Ha destato stupore e forti perplessità la notizia, divulgata pochi giorni orsono dai media ed in particolare dal TG1 in prima serata, sulla pubblicazione dei risultati della ricerca Interphone in tema di campi elettromagnetici e telefoni cellulari.
Il servizio esordiva in questo modo: "Uno studio assolve i cellulari" !
Appare evidente la faziosità del titolo, corroborata dall'intervista al Dr. Paolo Vecchia, dirigente dell’ISS e presidente dell'ICNIRP, noto sostenitore dell'innocuità delle onde elettromagnetiche. Intervista, peraltro, rilasciata senza alcun contraddittorio e che, mandata in onda in una fascia oraria in cui gran parte delle famiglie italiane sono all'ascolto, deve aver indotto all'ottimismo tutti i possessori di telefonini!
Censuriamo l’atteggiamento sfacciatamente di parte e contrario ai principi di una corretta informazione, adottato dal TG Uno e, nell'esprimere rammarico e disagio per l’episodio, che ancora una volta pregiudica la serietà e l’imparzialità del servizio pubblico di informazione, riteniamo doveroso fornire ulteriori elementi volti a fare chiarezza sulla vicenda Interphone.
Lo studio risale al 2000, coordinato dall’Agenzia Internazionale per le ricerche sul cancro (IARC) di Lione, sotto l’egida dell’OMS, ha coinvolto 13 nazioni (tra cui l’Italia), articolandosi in una serie di indagini epidemiologiche sulla relazione tra l’uso di telefoni mobili (cellulari) e alcune tipologie di tumori e cancri.
Nel 2004 le indagini epidemiologiche sono state completate in quasi tutti i paesi coinvolti e venivano annunciati i risultati complessivi!
In realtà, i dissidi interni tra i ricercatori delle Nazioni partecipanti ha ritardato di ben cinque anni la pubblicazione dei dati.
Il rapporto conclusivo dell’Interphone stabilisce che sono necessari altri studi per poter confermare se l’uso dei cellulari sia o no causa di tumori alla testa.
Ma allora, a cosa è dovuto l’annuncio, dato nel più importante telegiornale della rete pubblica, durante la fascia di attenzione più alta, che assolve i telefonini dal produrre danni alla salute?
Semplice, basta informarsi sulla lista dei sostenitori dello studio Interphone, il cui progetto risulta finanziato in parte dalla Comunità Europea e co-finanziato, per più del 50%, dal Mobile Manufacturers Forum, ente che accorpa 12 tra le principali industrie di telefonia mobile: Alcatel, Ericsson, Mitsubishi Electric, Motorola, Nokia, Panasonic, Philips, Sagem, Samsung, Siemens, Sony Ericsson e ICL & Alcatel Mobile Phones.
Alle quali va aggiunta la GSM Association, altra potente lobby della telefonia mobile, collegata alla “Wi-Fi Alliance”, che assembla più di 300 industrie interessate a livello mondiale alla diffusione delle nuove tecnologie di telefonia mobile e dei servizi wireless.
Inoltre, i programmi dei singoli paesi partecipanti all’Interphone sono finanziati anche dalle Compagnie di telefonia mobile locali: per esempio, nel Regno Unito, O2, T-Mobile, Vodafone, “La 3” !
Ora, l’annunciata assoluzione dei telefoni cellulari contraddice i risultati emersi da rigorosi studi condotti dalla c.d. “scienza indipendente”, cioè libera da condizionamenti esterni e conflitti di interesse, fra cui spicca l’imponente lavoro del ricercatore svedese Hardell, le cui analisi, rapportate ai dati di Interphone, dimostrano viceversa l’incremento del rischio di tumori cerebrali ed al nervo acustico connesso all’uso protratto negli anni dei telefoni mobili.
Queste valutazioni e le conseguenti preoccupazioni per la salute umana sono state espresse oltre che dagli Oncologi Medici Italiani, da importanti documenti pubblicati da qualificati scienziati “indipendenti”, dalla Agenzia Europea per l’Ambiente e persino dal Parlamento Europeo, ma, a quanto pare, gli organi di informazione ufficiale in Italia ritengono corretto rifugiarsi in interpretazioni “di comodo”!
Comitati romani contro l’elettrosmog
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