Ante scriptum:
"...interessante analisi, sicuramente partigiana ma anche utile... le campane meglio sentirle tutte!" (Paolo D'Arpini)
"Io scrivo per invitare alla riflessione. Non possiedo alcuna verità.
Cordiali saluti". (Antonino Amato)
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ACHTUNG BANDITEN:
Nel 1945 ci hanno “liberato”. Nel 2009 vorrebbero ”commissariarci”.
Da tempo vado scrivendo che Silvio Berlusconi rischia di fare la fine di Mattei, Moro, Andreotti e Craxi. E, probabilmente, qualcuno dei miei pochi lettori avrà alzato le spalle dicendo: “E’ la solita analisi del solito becero fascista”. Niente di più sbagliato. E difatti..... E difatti la magna stampa internazionale riprende l’argomento (1). Vogliamo leggere? “Gli ultimi giorni della corte di Re Silvio” s’intitola un paginone dello “Indipendent” di ieri. E il “Times”, con altre due pagine ipotizza che le pressioni per costringere Berlusconi a dimettersi continueranno “fino all’autunno”, indicando il governatore di BankItalia Mario Draghi, come possibile premier ad interim” (1). Naturalmente la stampa inglese indica nella “Chiesa” e in Giuliano Ferrara i sintomi della smottamento del consenso che si era raggrumato attorno a Berlusconi. Mah!
A “la Repubblica” risponde il “Corriere”: Renato Mannheimer ci fa sapere che la popolarità del premier è al 49%, in declino (2). Strano che alle recenti elezioni europee ed amministrative il declino non sia stato notato. Ma osereste dubitare delle analisi di Mannheimer e di Ferrara? Guardatevene, rischiereste un’accusa di “antisemitismo”. Del resto, se Carlo De Benedetti, editore de “la Repubblica” è “devoto della Sinagoga”, gli editori del “Corriere” si dividono tra “devoti” ed “amici della Sinagoga”.
Opino: certi “comportamenti allegri” di Berlusconi hanno suscitato critiche e rimbrotti in seno a Santa Romana Chiesa. Ma è certo che ad entrare in rotta di collisione con Berlusconi è stata una certa fetta della “giudia”. E per motivi materiali, non certo per motivi morali. Ma su questo tornerò.
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Sorvolo su quanto, da mesi, scrivono “la Repubblica” e il “Corriere” sulle “frequentazioni dissipate” di Berlusconi. Non che i fatti non siano veri o, quantomeno verosimili. Ma tutto questo accanimento non dimostra dei “disegni superiori”? Io non so, fate voi.
Segnalo, invece, l’anomalo comportamento del premier israeliano Netanyahu: ha chiesto ed ottenuto di essere ricevuto a Roma, ha avuto dei colloqui cordiali e, volendo ringraziare l’ospite, corre a svelare che Berlusconi gli avrebbe detto che “Obama è debole con l’Iran”. Sia chiaro: Netanyahu è giudeo. E i giudei “dicono sempre la verità”. Sia quando favoleggiano di “Dio che scese sulla terra per stringere un accordo commerciale con il pecoraio Abramo”, sia quando narrano della “schiavitù d’Egitto”, sia quando “piangono sulla Shoah”.
Solo che la verità del giudeo era clamorosamente smentita dai fatti. Perché è un fatto che Frattini, Ministro degli Esteri del Governo Berlusconi, aveva sudato sette camicie per convincere l’Iran a partecipare alla “Conferenza dei Ministri degli Esteri del G8” che si teneva a Trieste. E ha receduto solo in presenza degli scontri che si sono verificati a Teheran a seguito delle elezioni presidenziali. Come poteva Berlusconi dichiarare che “Obama è debole con l’Iran” per il suo tentativo di avviare dei colloqui se, contemporaneamente, il Governo di Berlusconi faceva di tutto per avere gli Iraniani al tavolo delle trattative? Sono misteri, misteri dell’impostura giudaica: sono tanto abituati a raccontare frottole che, ormai, non si avvedono quando superano la misura.
E, poiché anche Domineddio ha i coglioni pieni delle imposture dei giudei, il caso s’incarica di smentirli clamorosamente. Berlusconi va a Corfù, dove è in corso un incontro tra NATO e Russia e ribadisce la “politica d’intesa” avviata a Pratica di Mare nel 2002. Ne scrive Maurizio Caprara con toni d’irridente sufficienza (3). Ne scrive Claudio Titto con analoghi toni (4). Ma Luca Rondarini ci fa sapere che al “vertice NATO Russia tenuto ieri a Corfù, e al quale ha partecipato in prima persona il premier italiano Silvio Berlusconi, unico capo di governo in un vertice programmato a livelli di ministri degli esteri. Sono qui su invito del segretario generale della NATO, spiega in aereo Berlusconi, che mi ha voluto qui per portare avanti l’accordo di Pratica di Mare” (5).
Insomma: Berlusconi è Berlusconi con le sue poche virtù e coi suoi molti vizi. Ma è indubbio che da moltissimi anni conduce una politica estera lungimirante e che detta politica è nell’interesse dell’Italia. Inutile aggiungere che questa politica di “pace” (ripeto: utile all’Italia) è “fatta con il beneplacito dei superiori”. Dubito che Berlusconi, se la situazione precipitasse in “guerra”, non si schiererebbe con USA/Israel. Gli do, comunque atto, di una certa lucidità politica: solo con la pace l’Italia può avere un qualche margine di manovra per fare i suoi interessi.
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Mi si potrebbe obiettare: “Se Berlusconi è allineato alla politica di USA/Israel, se si muove secondo la lunghezza della corda del suo guinzaglio, perché questa lotta senza quartiere?”. Rispondo: parrebbe che da quando la Presidenza degli USA è passato da Bush Jr. (“l’intelligentone avvinazzato”) a Barack Obama (“il negretto ammaestrato”) l’incantesimo si sia rotto. E gli Americani cominciano a conteggiare i disastri causati da una politica troppo allineata ai voleri di Israele e ad una certa finanza rapace, in larga misura in mano degli Ebrei.
E questo è un problema. Altro problema è l’approvvigionamento di gas e petrolio. Allo stato, per portare il gas e il petrolio in Europa sono in costruzione:
1. Il “Nord Stream” di proprietà russa;
2. Il “South Stream”, di cui l’ENI è uno dei principali azionisti;
3. Il “Nabucco” di proprietà varia. Si propone di portare gas e petrolio in Europa; ma, passando attraverso la Turchia, di creare una diramazione verso Israele. (6).
Ecco: mentre il progetto “Nord Stream”, grazie ai soldi di Gazprom e degli industriali tedeschi, avanza nel Baltico; mentre il progetto “South Stream”, grazie ai soldi dell’ENI, avanza nel Mar Nero; il progetto “Nabucco” arranca. E allora si torna alla vecchia storia: do you remember of Enrico Mattei? Ruppe il monopolio delle “7 Sorelle”, ma pagò con la vita.
Che poi la parte di Bruto venga assegnata a Draghi oppure a Fini è particolare secondario. Quello che importa è che “Re Silvio” muoia. Già: naturalmente, ora, bisognerà convincere l’interessato. Ma questo in altra puntata. Perché il teatrino continua. E continuerà finché gli Italiani assisteremo passivamente.
Antonino Amato
(1) “Ultimi giorni alla corte di Re Silvio” in “la Repubblica” del 28 giugno 2009, pagina 7;
(2) “Popolarità del premier al 49%” in “Corriere della Sera” del 28 giugno 2009, pagina 6;
(3) “A Corfù grande show sulla Russia: Intesa con la NATO merito mio” in “Corriere della Sera” del 28 giugno 2009, pagina 5;
(4) “Berlusconi diplomatico per risalire la corrente” in “la Repubblica” del 28 giugno 2009, pagina 4;
(5) “Berlusconi a Corfù: Rappresento lo spirito di Pratica” in “LA SICILIA” del 28 giugno 2009, pagina 6;
(6) “Guerra del gas, Fischer contro Schroeder. L’ex Verde lobbista del progetto europeo” in “Corriere della Sera” del 27 giugno 2009, pagina 19.
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