Il troppo stroppia.
Cari amici, sono avvilito per la crudeltà mostrata impunemente e giornalmente nel mondo, ma debbo dire che spesso anche noi causiamo un “massacro”. Un affronto che viene fatto alla natura ed alla vita. Ogni giorno tonnellate di cibo vengono gettate nei cassonetti dell’immondizia mentre c’è gente ed animali che soffrono la fame. Proprio oggi ho letto su un quotidiano di Modena che alcuni barboni sono stati denunciati perché svuotavano un cassonetto alla ricerca di cibo. Vorrei portare la vostra attenzione su ciò che è possibile fare per evitare questo obbrobrio e per concretizzare la sacralità del cibo.
Tanto per cominciare evitiamo cenoni selvaggi a base di carne e prodotti chimici vari, riscopriamo il cibo semplice e pulito delle nostre campagne. Niente scatolette e scatoloni con zamponi e panettoni… ma sane grigliate di verdure con dolcetti fatti in casa.
Magari –se potete e volete- come abbiamo fatto anche noi negli ultimi vent’anni, inventatevi anche voi un “Natale per i senza Famiglia”, invitando amici e sconosciuti che altrimenti resterebbero da soli per le feste. Non solo farete un’opera buona ma scoprirete il vantaggio della solidarietà umana che crea a amicizia e felicità reciproca.
Infatti quando durante le feste di Natale ci rimpinziamo egoisticamente ed all’inverosimile non celebriamo più la sacralità della comunione primordiale.
L’uomo un tempo considerava la Terra come una madre ed i suoi frutti i doni per la continuazione della vita. Il cibo è sacro, simbolo dell’amore materno, e la condivisione di cibo pulito è considerata la migliore offerta a Dio. In tal modo, senza dover ricorrere a sterili cerimonie religiose e pretesche, ognuno di noi può essere sacerdote davanti alla divinità, offrendo e ricevendo energia spirituale in forma di alimenti non cruenti (evitando riti di morte).
Grazie e buone feste, Paolo D’Arpini
lunedì 19 dicembre 2011
Appello anticonsumista natalizio ed auguri di buon 2012
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