Per un bioregionalismo federale in Italia
Nei tempi, purtroppo difficili, dell’attuale vita politica, emergono, tuttavia, delle occasioni per valorizzare un patrimonio culturale importante ma spesso dimenticato. Mi riferisco, in questo scritto, al bioregionalismo che, nella nostra situazione, come si cerca da tempo di porre in luce, risolverebbe molti problemi del nostro territorio. Infatti, la Tuscia è, per così dire, una regione che trova le sue basi giustificative non tanto su un piano politico, quanto in base a riferimenti di natura ecologica.
La situazione vissuta dal territorio posto a confine tra il Nord del Lazio, l’Umbria ed il Sud della Toscana costituisce, come noto, un ecosistema importante sul quale si sono strutturate le organizzazioni istituzionali in una lunga storia che, dall’antichità, ci conduce ai nostri giorni.
L’ecosistema così si configura secondo principi etici e culturali che si collocano nello spazio dell’ecologia profonda. La Tuscia (comprendendo la fascia di territorio attualmente in Provincia di Roma), quindi, manifesta in sé una singolare fusione tra elementi biologici ed elementi spirituali che insieme connotano la singolarità del territorio, abitato dalle popolazioni che, attraverso i millenni, hanno fatto dell’agricoltura e dell’artigianato le loro principali fonti di sussistenza.
L'opzione bioregionale, perciò, assume la sua importanza nel momento in cui, rivisitando le caratteristiche del territorio, riesce a formulare un programma politico condiviso, capace di dar vita ad un progetto di sviluppo intorno al quale possano aggregarsi, in un’attiva partecipazione, le popolazioni di un interessante spazio inter-regionale.
La situazione indicata, fino a questo momento, ha rappresentato i contenuti di un’ utopia lontana dalle possibilità di un’effettiva realizzazione storica ma i, sia pure discutibili, programmi politici che si vanno attuando nel momento presente nel territorio italiano forniscono delle possibilità, forse insperate in altre situazioni, per inserire il nostro bioregionalismo nelle nicchie aperte dalle rivendicazioni federative, in base alle quali si intendono modificare le istituzioni politico-organizzative della nostra nazione. Ciò giustifica, con particolare enfasi, l’opportunità di rilanciare, ancora una volta, al dibattito pubblico la nostra "utopia" concreta del bioregionalismo.
Aurelio Rizzacasa,
Docente ordinario di storia della filosofia all’università di Perugia.
Altro articolo sul bioregionalismo:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/2010/04/30/appello-ad-umberto-bossi-ministro-per-le-riforme-attuiamo-il-riassetto-federale-in-chiave-bioregionale-partendo-dalla-regione-lazio-e-da-roma-capitale-citta-regione/
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