Deburocratizzare - Foto di Fulgor Silvi
Quando il popolo si accorge di non essere più libero di decidere nulla, che qualsiasi decisione in merito alla propria vita viene presa da persone inaffidabili e pericolose, che la loro sopravvivenza è nelle mani di alcuni che giocano al monopoli con soldi veri e non di carta colorata e che le perdite VERE di questo assurdo gioco sono tutte a carico delle categorie sociali deboli, che cosa potrebbe accadere?
Da molte parti viene detto e scritto che il nostro Paese democratico in realtà maschera una dittatura che mantiene al potere sempre le stesse persone da tempo immemorabile, le quali vivono nei contesti politici godendo di ogni privilegio, a spese del popolo italiano. Tali persone, si fanno eleggere sulla base di menzogne che sono bravissimi a propinare, ed ogni volta che si riavvicinano i periodi elettorali, preparano una serie di regali, come farebbe un marito che tradisce spesso la moglie ma che di fronte alla decisione di separarsi, le offre doni e promesse di cambiare vita……. Purtroppo le persone difficilmente cambiano, sta’ proprio lì il punto!... e nessuno fino ad oggi ha dimostrato di aver cambiato la propria linea nei confronti dei cittadini italiani. Le situazioni sono rimaste inalterate grazie ad un numero incalcolabile di trucchi da manuale che hanno permesso agli stessi mascalzoni di sempre di continuare a gestire il potere e il denaro pubblico come se fosse denaro privato.
Prendiamo ad esempio gli Enti Pubblici come le Regioni. I capitoli di spesa, spesso vengono utilizzati dagli assessori come fossero conti correnti personali, finanziando tutto quello che porta voti e che quindi contribuisce a mantenere la poltrona. Basta dare un’occhiatina ai documenti ufficiali (… peraltro pubblici), come i bilanci di previsione e soprattutto i Rendiconti per capire come viene speso il denaro dei cittadini. Basterebbe guardare per curiosità l’ultimo decennio per capire il trend della spesa pubblica delle Regioni italiane.
Bisognerebbe leggere questi documenti con un megafono, girando per le strade delle varie città, magari durante i periodi di campagna elettorale, per far capire quello che NON è MAI stato fatto da nessuno di loro! La vera prova della loro mala fede sta’ soprattutto nel fatto che l’elenco dei finanziamenti approvati con la finanziaria regionale non corrisponde minimamente agli argomenti del programma elettorale sulla base del quale i cittadini hanno eletto un Presidente.
Quello che fa riflettere è che, indipendentemente dal colore politico, la gestione del denaro pubblico risulta simile nell’ambito di ogni schieramento. In effetti occorre ricordare che con la riforma Bassanini di qualche decennio fa’, che sanciva il principio della separazione tra potere politico e amministrativo, si decise di togliere ai politici la firma sugli atti amministrativi, e di creare delle figure di “manager”, i Direttori, che, dietro un compenso economico ghiotto (160.000 euro all’anno, più i premi relativi alle valutazioni annuali: il 40% della loro retribuzione in più ….) avrebbero firmato tutti gli atti amministrativi lasciando agli Assessori soltanto le delibere di Giunta (che riguardano interventi più importanti).
Ma chi sceglie i direttori? Essendo dirigenti pubblici, dovrebbero essere scelti nell’ambito dei dirigenti che hanno vinto il concorso pubblico. In parte è così, ma una percentuale di questi direttori, che guarda caso ricopre alcune tra le poltrone più importanti, è costituita da personale esterno all’amministrazione, che viene selezionato con una procedura di bando pubblico ridicola (spesso definita “vestitino su misura”) più volte impugnata da alcuni sindacati e di cui il TAR si è già pronunciato negativamente con sentenza, revocando in qualche caso l’incarico.
Occorre tuttavia dire che alcuni di questi manager esterni siedono ancora indisturbati sulle stesse poltrone revocate dal TAR grazie a dei provvedimenti regionali (vere e proprie acrobazie di cavillo legale) determinati dai soliti servi di potere pronti a firmare qualsiasi cosa. Ovviamente i direttori vengono scelti dai politici e tutti ne comprendiamo il motivo. Il contratto è a termine (tre anni) e potrebbe non essere rinnovato se il direttore non è “collaborativo” con l’assessore….
Il risultato di questa riforma? Un pacchia per i politici, i quali oggi non sono più responsabili di alcun atto amministrativo (..il che significa che non andranno MAI in galera per aver firmato qualcosa di inadeguato…) ed un notevole aumento della spesa pubblica per pagare gli stipendi e i premi ad un numero di direttori che è pari a quello degli Assessori (…i cui stipendi astronomici sono noti a tutti…!)
Il punto è che questi Direttori, condizionano fortemente la gestione amministrativa degli atti pubblici, e ciò perché essi stessi sono condizionati dalla politica e dal timore di perdere il lavoro.
Precedentemente a questa riforma Bassanini, l’assenza di questa separazione tra poteri (politico ed amministrativo) consentiva due cose: la prima, i politici erano responsabili degli atti che firmavano e pertanto ci pensavano un po’ su prima di fare qualcosa di sbagliato, non rischiavano di andare in galera per una firma non dovuta; e la seconda, i dirigenti amministrativi non dipendevano gerarchicamente da un capo controllato dalla politica, e pertanto non subivano pressioni e potevano svolgere il loro lavoro applicando le procedure senza condizionamenti.
Inoltre, con l’attuale sistema Bassanini, anche quando scade il mandato politico, i Direttori continuano a gestire e a firmare, anche se sono espressione delle precedenti Giunte, per cui i cittadini che hanno eletto un'altra formazione si ritrovano ad avere in carica una specie di governo ombra dei Direttori espressione della precedente Giunta. Allora si penserà che potrebbero essere rimossi dall’incarico. No…è impossibile! …non conviene all’Amministrazione Regionale in quanto se venissero rimossi (e la cosa è estremamente difficile, per non dire impossibile) verrebbero ugualmente pagati per tutto il periodo di contratto pur standosene a casa, per cui ci ritroveremmo a dover pagare due direttori e questa è una responsabilità che nessun politico si accollerebbe. Tuttavia è stato trovato un trucco per cambiare i direttori, e perché no, anche quei Dirigenti che non vogliono collaborare. E’ quello della riorganizzazione di tutta la Regione. In questo caso i nuovi politici possono abolire strutture, spostare Direttori e Dirigenti mettendo le pedine giuste nei posti che preferiscono. Naturalmente ogni riorganizzazione comporta tempi lunghi, in quanto le persone nuovamente collocate dovranno apprendere il nuovo lavoro che si dovrà svolgere!...poi, quando finalmente hanno appreso il meccanismo del nuovo lavoro e sono entrati nel merito di come funzionano le cose, è già in arrivo una nuova riorganizzazione perché il mandato politico della vecchia Giunta intanto è scaduto.
Qualcuno mi spiega come è possibile, in un sistema di questo genere, garantire un servizio decente al cittadino che nel frattempo paga fior di tasse per non avere niente in cambio?...... E’ ovvio che i tempi della Pubblica Amministrazione sono lunghi….. Tuttavia le tasse continuano ad aumentare anche se i servizi sono praticamente ridotti a lumicino….
Ricordiamo ad esempio che la tassazione sugli stipendi è arrivata a sfiorare il 60 per cento di quanto si guadagna, e la maggior parte dei funzionari regionali in alcune regioni non arriva a prendere 1.200 euro al mese…
Il problema sta’ tutto nelle priorità di spesa e nelle decisioni dei politici di come viene utilizzato il denaro dei cittadini.
Il problema potrebbe essere ovviato semplicemente utilizzando e potenziando alcuni degli strumenti già in vigore che però vengono sistematicamente ignorati in quanto non funzionali alle esigenze dei partiti.
Occorre ricordare che da molti anni esiste uno strumento di programmazione che se fosse considerato in maniera più seria supererebbe questo problema. Si tratta del Documento di Programmazione Economica Finanziaria Regionale (DPEFR), che viene approvato annualmente dalla Giunta e che dovrebbe garantire quelle priorità di spesa decise dalla politica in sede di programma elettorale.
Quando viene eletto un Presidente della Regione, in genere è perché ha proposto un programma elettorale convincente e per quel programma elettorale ha ottenuto la fiducia dei cittadini. Per cui, viene logico dirsi: se ho votato quel Presidente, sicuramente le cose che ha scritto in quel programma sicuramente saranno fatte nel corso del suo mandato (5 anni). Giusto?
Magari fosse così.
Noi siamo abituati al fatto che i politici promettono qualsiasi cosa, poi comunque nessun cittadino è in grado di controllare se quel programma viene effettivamente svolto.
Il DPEFR potrebbe garantire questo controllo e vi spiego perché.
Ogni anno, La Giunta dovrebbe (lo dico al condizionale perché non so se tutte le Regioni lo fanno, pur essendo previsto da una norma nazionale…) predisporre un DPEFR annuale che dovrebbe contenere una quota parte del programma elettorale approvato (dico “APPROVATO” perché il programma elettorale dovrebbe essere approvato e preso come punto di riferimento per tutto il quinquennio). A questo DPEFR dovrebbe essere collegata la Finanziaria che ne garantisca la copertura (…non tutto il budget, perché una quota di finanziaria è destinata alla gestione ordinaria delle spese regionali). Ovviamente, il bilancio di previsione dovrebbe confermare tutto questo impianto. Non credete? Bè…non è così che vanno le cose.
Se esistesse questa coerenza tra i documenti programmatico-finanziari esistenti, la gestione sarebbe trasparente e il Presidente in carica a fine mandato dovrebbe aver svolto tutto il programma elettorale per cui era stato eletto. Purtroppo non è così. Il DPEFR in molte Regioni è soltanto un documento riepilogativo dell’attività annuale in corso e non programmatorio, mentre le risorse che dovrebbero essere destinate a finanziare le cose che il programma elettorale aveva previsto, vengono impiegate dagli assessori per fare altro….. tanto i cittadini non si sognerebbero mai di andare a leggersi un rendiconto regionale!
Bene, vi invito a farlo, ciascuno nella propria regione, per controllare se quello che ho qui scritto è vero oppure no.
Concludo dicendo che basterebbe applicare in maniera più convinta alcuni tra gli strumenti legislativi che pure esistono per ottenere dei risultati eccellenti, e che l’attenzione di ogni cittadino dovrebbe essere costante sull’attività che riguarda la spesa pubblica in quanto, anche se i giornali non ne parlano, ci sono documenti pubblici ed ufficiali che forniscono ogni mezzo per poter capire come effettivamente stanno le cose.
ARIES
venerdì 31 agosto 2012
Proposta di DPEFR annuale per controllare la politica amministrativa
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