Mercoledì 5 giugno 2013, la rassegna stampa televisiva, ha mostrato la prima pagina del "Giornale", l'organo-linguetta del Silvio da Arcore. Enorme titolo in prima pagina: "il pdl ad un passo dalla rivolta".
Di primo impulso ho pensato che i berluscones stessero meditando una congiura di palazzo contro "lui": normale attività italiota. Un mini 25 luglio in sedicesimo, (o forse meno, fatti i debiti confronti).
Invece mi sbagliavo. La rivolta in questione non era contro l'unto dal signore, ma contro l'Ordine della Magistratura.
Ora non sto ad indagare se il Silvio si sia o meno ingroppato la Ruby e le altre Olgettine. Sono comunque fatti suoi e alla gente, nonostante il battage pubblicitario dei media dell'altra banda, che ha scippato la qualifica di progressista, non ne frega assolutamente nulla.
Neppure a me interessa alcunché: puzza di strumentalizzazione lontano un miglio.
Ma quello che mi ha fatto sobbalzare e scompiscire dalle risa è l'immagine dei berluscones che scendono in piazza a fracassare tutto.
Ve la vedete la squadra di assalto? Davanti a tutti il prode Angelino, che sbandiera il Brunetta, pronto ad usarlo come clava sulla zucca dei Poliziotti e dei Carabinieri in tenuta anti sommossa.
Ai sui fianchi la Bramballa in microgonna e tacchi a spillo, con sei cagnolini al guinzaglio. Unitamente alla Santanché , appena uscita da un centro benessere e col terrore di rompersi un'unghia.
La "squadraccia" comprenderebbe anche "machi" come Capezzone e Scilipoti.
Terrificante (se aprono bocca, beninteso). Dell'Utri si defilerebbe con consumata consuetudine, dando le direttive via cellulare. Sallusti scatenerebbe decine di fotografi, con la raccomandazione di usare solo "campi corti", per evitare la testimonianza di una massa che non c'è.
Però Del Debbio sparerebbe uno speciale a reti unificate annunciando una prossima marcia su Roma.
Mi permetto di dare un consiglio a Mediaset: licenzi pure gli autori di "Striscia" e di "Zelig": sono superati e diventati inutili. Basta riportare questo tipo di notizie e la giornata comincia col buon umore.
Povera Italia! Situazione come sempre tragica, ma mai seria.
Fabrizio Belloni
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