martedì 17 maggio 2011

Antiberlusconismo... un'analisi laica di Danilo D'Antonio dai Monti della Laga


"Il discorso della montagna.. e bada ben che non si bagna.." (Saul Arpino)

Con una intellettualità collettiva prigioniera di una cultura che non è davvero tale bensì un MUSEO dell'ANTICHITA', un ripetere, ripetere, ripetere ciò che chi ci precedette ideò decenni, secoli e millenni fa, senza mai permettere alle nuove e più raffinate idee umaniste di emergere per essere a loro volta sviluppate, in pochi, pochissimi riescono a beneficiare di una oggettiva comprensione delle cose ed un adeguato senso della priorità.

Vediamo infatti quasi l'intero fervore politico del nostro Paese devoluto al fine della caduta del Governo Berlusconi. Ma che reale valore ha questa ferma pulsione? Il raggiungimento di questo obiettivo porterebbe un reale beneficio al Paese o manterrebbe in fondo tutto immutato, tutto come prima? Cerchiamo di rispondere a questa domanda ragionando insieme, correggendo a vostro piacimento ciò che dirò che non riterrete conforme al vero.

Osserviamo innanzitutto che coloro i quali sono impegnati a cacciare Berlusconi si dividono in due ben precisi gruppi:

- una minoranza al potere, che vede direttemente attaccati i propri indebiti privilegi,
- una maggioranza che non conta nulla, che non ha ancora capito di essere pilotata per scopi di interesse personale.

Sì, perché se Berlusconi va via (e comunque tra un po' se ne dovrà andare per assodato ricambio democratico) la nera cerchia degli statali rimarrà sempre lì, a separare i cittadini dal potere pubblico, pronta a far tutto ciò che i successivi governanti ordineranno loro di fare. Gli statali insorgono oggi contro il Governo Berlusconi solo perché quest'ultimo li sta mettendo in seria discussione. Gli statali non si sono MAI sognati, e tantomeno lo fanno ora, di prendere le difese del popolo (*). Gli statali, secondo il vecchio disegno sociale fascista, sono stati, sono e saranno sempre fedelissimi al potere che se li mantiene stretti al suo fianco.

Poniamo invece che venga finalmente rimossa (**) la cortina di ferro degli statali intorno al potere, poniamo che i ruoli pubblici inizino ad essere periodicamente restituiti al popolo ed assegnati ad altri cittadini preparati per un ricambio democratico di parimenti inoppugnabile legittimità. Berlusconi ed i suoi sarebbero costretti a fuggir via lo stesso giorno che ciò venisse deciso e stessa identica fuga prenderebbe ogni altro politico che volesse continuare a fare gli interessi propri e/o delle lobby che lo hanno fatto ascendere al potere.

Riflettiamo ancora, perché oggi è una genuina riflessione che manca: tenendo accaparrati a vita, secondo la vecchia concezione pre-democratica, i ruoli della Res Publica, gli statali si sono di fatto presi la nostra Repubblica! Allo stato attuale delle cose noi comuni cittadini viviamo come OSPITI a CASA NOSTRA, quasi come fossimo ESULI in PATRIA. Gli eletti a vita e gli assunti a vita ci isolano da ciò che è nostro, dalla nostra casa comune: la res publica italiana intesa come luogo fisico ed istituzionale. E' questa impossibilità di una vera partecipazione (il volontariato è una delle più ipocrite prese in giro, concepita apposta per sviarci e tenerci estranei ai luoghi del potere) a far sì che l'indifferenza prenda spesso il sopravvento sul nostro coinvolgimento civico. E' logico: essendo tagliati fuori dalla res publica, preferiamo interessarci d'altro.

Ed allora ecco il senso più profondo dell'apertura dei pubblici impieghi a tutti quei cittadini che, essendosi prima preparati, volessero dare il loro contributo alla collettività. Condensando quanto sopra in una frase, possiamo dire che l'introduzione di una forma di turnazione nei ruoli pubblici avrà il notevolissmo effetto di riuscire a "fare gli italiani" dopo che, molto tempo fa, fu fatta l'Italia. Una volta che gli statali avranno restituito ciò che non è loro ma di tutti, la RES PUBLICA, noi cittadini avremo finalmente la possibilità di acquisire tutte quelle conoscenze, percezioni e sensibilità che faranno di noi persone socialmente mature, proattive e responsabili.

Chiedo dunque a chi mi avesse beneficiato della sua attenzione e si ritenesse una persona retta:

COSA E' PRIORITARIO: MANDAR VIA BERLUSCONI O GLI STATALI?

Cacciando Berlusconi NON cambia nulla. Cacciando gli statali cambia TUTTO!

Mai come oggi il nostro futuro e quello del NOSTRO PAESE, della NOSTRA SOCIETA', è stato così potentemente affidato alle NOSTRE MENTI. Riflettiamo e poi, una volta ben compreso tutto ciò, alziamoci in piedi e reclamiamo ciò che è nostro. 64 anni son purtroppo trascorsi da quando la Sovranità passò sulla Carta al Popolo, ma ... meglio tardi che mai :)

Danilo D'Antonio

laico, letteralmente: uno del popolo,
coerente con tutti gli ideali progressisti

Monti della Laga
Italia centrale

339.5014947

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