sabato 28 maggio 2011

Melilli - La guerra che non si può spiegare.... Lettera di un padre a se stesso



La guerra che non si può spiegare.... Lettera di un padre a se stesso

"Dal 1998 ho la malaugurata sfortuna di vivere a Melilli. Credo sia il posto peggiore d'Italia. Si respira veleno che le raffinerie elargiscono in gran copia. La gente non sorride mai... Stasera ero in terrazza per far giocare la mia figlioletta che a soli 8 anni mi interroga chiedendomi "Perché a casa nostra c'è sempre questa puzza? Perché nell'aria c'è sempre tanto fumo? Perché c'è sempre quel rumore che non ci fa dormire? Perché quando fa caldo non possiamo aprire i balconi, altrimenti soffochiamo per la puzza? Perché non ce ne andiamo?". Mentre la bimba giocava, un rumore sinistro ha dilacerato l'aria. Erano due F16 che sfrecciavano carichi di bombe verso Tripoli. Mi ha chiesto "Dove vanno? Sono caccia? Vanno a buttare le bombe vero?". Mi sono sentito un verme. Mia figlia ha solo 8 anni e che cosa ha visto della vita? Veleni del petrolchimico, malattie dei suoi compagnetti di scuola (l'ultimo è un linfoma di una bimba della sua età), morti di cancro, e ora anche la guerra. Qui ormai regnano indisturbati l'arrogante prevaricazione delle multinazionali di cui i nostri governanti sono servi, la corruzione a 360 gradi, la totale negazione della meritocrazia, la nefandezza elevata a regola di vita, la mancanza di lavoro come arma di ricatto, la condanna dell'onestà e la magnificazione del crimine. Mentre pensavo a tutto ciò e sentivo una morsa al cuore e allo stomaco, nel paese di fronte, a Villasmundo, si levavano giochi pirotecnici che fanno ancora sorridere i poveri allocchi che lodano gli amministratori per aver loro donato "la festa"! Nello stesso tempo sentivo le campane della chiesa. Ricordo quand'ero bambino, al mio paese, le campane suonavano al vespro e rallegravano gli animi. Segnavano l'inizio del riposo dopo una lunga giornata di proficuo lavoro onesto, pulito, felice. Avrei dovuto rallegrarmi a sentire le campane, ma non è stato così. Il motivo è molto semplice: le campane suonavano il loro giornaliero e stonato messaggio monocorde. Le campane di Melilli suonavano a morto! E non c'è da chiedersi qual è la causa della morte, tanto qui è sempre quella. Allora ho realizzato di essere il peggiore dei peccatori. Ho commesso il peccato più grande che un essere umano possa commettere. Ho tradito il mio sangue. Ho fatto nascere due innocenti all'inferno. Questo è il mio peccato e io non mi assolvo. Io mi condanno senza appello. Ho guardato mia figlia e ho pianto...".

Lettera di un padre a se stesso - Maggio 2011

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.