sabato 11 gennaio 2025

I nordcoreani esistono: "2 nordcoreani (dicasi due) fatti prigionieri da zelensky nel Kursk russo"

 


Dopo mesi di illazioni e storie più o meno assurde, abbiamo (almeno a quanto dicono le autorità ucraine) la prova provata della cattura di due soldati nordcoreani. Non solo la notizia viene twittata da Zelensky (link 1), ma l'SBU ha diffuso un video (sottotitolato in inglese, naturalmente) nel quale i due sono mostrati in varie fasi della loro detenzione amorevolmente accuditi dal personale ucraino di custodia.
Entrambi feriti non in maniera grave, sono stati catturati in due diverse occasioni (una delle quali dall'84° Gruppo Operazioni Speciali, il che ci lascia credere che non si sia stratto di un normale scontro a fuoco; l'unità ha poco fa pubblicato un proprio filmato nel quale si vedono le fasi della cattura, anche se dalle riprese via drone non si vede la faccia del prigioniero, e le riprese in cui la sua identità è evidente sono successive); molto convenientemente non parlano nessuna lingua tranne il coreano (uno dei due anzi non parla nemmeno, scrive, essendo ferito alla mascella - pare anche sia mancino, a giudicare dal filmato), e vengono interrogati con l'assistenza dell'intelligence della Corea del Sud (che si trova, dunque, in Ucraina. Prendiamo atto); ancora più convenientemente uno dei due non ha documenti, l'altro "un falso libretto militare russo" che lo identifica come soldato russo tuvano. Infine, uno dei due (quello con i documenti falsi) ha detto di essere in servizio nell'esercito nordcoreano dal 2021 e di non essere stato informato che sarebbe stato mandato a combattere ma solo ad addestrarsi; l'altro, in servizio addirittura dal 2016, ha confermato la storia (e non si capisce perché, essendo la Corea del Nord una sanguinaria dittatura dove chi non fa il volere dell'imperatore-dio vieni gettato in pasto ai cani - link 2 - a questi due soldati di mestiere non sia stato semplicemente ordinato di andare a morire per la gloria del Juche ma sia ritenuto necessario ingannarli).
Zelensky ha anche aggiunto di aver dato istruzioni all'SBU "di garantire ai giornalisti l'accesso a questi prigionieri", cosa che potrebbe far configurare una violazione della Convenzione di Ginevra, poiché in questi casi non è automatico ritenere che il consenso sia stato dato liberamente - ma passi, abbiamo visto ben di peggio da entrambi i lati. Il mondo, conclude Zelensky, deve sapere la verità.
Ammettiamo dunque senza problemi che la verità sia questa, ovvero che vi siano unità militari nordcoreane non solo in addestramento, cosa nota e ovvia, ma anche al fronte, e cerchiamo di capire i motivi di questa straordinaria attenzione per la loro presenza, considerata così grave. I motivi sono ovvi: presentare la Russia come talmente tanto indebolita da essere "costretta" a chiedere l'aiuto della Corea del Nord per ripianare le perdite; presentare la guerra in Ucraina non come un conflitto locale ma come parte di un conflitto più allargato tra democrazie e "asse del male" (e a questo proposito ricordiamo anche l'enfasi sui droni iraniani); strizzare l'occhio a certi stereotipi razzisti (il "pericolo giallo", la Russia come propaggine occidentale delle orde asiatiche) ancora piuttosto vivi nell'opinione pubblica nostrana; distrarre dagli sviluppi militari del conflitto (sarà un caso, ma l'annuncio di oggi avviene in concomitanza con l'ammissione, da parte ucraina, della perdita di Kurakhovo). Soprattutto, richiedere un ulteriore sostegno alla NATO: Russia e Corea del Nord sono alleate e i soldati nordcoreani sono al fronte, perché dunque i paesi della NATO non fanno lo stesso?
Qui però casca il proverbiale asino. I due soldati, come detto nel video dell'SBU e come confermato dal tweet di Zelensky, sono stati presi prigionieri nell'oblast' di Kursk, dunque in Russia e non in Ucraina; e tra Russia e Corea del Nord vi è un trattato di partnership strategica (link 3) ben diverso dai trattati che legano l'Ucraina alla NATO e ai vari paesi che ne fanno parte, che prevede esplicitamente nel suo articolo 4 assistenza militare e di altro genere in caso uno dei due sia invaso - che è quello che è successo, appunto, a Kursk. Per cui la scusa, ammesso ce ne sia bisogno, è presto pronta: se l'Ucraina non fosse entrata in territorio russo non ci sarebbe nessun soldato nordcoreano in giro, e la presenza, sul territorio russo, di unità militari di un paese alleato (non solo amico, o alleato per modo di dire) non costituisce alcuna escalation. Diverso sarebbe naturalmente il caso se queste unità combattessero sul territorio ucraino: ma, appunto, non lo fanno.
Attendiamo con impazienza i prossimi sviluppi della saga, soprattutto le dichiarazioni da parte russa e nordcoreana.

Francesco Dall'Aglio




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