sabato 17 settembre 2016

Valle di Vico. La strada frana in seguito al disboscamento selvaggio


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Nel 2012 qualche persona “illuminata” lanciò un grido d’allarme nel viterbese circa il pericolo che qualche albero del rigoglioso bosco dei Cimini potesse rovinare sulle macchine in transito lungo le strade del lago di Vico. Tale “grido d’allarme” fu subito recepito dai comuni di Caprarola e di Ronciglione. 


Il pericolo secondo questi “illuminati” interessava gran parte della strada provinciale Valle di Vico nel tratto Centro Chimico - bivio per la frazione di Viterbo di San Martino al Cimino. Il sospetto che però ebbero subito gli ambientalisti fu che la questione pericolo alberi fosse in realtà un pretesto perché, forse, il vero interesse era riposto in un potenziale guadagno nella vendita di legname pregiato. Tuttavia davanti al pericolo sull’incolumità degli automobilisti i comuni di Caprarola e di Ronciglione si attivarono subito nel tentativo di fronteggiare il problema. Accademia Kronos, ente di protezione natura riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente, con i propri tecnici fece una serie di sopralluoghi nelle zone ritenute a rischio è informò i comuni interessati che sarebbero bastati 48 tagli di alberi potenzialmente pericolosi e una energica potatura per tutti quei rami sporgenti sulla strada, nulla di più. 

Il sindaco di Ronciglione, Alessandro Giovagnoli, accettò tale suggerimento e si limitò a tagliare solo qualche albero ritenuto pericoloso lungo la strada del lago. Diversa invece fu la posizione del sindaco di Caprarola Stelliferi, che, noncurante le esortazioni di organizzazioni ambientaliste e di cittadini, a partire dal 2013 fece tagliare, invece dei 48 indicati dagli esperti, circa 1000 alberi per alcuni chilometri in una zona di forte pendenza tra il bivio per la statale Cassia e il bivio per San Martino.

Accademia Kronos si oppose subito a questa decisione e dimostrò scientificamente che a seguito dei cambiamenti climatici in atto e della sempre più realistica minaccia delle cosiddette “bombe d’acqua” sarebbe stato un atto sconsiderato privare un terreno in forte pendenza della presenza di alberi. In tutta risposta il Comune di Caprarola tacciò Accademia Kronos di fare demagogia e falso allarmismo, quindi diede il via al disboscamento. Così circa 1000 splendidi esemplari di faggi e querce, anche la dove non era necessario, furono abbattuti.

Venerdì 16 settembre 2016  è accaduto quello che gli ambientalisti avevano previsto, il terreno non più trattenuto dagli alberi perché tagliati, non ha resistito ad una eccezionale “bomba d’acqua” e così è franato sulla strada bloccandola. Ciò è accaduto alle 5 del mattino quando, per fortuna, non transitavano automobili, altrimenti l’incolumità degli occupanti sarebbe stata a rischio.

Da questo esempio tragico per l’ambiente tutti i movimenti ambientalisti della zona presto si riuniranno per avviare azioni sia legali che tecniche al fine di bloccare definitivamente un altro progetto anti-ecologico del comune di Caprarola che prevede il taglio delle faggete di Monte Fogliano e di Monte Venere previsto dal PGAF (Piano di Gestione Assestamento Forestale) all'interno della riserva naturale del Lago di Vico. Anche in questo caso esperti e ambientalisti hanno dimostrato che a causa dei profondi cambiamenti climatici in atto, tale eventuale taglio arrecherebbe ulteriori gravi danni a tutto l'ecosistema della valle del lago di Vico.

Accademia Kronos conclude questo nota con l’auspicio che il sacrificio dei circa 1000 alberi immolati sulla “favola” della tutela degli automobilisti, che alla fine non hanno potuto trattenere la frana, serva come lezione e rispetto per tutti i delicati equilibri forestali che interessano gran parte dei monti e colline del nostro Paese.

Filippo Mariani - Accademia Kronos

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