Vignola - Vittorio Marinelli con il bastone della parola
Ho seguito Paolo D’ARPINI, divenuto oramai una sorta di eccezionale organizzatore turistico, in questa, almeno per me, nuova iniziativa in terra emiliana. Per l’esattezza, a Vignola, città che si è scoperto poi essere famosa in tutta Italia per una particolare qualità di ciliegia, un po’ più grande rispetto al solito e certamente squisita. Purtroppo la raccolta della stessa si era conclusa da poco e abbiamo solo potuto immaginare il sapore della leccornia.
Via Cantelli a Vignola
Arrivati, Riccardo e io, diversamente che come definiti da Paolo “freschi freschi”, caldi caldi da Roma, in questo giugno che, così forte, ci ha storditi con l’ingresso trionfale dell’estate, abbiamo approfittato del bagno del teatro per rinfrescarci e cambiarci di abbigliamento un po’ come ai vecchi tempi dell’interrail per indi essere letteralmente sconvolti dall’incalzante ritmo teatrale di Teodoro, paladino del seme, che è svettato tra noi relatori per il pathos della tragedia greca. Una grande emozione sentire parlare questo uomo che ha dedicato la sua vita al seme, come emblema sintomatico della Natura.
Tra convenevoli e scambi di saluti tra gli ospiti arrivati, ci siamo dunque spostati alla fattoria La Bifolca di Maria, squisita padrona di casa che ci ha accolto in mezzo ai ciliegi, lo specifico di Vignola, in mezzo all’acqua del Panaro e di un canale pieno di acqua, inno alla natura, come sapientemente e non stravolta, in quel caso, condizionata dall’uomo.
Distribuzione dell'acqua benedetta di San Giovanni
Siamo potuti perciò partire per la raccolta delle erbette e dei fiori per preparare l’acqua di San Giovanni, una sorta di fiori di Bach aventi poteri poco meno che magici, tamaturgica. Peccato che arrivato a casa, il bimbetto abbia disperso il prezioso liquido sopra il pavimento, che avrà beneficiato in misura maggiore del sottoscritto, dei detti effetti.
E già gli sorgeva il dubbio sul fatto che fosse meglio accamparsi con la tenda in mezzo alla natura piuttosto che fruire della sala yoga messa a disposizione vicino Vignola.
Per mano in cerchio nel bosco sul Panaro
In questa passeggiata, siamo arrivati sulle sponde del Panaro laddove abbiamo fatto un rito sciamanico prendendosi per mano e formando un cerchio mentre il tamburo di Isabella dava il ritmo per sintonizzarci e sincronizzarci con la frequenza dell’universo.
Abbiamo, quindi, potuto fruire della cucina delle nostre vivandiere per essere quindi pronti per il cerchio di fuoco con la luna piena testimone sopra di noi.
Anche in questo caso, il tamburello, il flauto indiano e il battito delle mani percuotevano la nostra anima facendola vibrare all’unisono con l’universo, del quale eravamo un tutt’uno.
Il salto del fuoco, più un fuocherellino, veramente, non richiedente grande sprezzo del pericolo, ha scandito anch’esso lo scorrere del tempo.
Abbiamo concluso la serata utilizzando il conforto del centro yoga con un po’ di rimpianto, in effetti, rispetto a quell’ambiente naturale che eravamo abbandonato e che ci avrebbe potuto fare da accogliente letto con la nostra tenda.
Il giorno dopo, ci siamo immersi nell’atmosfera della nuova Emilia rappresentata in quel mentre da un bar caratterizzato dall’essere il gestore un cinese, simpatico, e gli avventori pensionati intenti a giocare a carte e a leggere il giornale.
Arrivati nuovamente alla fattoria di Maria, abbiamo esternato le nostre impressioni seduti sopra balle di fieno messe a mo? di cerchio, dove ognuno di noi ha esternato le proprie sensazioni con un bastone coll’iperico a ornarlo, che pareva una specie di chillum e l’iperico marijuana .
Dopo aver proceduto al pranzo conviviale con il ben di Dio che ognuno di noi aveva portato, tra cui svettava un’ottima birra all’ortica, abbiamo proseguito nuovamente le nostre passeggiate lungo il Panaro immergendosi in acqua e procedendo a un battesimo che è stata pure la scusa per rinfrescarci.
Introduzione all'esperimento di ecopsicologia
Ritornati alla base, abbiamo fatto un bell’esperimento di ecologia psichica consistente nell’essere accompagnati a occhi chiusi e dover toccare con le mani e sentire con il naso il profumo degli oggetti che, tante volte, con gli occhi aperti non vediamo.
La serata è proseguita con due dimostrazioni teatrali con attrici di eccellenza – Caterina, Maria e una delle tre vivandiere - vestite nella prima scena da monache cattoliche e nella seconda da monache buddiste e con Paolo D’Arpini servo distratto e assonnato che, nel non alimentare il lume a olio, interrompeva il rito del silenzio delle tre monache.
Tre monache buddiste in arrivo
La serata si è conclusa con un bell’aperitivo e con l’idea di rivederci nuovamente in Abruzzo, il prossimo anno....
Unione, amicizia, rilassamento, riflessione: tante e tante l’energie positive dell’incontro. Una bella esperienza
Vittorio Marinelli
Gruppo di lavoro davanti al Teatro Cantelli di Vignola
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