Le autorità ucraine di KRAMATORSK (città-fortezza, perno della cintura di sicurezza ad est del paese), hanno ordinato l'evacuazione della popolazione civile - circa 150'000 abitanti - visto l'avvicinarsi delle forze armate russe che ormai si trovano a meno di 20 km dalla città.
Nel mentre che si consuma il dramma di Pokrovsk (nodo strategico del fronte e teatro di un assedio di lungo termine che si concluderà a breve ad un prezzo altissimo per le forze ucraine) già si prepara il passo successivo ovvero l'offensiva di vasto raggio che investirà Kramatorsk e Slaviansk: questa coppia di città-fortezze era già nota sin dagli eventi del 2014 che le videro ondeggiare tra i separatisti filo Donbass e la reazione delle autorità che ne impedì la secessione allora. Cadute quelle, il Donbass stesso termina, ma non solo: in realtà viene a cadere l'ultima linea fortificata che era stata preparata per anni prima dell'inizio delle ostilità, significa che il resto dell'Ucraina orientale (ed anche centrale) oltre il Donbass è campo aperto, la cui difesa sarebbe affidata alla fanteria ucraina stessa (già ad oggi esaurita), con conseguenze imprevedibili in merito al proseguimento della guerra e all'esistenza dello stato ucraino (...).
Più nel concreto, quanto V. Putin domandava per vie diplomatiche ad agosto durante il suo incontro in Alaska (concessione del Donbass ancora non conquistato) lo otterrà comunque per via militare... così che Kiev non perde solo l'intera regione contesa finora, ma perde anche altri 100'000 militari (come minimo) per una difesa impossibile.
Ed arrivati a quel punto, le richieste di Mosca per una pace dell'Ucraina saranno più alte, logicamente (badare bene quest'ultimo passaggio): non domanderanno più soltanto il Donbass (perché quello se lo sono già preso !) ma anche altro, nell'est o nel sud ucraino. Perché il problema dei conflitti è questo: a chi PERDE una guerra non tocca solo concedere al vincitore i territori che quest'ultimo ha già conquistato (va da sé che quelli sono GIA' perduti e incamerati, signori miei), ma oltre quello deve anche cederne ALTRI, ulteriori come compenso: ci si rifletta un secondo... "cedere" significa consegnare volontariamente un determinato bene, senza cioè che la parte che lo incamera abbia dovuto lottare e subire perdite per averlo. Se io CONQUISTO un territorio con spargimento di sangue (e forti perdite tra i miei uomini), allora questo non vale come "cessione": Zelensky e i suoi vorrebbero "cedere" a Mosca il Donbass che la stessa Mosca ha GIA' incamerato finora, in pratica Kiev è disposta a "cedere" qualcosa che non ha più (il che non sta in piedi).
Una sconfitta - purtroppo - implica consegnare al nemico qualcosa che ancora hai, SENZA combattere (cederglielo de jure, affinché le ostilità cessino): una cosa che nessuno vuole fare se non per l'appunto in caso di SCONFITTA riconosciuta legalmente.
L'asino casca qui: perché Zelensky e lo stato maggiore ucraino NON riconoscono la propria sconfitta, vivono in una dimensione parallela, pervasa di sogno e speranza dove qualcuno (UE/USA) non li lascerà a affondare): tirano a strappare le condizioni che si potrebbero proporre in caso di PAREGGIO. Peccato che non è un pareggio (stanno poco a poco perdendo e sanguinosamente).
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