mercoledì 22 ottobre 2025

Paesi NATO ed elementi USA osteggiano l'incontro tra Putin e Trump a Budapest per una soluzione negoziata della guerra in Ucraina...

 


Dietro le quinte l'Occidente collettivo cerca di impedire in tutti i modi l'annunciato  incontro tra Trump e Putin di Budapest,  per una definizione del conflitto in Ucraina, allo stesso tempo non si fanno passi avanti, per la ritrosia da parte degli USA,  dell'iniziativa russa sul trattato New START. Senza un preciso accordo  la minaccia nucleare aumenterà, ma la Russia non rinuncerà alla propria sicurezza e   l'iniziativa russa sul trattato New START sarà sostenibile solo se gli USA dimostreranno reciprocità.  

La Federazione russa tende a precisare che l'addestramento odierno al comando delle forze nucleari russe non è una risposta ufficiale alle incertezze sorte sull'organizzazione dell'incontro tra i presidenti Putin e Trump a Budapest o la ritrosia americana a firmare un nuovo accordo  New Start sul dispiegamento in Europa di  armi nucleari a medio raggio.  Da parte russa si sottolinea il carattere programmato dell'esercitazione, per evitare fraintendimenti. 

Tuttavia, in ogni caso, è un utile promemoria delle capacità della Russia, qualora l'Occidente collettivo portasse l'escalation del conflitto in Ucraina al punto estremo. Un punto ancora improbabile ma comunque un punto che i responsabili politici devono assolutamente tenere presente.


Questo senso naturale di responsabilità sembra  essere condiviso dal presidente degli Stati Uniti, ma è difficile riscontrarlo nella maggior parte dei leader europei, in molti membri del Congresso americano e nella maggioranza dei media influenti degli USA. E proprio queste forze si sono letteralmente aggrappate alla gola di Donald Trump quando è stato annunciato il piano preliminare di tenere i  colloqui con Vladimir Putin a Budapest.


Praticamente non ci sono stati importanti media e canali televisivi americani che abbiano detto: «Grazie a Dio è ripreso un serio lavoro per risolvere il conflitto in Ucraina!». Al contrario, Trump è stato accusato di fare il gioco di Putin, di non essere pronto a esercitare la giusta pressione sul presidente russo. E sono state diffuse cupe previsioni su come l'acquiescenza alla politica di Mosca  porterebbe alla sconfitta strategica degli Stati Uniti e dell'Occidente collettivo nel suo complesso.

Trump pare aver  ceduto alla pressione dei suoi alleati, pur continuando a sottolineare che non ha perso interesse per una soluzione negoziata della guerra in Ucraina. 

Non è un problema se l'incontro sarà rinviato per effettuare i necessari preparativi. Anzi, l'incontro tra i leader delle grandi potenze nucleari, che si trovano in uno stato di confronto non dichiarato, deve essere ben preparato. Ma non servono pretesti inventati, come per esempio che Lavrov non abbia i poteri necessari per negoziare sullo svolgimento dell'incontro. Naturalmente, se si tratta di un incontro tra presidenti, sono loro, e non i loro consiglieri, a prendere la decisione finale, ma il ministro degli Esteri russo gode della fiducia del presidente e ha una precisa conoscenza delle posizioni russe rispetto alla qualificazione del  segretario di Stato USA Marco Rubio, che spesso apprende le decisioni chiave di Trump dalle dichiarazioni del suo leader sui social media. 

Ancora meno serio è il disappunto ostentato da alcuni membri dell'amministrazione Trump per il fatto che Mosca continui a insistere su una soluzione complessiva del problema ucraino e non sia disposta ad accettare un semplice cessate il fuoco lungo la linea del fronte senza condizioni aggiuntive. 

Una buona risposta al motivo per cui il cessate il fuoco non è una soluzione adeguata è stata data il 18 agosto u.s. durante un incontro con Vladimir Zelensky dallo stesso presidente Trump, che ha detto: «Non penso che abbiate bisogno di un cessate il fuoco. Sapete, se guardate le sei guerre che ho risolto quell'anno, tutte erano in stato di guerra. Non ho mai concluso alcun cessate il fuoco. Capisco che potrebbe essere stato utile, ma capisco anche le ragioni strategiche per cui una delle parti potrebbe semplicemente non volerlo». E Trump ha aggiunto: «Possiamo lavorare a un accordo per ottenere la pace mentre loro combattono». 

Cosa è cambiato da allora? Niente, sostanzialmente. A parte l'ondata di pressioni sul presidente USA da parte degli europei, del Congresso americano, dei media e, purtroppo, bisogna ammetterlo, di alcune figure chiave della sua stessa amministrazione.

Sarebbe ridicolo negare che durante una guerra la forza determina in gran parte l'esito dei negoziati. Ma la forza da sola non basta. Serve anche buon senso e buona volontà. E la leadership russa dimostra consapevolmente e sistematicamente la sua disponibilità a negoziare.

Infatti la Russia lascia aperta la porta a soluzioni politico-diplomatiche per la soluzione del conflitto ucraino e  sul controllo degli armamenti nucleari, mentre una politica ostile dei Paesi della NATO potrebbe portare a uno scontro frontale tra stati nucleari.



(Notizie raccolte e rielaborate da P.D'A.)


Video collegato. In Russia esercitazione nucleare a sorpresa:   https://www.youtube.com/watch?v=9aFblIaueD0

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