sabato 7 maggio 2011

Peppe Sini: "Il costo della guerra afgana e libica..."

Quanto costa l'illegale, criminale partecipazione italiana alla guerra afgana ed alla guerra libica?

Quanto costa in termini di esseri umani assassinati?

E quanto in termini di necessita' di cure mediche ed assistenza per feriti e mutilati?

E quanto in termini di devastazioni ambientali?

E quanto in termini di impoverimento delle popolazioni dalle distruzioni belliche provocato?

E quanto in termini di risorse materiali ed intellettuali sperperate a fini di morte, a fini di strage, a fini di male, di male abissale ed irrimediabile?

E quanto in termini di semina di odio che nuove morti, nuove stragi, nuovo male abissale ed irrimediabile generera'?

E questo riguarda l'umanita' intera.

*

Ma a voler poi restringere lo sguardo sui soli costi finanziari per il solo pubblico erario del solo nostro paese: quanto costa all'Italia di spese militari, di armamenti, di proiettili, di attrezzature, di logistica, di organizzazione e personale impiegati a fini di male, a fini di morte?

E quanto di distruzione di risorse e di inquinamento venefico?

E quanto di sottrazione di risorse pubbliche ad altre attivita', queste orientate al bene invece che al male, alla vita invece che alla morte?

Perche' anche questo occorrera' considerare.

*

Vivo in una citta' in cui l'acqua che esce dai rubinetti delle case e' avvelenata dall'enorme presenza di arsenico. Le istituzioni sostengono di non avere risorse finanziarie per dearsenificare l'acqua che arriva nelle case: so bene che non e' vero, ma sta di fatto che questa e' la risposta del Comune, della Regione, del Governo: non ci sono le risorse finanziarie. Nelle pubbliche casse non ci sono soldi per non avvelenarci; ma ci sono per ammazzare afgani e libici.

Vivo in una regione in cui l'assistenza sanitaria e' ridotta in condizioni disastrose. Sono di quelli che si batterono negli anni Settanta del secolo scorso per ottenere una riforma sanitaria che a tutte le persone riconoscesse il diritto alla salute e all'assistenza. Oggi i ladri che tutto saccheggiano della riforma sanitaria han fatto strame, e delle vite dei piu' bisognosi di aiuto; e mentre di tutto ci derubano, all'unisono ripetono l'allegro ritornello: che non ci sono soldi per il diritto alla salute, alla cura, all'assistenza. Ma ci sono per ammazzare afgani e libici.

Ed e' inutile che aggiunga che vivo in un paese in cui il governo golpista da anni sta distruggendo la scuola pubblica: e sempre la stessa intona tiritera: non ci sono soldi per il diritto allo studio (ovvero per il diritto all'interiore responsabilita' e liberta' ed alla solidarieta' che ogni essere umano congiunge all'umanita' intera: responsabilita', liberta' e solidarieta' che dell'accesso al sapere comune sono il frutto piu' prezioso). Ma ci sono per ammazzare afgani e libici.

E dunque: quanto costa l'illegale, criminale partecipazione italiana alla guerra afgana ed alla guerra libica?

*

Ma lei - obietta il volto ora rubicondo ed ora emaciato che mi fissa sorpreso e sdegnato dall'acquario televisivo e insieme ammicca ossequioso e servile al padron suo rapace e bombardiere - ma lei, caro signore, cosi' ne fa quasi una questione personale...

E' sempre una questione personale.

E' sempre una questione personale. Di persone che vengono uccise e di persone che uccidono. E di persone rese complici del'orrore, e di persone che complici delle stragi non vogliono essere.

Di questo stiamo parlando, nessuno e' fuori del sacco, nessuno e' al di sopra della mischia: chi non salva le vite le uccide, chi non si oppone alla guerra ne e' complice, chi non sceglie la nonviolenza alla violenza massacratrice si e' gia' prostituito.

Peppe Sini

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