venerdì 24 dicembre 2010

Fabrizio Belloni: "Auguri anomali per un nuovo anno forse già vecchio.."



Si fa presto a dire "Buon natale", o addirittura "Felice Anno Nuovo"!
Come se ci fosse qualcosa per cui gioire, qualcosa di bello, buono, degno, o almeno decoroso che ci spinga al sorriso. Ovunque ci giriamo lo spettacolo è desolante, mortificante, grigio, nebbioso. Malato.

A guardare con occhi disincatati ci si accorge che la strategia di "coloro che possono" continua micidiale, precisa, cinica e spietata.

Hanno cominciato ad isolare l'Uomo, rendendolo solo, con incomunicabilità inoculata ed immessa a forza nello spirito e nel cuore. Pornografia, televisione, cultura negata, edonismo sterile, omogeinizzazione, economicità come unico valore........ sono solo alcune caratteristiche, categorie mentali usate per distaccare l'Uomo da se stesso. Apparire ed avere: sono i nuovi Baal del terzo millennio. Essere e volere sono dimenticati, negletti. Dovrebbero essere al primo posto, invece.

Avviata e rafforzata la solitudine, fatta crescere in pianta stabile e diffusa, "coloro che possono" sono passati al secondo stadio: la distruzione scientifica e programmata della Famiglia, primo nucleo sociale, e della Comunità. Sono i due pilastri sui quali appoggia la storia dell'Occidente. La Gens Romana, per capirci con un esempio di comune credibilità, la Gens, la Comunità familiare allargata, fulcro di civiltà millenaria, ventre partoriente di cultura che sfida i secoli, di bellezza, arte, vivere civile, forza, potenza.

E siamo in attesa di vedere l'ultimo attacco: il tentativo di distruggere la Società, che altro non è se non la sommatoria delle varie Comunità che hanno un idem sentire, una storia comune, una scelta di tradizioni, origine, razza comune. I mezzi messi in campo sono globalizzazione,- l'aspetto economico, finanziario -, e il mondialismo, l'aspetto politico-militare.

E tutto questo per cosa? Per che fine?
Per costruire il loro maledetto terzo tempio, "cui tutti i popoli e tutti i re della teera porteranno tutto l'oro del mondo".
Sembrerebbe così h ben poco rimanga da festeggiare, od anche solo da augurare.

Eppure.
Eppure sento dentro il cuore una dolcezza infinita per i figli.
Sento calore pensando agli amici, non molti, ma sceltissimi, fidati, inaffondabili.
Sento orgoglio nella stanchezza serale quando la giornata è piena di cose fatte: "el laurà l'è el laurà" (il lavoro è lavoro, per i non Longobardi; nè servono altre parole, dalle nostre parti).

Trovo ancora un moto di forza orgogliosa nello scandalizzarmi, nell'arrabbiarmi per le mille storture che incontro ogni giorno. Mi viene ancora voglia di prendere una sbarra di ferro e di far fuori un reggimento di farabutti.

Provo soddisfazione nel constatare che sempre più gente desidera cavare fuori la stessa sbarra di ferro, e che cerca di organizzarsi, per mettersi fianco a fianco. E combattere, e non limitarsi alle chiacchiere: "combattere è fare", mi ha detto una delle migliori persone mai incontrata nella mia lunga vita.

E mi viene in mente quella frase: <>.

E quando poi un Popolo si sveglia, non vi è forza al mondo che riesca più a fermarlo. Ci stiamo svegliando: non sono riusciti a seppellirci neppure con il suggello atomico.

E con l'Uomo che si sta rialzando, con l'orgoglio dell'apparteneza, col sentirmi ancora vivo, con le mani che mi prudono, e la voglia mai sopita di combattere ancora che, - ora sì-, me la sento di augurare a tutti Buone Feste e Felice Anno Nuovo.

Fabrizio Belloni

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