Da qualche parte piange Donald Trump, ma non lo fa vedere, anche se si sente offeso dalla Norvegia. Si consola però che il Premio Nobel per la Pace da lui tanto atteso è stato assegnato all'ex deputata del parlamento venezuelano María Corina Machado per il suo lungo lavoro nella promozione dei diritti democratici del popolo venezuelano e per la sua lotta per raggiungere una transizione giusta e pacifica dalla dittatura di Maduro (eletto regolarmente dal popolo ndr) alla democrazia di Guaidò (pupazzo della cricca yankee ndr).
Il Trumb (ato) sa che almeno il premio è andato in buone mani, Maria Corina Machado è una eroina che combatte per la causa yankee e per il ritorno al potere in Venezuela di Guaidò, e fornisce una ulteriore giustificazione per la prossima aggressione al Venezuela, la maggiore riserva mondiale di petrolio di qualità superiore e di grandi riserve minerarie d'oro.
"Trump avrà maggiori possibilità di ricevere il Premio Nobel per la Pace nel 2026". Lo scrive The New York Post citando una fonte nell'entourage del presidente. Secondo la testata, assegnare il premio a Trump quest'anno sarebbe stato prematuro, sarà una sorpresa dopo aver completato la sua opera "pax aeterna" per l'intero globo terracqueo, con la benedizione del suo Papone Leone.
Notizie raccolte e rielaborate da P.D'A.
Articolo di approfondimento:
𝗨𝗻 𝗡𝗼𝗯𝗲𝗹 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗴𝘂𝗲𝗿𝗿𝗮 𝘁𝗿𝗮𝘃𝗲𝘀𝘁𝗶𝘁𝗮 𝗱𝗮 𝗽𝗮𝗰𝗲, 𝗹𝗮 𝘃𝗲𝗿𝗴𝗼𝗴𝗻𝗮 𝗱𝗶 𝗽𝗿𝗲𝗺𝗶𝗮𝗿𝗲 𝗠𝗮𝗿𝗶́𝗮 𝗖𝗼𝗿𝗶𝗻𝗮 𝗠𝗮𝗰𝗵𝗮𝗱𝗼
Mentre il Venezuela continua a resistere con coraggio alle ingerenze straniere e agli attacchi economici imposti dall'imperialismo, l’Occidente premia con un Nobel per la pace una figura che rappresenta tutt’altro che la pace.
María Corina Machado, esponente dell'opposizione radicale e filo-statunitense, è stata recentemente celebrata come simbolo di "lotta democratica", ma la verità raccontata dalle autorità venezuelane è ben diversa, questa donna è accusata di tradimento alla patria, cospirazione con potenze straniere e associazione per delinquere.
La Procura venezuelana ha avviato un’indagine formale dopo che Machado ha espresso pubblicamente il proprio sostegno alla cosiddetta "Legge Bolívar" del Congresso degli Stati Uniti, un'iniziativa che intende aumentare la pressione internazionale contro il Venezuela sovrano.
Si tratta di un atto di collaborazionismo diretto con un governo straniero ostile, e non certo di attivismo pacifico.
Il presidente Nicolás Maduro ha denunciato che, dopo le elezioni presidenziali del luglio 2024, la rete che fa capo a María Corina Machado avrebbe speso più di un miliardo di dollari nel tentativo di destabilizzare l'ordine costituzionale, finanziando campagne mediatiche, atti di sabotaggio e operazioni di discredito nazionale.
Dietro queste "campagne"ci sarebbero fondi provenienti da organizzazioni straniere, interessate a rovesciare il legittimo governo venezuelano e riportare il Paese sotto l'influenza diretta di Washington. L’intenzione evidente era quella di generare caos e sfiducia nelle istituzioni venezuelane.
Non si tratta di accuse vaghe, membri del suo movimento politico Vente Venezuela, come il coordinatore nazionale Henry Alviárez, sono stati arrestati e formalmente accusati di partecipare ad attività eversive e violente, in particolare in regioni come Portuguesa, dove si sono scoperti piani contro la stabilità pubblica. Tra questi, anche altri quadri locali, coinvolti in attività che vanno ben oltre l’opposizione politica, si parla di cospirazioni e tentativi di destabilizzazione armata.
La storia politica di Machado non è nuova a queste dinamiche, già durante il tentativo di colpo di Stato del 2002 contro il Comandante Hugo Chávez, ella si schierò apertamente con i golpisti, dimostrando il suo disprezzo per la volontà popolare.
Da allora, la sua attività politica si è contraddistinta per un rifiuto totale del dialogo, un'adesione cieca alle sanzioni USA e un disprezzo evidente verso le istituzioni bolivariane.
Ha sempre operato al di fuori dei confini della legalità e della lealtà nazionale, cercando di minare dall’interno il tessuto della società venezuelana.
Il Consiglio Nazionale Elettorale e la Corte Suprema hanno deciso, nel rispetto delle leggi venezuelane, di escluderla da incarichi pubblici per 15 anni, a causa delle sue ripetute violazioni in materia di trasparenza e lealtà istituzionale. María Corina Machado è stata legalmente inabilitata, secondo la legge venezuelana, per aver violato norme fondamentali per la salvaguardia dell’interesse pubblico.
Eppure, i media occidentali continuano a presentarla come una vittima, ignorando che le sue azioni rappresentano un attacco diretto alla sovranità venezuelana e una pericolosa alleanza con le forze che vogliono soffocare la rivoluzione bolivariana.
Non si può ignorare il fatto che Machado sia tornata in Venezuela nel dicembre 2024 sotto una fitta rete di protezione e sospette coperture internazionali, come la permanenza in sedi diplomatiche straniere.
Ancora più grave è il suo coinvolgimento in dinamiche che hanno spinto l’opposizione a rifiutare i risultati democratici delle elezioni del 2024, alimentando false narrative di frodi mai dimostrate.
Questa donna ha scelto più volte di farsi strumento dell’imperialismo e di agire contro la sovranità del proprio popolo, anche quando il Paese soffriva le sanzioni, la crisi indotta e le minacce internazionali.
È doveroso denunciare con forza ogni tentativo di manipolazione internazionale che voglia presentare figure come María Corina Machado come eroine della democrazia.
In realtà, si tratta di strumenti dell’imperialismo, usati per distruggere dall’interno i processi popolari e rivoluzionari come quello bolivariano.
Il popolo venezuelano merita rispetto, autodeterminazione e pace.
Non ha bisogno di burattini degli Stati Uniti travestiti da "oppositori".
Di fronte a tutto questo, ci si chiede come sia possibile che un riconoscimento come il Premio Nobel per la Pace, che dovrebbe essere concesso, in un mondo sano e normale per onorare chi costruisce ponti e riconciliazione, venga dato a chi ha seminato divisioni, chi ha collaborato con potenze ostili e chi ha cercato di destabilizzare un governo legittimo.
Il conferimento del Premio Nobel a María Corina Machado è un insulto non solo al Venezuela, ma a tutti i popoli che lottano per la propria autodeterminazione.
È il trionfo dell’ipocrisia, si premia la guerra travestita da pace, si celebra l’aggressione come fosse coraggio, si riconosce come "merito" la sottomissione agli interessi stranieri.
Nessuna medaglia potrà cancellare il danno che questa figura ha causato al suo Paese. E questo vergognoso Nobel non potrà mai lavare la sua responsabilità storica.
Articolo a cura di Silvana Sale, 10 ottobre 2025
Il Trumb (ato) sa che almeno il premio è andato in buone mani, Maria Corina Machado è una eroina che combatte per la causa yankee e per il ritorno al potere in Venezuela di Guaidò, e fornisce una ulteriore giustificazione per la prossima aggressione al Venezuela, la maggiore riserva mondiale di petrolio di qualità superiore e di grandi riserve minerarie d'oro.
"A questo punto, avrebbero potuto dare il Nobel direttamente a John Ratcliffe, attuale direttore della CIA. Insomma si sta preparando il terreno per l’aggressione militare degli Usa nei confronti del Venezuela, e ai pacifici bombardamenti portatori di civiltà e diritti democratici funzionali al tentativo di regime change. Siamo alle porte della devastazione di un altro Paese, che sarà distrutto da una terribile guerra civile" Scrive l'Osservatorio Italiano sul Neo-liberismo.
Intanto Trump continuerà a "concludere accordi di pace con la forza" in varie parti del mondo e a risolvere conflitti militari a suon di bombe pacifiche e democratiche. "Il presidente statunitense sa aspettare", riferisce la Casa Bianca.
Intanto Trump continuerà a "concludere accordi di pace con la forza" in varie parti del mondo e a risolvere conflitti militari a suon di bombe pacifiche e democratiche. "Il presidente statunitense sa aspettare", riferisce la Casa Bianca.
"Trump avrà maggiori possibilità di ricevere il Premio Nobel per la Pace nel 2026". Lo scrive The New York Post citando una fonte nell'entourage del presidente. Secondo la testata, assegnare il premio a Trump quest'anno sarebbe stato prematuro, sarà una sorpresa dopo aver completato la sua opera "pax aeterna" per l'intero globo terracqueo, con la benedizione del suo Papone Leone.
Notizie raccolte e rielaborate da P.D'A.
Articolo di approfondimento:
𝗨𝗻 𝗡𝗼𝗯𝗲𝗹 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗴𝘂𝗲𝗿𝗿𝗮 𝘁𝗿𝗮𝘃𝗲𝘀𝘁𝗶𝘁𝗮 𝗱𝗮 𝗽𝗮𝗰𝗲, 𝗹𝗮 𝘃𝗲𝗿𝗴𝗼𝗴𝗻𝗮 𝗱𝗶 𝗽𝗿𝗲𝗺𝗶𝗮𝗿𝗲 𝗠𝗮𝗿𝗶́𝗮 𝗖𝗼𝗿𝗶𝗻𝗮 𝗠𝗮𝗰𝗵𝗮𝗱𝗼
Mentre il Venezuela continua a resistere con coraggio alle ingerenze straniere e agli attacchi economici imposti dall'imperialismo, l’Occidente premia con un Nobel per la pace una figura che rappresenta tutt’altro che la pace.
María Corina Machado, esponente dell'opposizione radicale e filo-statunitense, è stata recentemente celebrata come simbolo di "lotta democratica", ma la verità raccontata dalle autorità venezuelane è ben diversa, questa donna è accusata di tradimento alla patria, cospirazione con potenze straniere e associazione per delinquere.
La Procura venezuelana ha avviato un’indagine formale dopo che Machado ha espresso pubblicamente il proprio sostegno alla cosiddetta "Legge Bolívar" del Congresso degli Stati Uniti, un'iniziativa che intende aumentare la pressione internazionale contro il Venezuela sovrano.
Si tratta di un atto di collaborazionismo diretto con un governo straniero ostile, e non certo di attivismo pacifico.
Il presidente Nicolás Maduro ha denunciato che, dopo le elezioni presidenziali del luglio 2024, la rete che fa capo a María Corina Machado avrebbe speso più di un miliardo di dollari nel tentativo di destabilizzare l'ordine costituzionale, finanziando campagne mediatiche, atti di sabotaggio e operazioni di discredito nazionale.
Dietro queste "campagne"ci sarebbero fondi provenienti da organizzazioni straniere, interessate a rovesciare il legittimo governo venezuelano e riportare il Paese sotto l'influenza diretta di Washington. L’intenzione evidente era quella di generare caos e sfiducia nelle istituzioni venezuelane.
Non si tratta di accuse vaghe, membri del suo movimento politico Vente Venezuela, come il coordinatore nazionale Henry Alviárez, sono stati arrestati e formalmente accusati di partecipare ad attività eversive e violente, in particolare in regioni come Portuguesa, dove si sono scoperti piani contro la stabilità pubblica. Tra questi, anche altri quadri locali, coinvolti in attività che vanno ben oltre l’opposizione politica, si parla di cospirazioni e tentativi di destabilizzazione armata.
La storia politica di Machado non è nuova a queste dinamiche, già durante il tentativo di colpo di Stato del 2002 contro il Comandante Hugo Chávez, ella si schierò apertamente con i golpisti, dimostrando il suo disprezzo per la volontà popolare.
Da allora, la sua attività politica si è contraddistinta per un rifiuto totale del dialogo, un'adesione cieca alle sanzioni USA e un disprezzo evidente verso le istituzioni bolivariane.
Ha sempre operato al di fuori dei confini della legalità e della lealtà nazionale, cercando di minare dall’interno il tessuto della società venezuelana.
Il Consiglio Nazionale Elettorale e la Corte Suprema hanno deciso, nel rispetto delle leggi venezuelane, di escluderla da incarichi pubblici per 15 anni, a causa delle sue ripetute violazioni in materia di trasparenza e lealtà istituzionale. María Corina Machado è stata legalmente inabilitata, secondo la legge venezuelana, per aver violato norme fondamentali per la salvaguardia dell’interesse pubblico.
Eppure, i media occidentali continuano a presentarla come una vittima, ignorando che le sue azioni rappresentano un attacco diretto alla sovranità venezuelana e una pericolosa alleanza con le forze che vogliono soffocare la rivoluzione bolivariana.
Non si può ignorare il fatto che Machado sia tornata in Venezuela nel dicembre 2024 sotto una fitta rete di protezione e sospette coperture internazionali, come la permanenza in sedi diplomatiche straniere.
Ancora più grave è il suo coinvolgimento in dinamiche che hanno spinto l’opposizione a rifiutare i risultati democratici delle elezioni del 2024, alimentando false narrative di frodi mai dimostrate.
Questa donna ha scelto più volte di farsi strumento dell’imperialismo e di agire contro la sovranità del proprio popolo, anche quando il Paese soffriva le sanzioni, la crisi indotta e le minacce internazionali.
È doveroso denunciare con forza ogni tentativo di manipolazione internazionale che voglia presentare figure come María Corina Machado come eroine della democrazia.
In realtà, si tratta di strumenti dell’imperialismo, usati per distruggere dall’interno i processi popolari e rivoluzionari come quello bolivariano.
Il popolo venezuelano merita rispetto, autodeterminazione e pace.
Non ha bisogno di burattini degli Stati Uniti travestiti da "oppositori".
Di fronte a tutto questo, ci si chiede come sia possibile che un riconoscimento come il Premio Nobel per la Pace, che dovrebbe essere concesso, in un mondo sano e normale per onorare chi costruisce ponti e riconciliazione, venga dato a chi ha seminato divisioni, chi ha collaborato con potenze ostili e chi ha cercato di destabilizzare un governo legittimo.
Il conferimento del Premio Nobel a María Corina Machado è un insulto non solo al Venezuela, ma a tutti i popoli che lottano per la propria autodeterminazione.
È il trionfo dell’ipocrisia, si premia la guerra travestita da pace, si celebra l’aggressione come fosse coraggio, si riconosce come "merito" la sottomissione agli interessi stranieri.
Nessuna medaglia potrà cancellare il danno che questa figura ha causato al suo Paese. E questo vergognoso Nobel non potrà mai lavare la sua responsabilità storica.
Articolo a cura di Silvana Sale, 10 ottobre 2025
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