"Il discorso genocida è insito nello Stato di Israele" c'è scritto nella formulazione dell'accusa presentata dagli avvocati della Repubblica del Sud Africa. E che l'azione legale parta da uno Stato del Sud del mondo è indicativo dei cambiamenti globali in atto. Se ne leggono i riflessi: in queste ore i protettori di Israele cercano di togliersi l'onta della complicità, farfugliando tentativi di equidistanza (significative in Italia le mosse e mossette e le scappatoie del governo di destra e dell' "opposizione" PD). Sono vie di fuga ipocrite, ma eloquenti, cercate da chi fino a ieri tacciava di terrorismo antisemita quelli che chiedevano di porre fine al massacro.
Benvenute vie di fuga, anche se per salvare la faccia dei soliti noti. Benvenute vie di fuga, anche se per salvare le careghe dei soliti noti. Sono indice di solitudine e di preoccupazione! Dei soliti noti.
Giorgio Stern
Integrazione:
Finiti male i negoziati del Cairo. La radio dell'esercito israeliano ha annunciato che i negoziati al Cairo sono finiti (male) e che la delegazione israeliana sta tornando a Tel Aviv. Canale 12 israeliano ha sottolineato che la delegazione israeliana guidata dal capo del Mossad ha lasciato il Cairo senza alcun segno di progresso.
Intanto lo scontro tra Hezbollah e Israele si acuisce.
I caccia dell'aeronautica israeliana effettuano ondate di pesanti attacchi aerei nel sud del Libano. Hezbollah dispone di un arsenale missilistico in grado di rispondere ed ha lanciato un grande attacco missilistico contro il quartier generale del Comando settentrionale dell'IDF a Safed. I media israeliani hanno ammesso che il sistema missilistico Iron Dome non è riuscito a impedire agli accurati missili di Hezbollah di colpire le parti settentrionali dei territori occupati dai sionisti.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.