sabato 25 agosto 2012
Elezioni a scheda fissa – Vittoria sicura del potere costituito con il “georgellum”
Comunicazioni di servizio di Paolo D'Arpini
Arriva il “georgellum” (anche detto supermario o supermattarellum) – Forse si andrà a votare nel 2013, salvo che le necessità contingenti (crisi finale, guerra, etc.) non impongano la continuazione del “governissimo montales”. Però i partiti e soprattutto i gestori del potere effettivo stanno aggiustandosi ed accordandosi per una nuova legge elettorale “migliorativa” al Porcellum Calderoli.
Il migliore, anzi il migliorista (per antonomasia), è l’inquilino del colle, “georgio” il napoletano… ed infatti dopo averci ammannito il buon governo “tecnico” l’inquilino suggerisce il nuovo metodo elettorale ottimale: il “Georgello”.
Scrive Dagospia: “LA LEGGE ELETTORALE IN VIA DI DEFINIZIONE SEMBRA FATTA APPOSTA PER NON FAR VINCERE NESSUNO (E QUINDI RIPROPORRE LA MELASSA MONTIANA). PREMIO DI MAGGIORANZA AL PARTITO, COLLEGI (O PREFERENZE?), SBARRAMENTI PRO-LEGA E ALTRI TRUCCHETTI PER NON FAR SCEGLIERE IL PREMIER AGLI ELETTORI MA A NAPOLITANO – ARRIVA LA “SUPERCASTA” DEI LISTINI BLOCCATI –
DI PIETRO COMMENTA: “E’ UN SUPERPORCELLUM!” –
(Paolo D’Arpini)
Continua con articolo di Caterina Perniconi:
“L’accordo c’è, ma non si vede”. La battuta del senatore Gaetano Quagliariello è la sintesi più azzeccata di quel che sta accadendo sulla legge elettorale. Ieri Enrico Letta, in un’intervista sul sito del Sussidiario, pubblicazione vicina a Comunione e liberazione, ha svelato il segreto di pulcinella: l’intesa di base sulla nuova legge c’è, ora “il comitato ristretto della commissione del Senato esca allo scoperto”.
Un’esortazione a rivelare qual è la bozza che mercoledì prossimo verrà discussa nel comitato ristretto al Senato dopo le consultazioni estive tra Alfano, Bersani e Casini, che non hanno mai avuto fretta di uscire allo scoperto.
Nell’accordo era compreso infatti anche un patto per non mandare la legge in Parlamento prima della fine di ottobre e a quel punto “ci vorrebbe Houdini per approvarla entro novembre”, per dirla con Quagliariello.
Anche se le urne prima della fine dell’anno non dispiacerebbero a una parte della maggioranza: Bersani potrebbe evitare le primarie – che scamperà anche con una legge che non prevede le coalizioni – e incassare il vantaggio; così come Casini, unico leader di un movimento centrista. La contrarietà di Berlusconi alle elezioni anticipate è nota, anche se i pressing potrebbero convincerlo.
Come quelli del Capo dello Stato, che comunque farà in tempo a battezzare il nuovo governo scadendo il settennato il 15 maggio. Del resto il suo intervento sarà necessario se, come si profila, i partiti correranno da soli e non in coalizione. Solo dopo le elezioni quindi, con ampie mediazioni, arriveranno le alleanze per governare. Base possibile anche per un esecutivo Monti bis.
“Un superporcellum alla faccia della democrazia” è il commento di Antonio Di Pietro all’accordo trovato da “ABC” per favorire i grandi partiti.
“Sembra che si stia apparecchiando una superporcata, cioè una legge fatta apposta per evitare che dalle urne esca fuori un risultato chiaro: una coalizione maggioritaria che va a governare e una minoritaria che va a fare l’opposizione. Così si usa di solito, tranne nelle dittature.
Ma ai signori della casta sembra troppo facile, troppo limpido e soprattutto troppo democratico”.
Il leader dell’Idv motiva il suo commento punto per punto. “Tra premi di maggioranza ai singoli partiti, ritorno al proporzionale, soglie di sbarramento e marchingegni studiati per lasciare alle segreterie il potere di scegliersi in un modo o nell’altro i parlamentari (listini bloccati, ndr) la legge sulla quale i furbetti della maggioranza stanno lavorando ha due soli obiettivi: mettere ai margini le forze politiche scomode come l’Italia dei valori e creare ad arte una situazione che renda inevitabile continuare con il governo Monti e con l’assurda maggioranza che lo sostiene”.
Ma Di Pietro non è l’unico contrario a questo accordo. Pd e Pdl hanno al loro interno diversi malumori, e gli ex An non li tengono nascosti: “Non c’è alcun accordo sulla legge elettorale – ha tuonato il presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri – ci sono delle tesi in campo, io e molti altri siamo dell’avviso che quello delle preferenze sia il metodo di scelta migliore”.
La decisione invece pende per i collegi voluti dal Pd che in cambio cedono il premio di maggioranza alla coalizione, accettando quello di partito. Il 30% dei parlamentari verrà comunque eletto in listini bloccati in circoscrizioni ridotte, come quelle del sistema spagnolo.
Naturalmente i piccoli partiti devono restare fuori dal Parlamento: quindi sbarramento al 5% ma anche un lodo “salva-Lega” che prevede la soglia dell’8% in tre Regioni.
“Perché in una legge elettorale sono importanti i dettagli”, parola di Quagliariello. Che svela il terreno sul quale si giocherà la partita finale per la legge elettorale.
(Fonte: il Fatto)
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Commento di Camillo Coppola: “Caligola (leggi georgius neapolitanus) era già iscritto al GUF, ovvero Giovani Universitari Fascisti, poi nella catartica metamorfosi di piazzale Loreto, attraverso i moti di UNGHERIA il fungo è diventato una eterea ed indistinta aggregazione definita "migliorista". Napoli possiede una tradizione di cui è specialista, il banchetto del gioco delle tre carte, vince sempre il banco, perché la madre dei fessi è sempre incinta. Però ricordatevi,egli fà questo non per entrare nella storia degli orrori,ma per la causa nobile e superiore è disposto a finire i suoi giorni nell'ambiguità di una vita”
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Caligola era già iscritto al GUF,ovvero Giovani Universitari Fascisti,poi nella catartica metamorfosi di piazzale Loreto,attraverso i moti di UNGHERIA il fungo è diventato una eterea ed indistinta aggregazione definita "migliorista".
RispondiEliminaNapoli possiede una tradizione di cui è specialista,il banchetto del gioco delle tre carte,vince sempre il banco,perché la madre dei fessi è sempre incinta.
Però ricordatevi,egli fà questo non per entrare nella storia degli orrori,ma per la causa nobile e superiore è disposto a finire i suoi giorni nell'ambiguità di una vita.
camillo.coppola@tin.it
Queste generalizzazioni che sanno sempre un po' di leghista e un po' di razzista (che ultimamente sembrano essere la stessa cosa) sono stancanti. Che c'entrano la città e il popolo di Napoli? Identificare Napoli con il gioco delle tre carte è roba vecchia, oltre che discriminatoria. A quando qualcosa di veramente nuovo?
RispondiEliminaCarlo Olivieri,nei suoi limiti vede sino alla punta del suo naso e conferma la suo grave strabismo.
RispondiEliminaHo usato questo paragone perché nelle mie reminisceze sembra che la Sua persona abbia giurato su Ippocrate anche se poi il caos degli eventi lo ha portato ad una spocchiosità politichese decadente.
Io sono un matusa,nell'infanzia ho giocato in questa città tra gli edifici distrutti dai portatori di democrazia e libertà come ad Hiroshima e Nagasaki e con dolore avverto che la sudditanza del Caligola è ancora al rango degli sciuscià,così come la kasta tutta.
E' Lei che generalizza e cerca il pelo ove per contro ha travi in ambo gli occhi.
Mi scuso con i lettori ma sono stato costretto ad incenerirgli la coda,se uno non coglie metafora semplice del "banchetto delle tre carte", delle due l'una,o è ottuso o è in malafede.
Tanto Le dovevo.
Io penso con il ventre perché pensionato metalmeccanico, non ghermito
RispondiEliminadall'intellighenzia.
Buon segno per tutti i lettori, derivato dalla divinatoria aruspicina delle
mie viscere.
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