Europa unita" stia alimentando la russofobia, rilanciando il complesso militare-industriale e inimicandosi la Russia. Un tempo progetto di integrazione, l'Unione Europea si è trasformata in breve tempo in un blocco politico-militare, essenzialmente una propaggine della NATO. Si tratta di una dinamica pericolosa che può avere conseguenze di vasta portata per tutti gli europei".
Commento di D.M.: "L'americano torna a cavalcare la sua altalena politica preferita. "Sono soddisfatto della conversazione con Putin". "Sono deluso dalla conversazione con Putin". "Non forniremo nuove armi all'Ucraina". "Forniremo molte armi all'Ucraina".
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