venerdì 30 aprile 2010

Festa dei lavoratori e politica e visione sociale semplificata di Franco Libero Manco (il vegetariano)

Ante Scriptum

1 maggio - La Festa dei Lavoratori, notizie storiche. L'origine della festa risale ad una manifestazione organizzata negli Stati Uniti dai Cavalieri del lavoro (Knights of Labor, associazione fondata nel 1869) a New York il 5 settembre 1882. Due anni dopo, nel 1884, in un'analoga manifestazione i Cavalieri del lavoro approvarono una risoluzione affinché l'evento avesse una cadenza annuale. Altre organizzazioni sindacali affiliate all'Internazionale dei lavoratori - vicine ai movimenti socialista ed anarchico - suggerirono come data della festività il primo maggio.

Nel 1894, la data del primo maggio fu adottata in Canada, anche se il concetto di festa del lavoro in questo caso è riferito a precedenti marce di lavoratori tenute a Toronto e Ottawa nel 1872. Per quanto concerne Europa la festività del primo maggio fu ufficializzata dai delegati socialisti della Seconda Internazionale riuniti a Parigi nel 1889 e ratificata in Italia due anni dopo.

In Italia la festività fu soppressa durante il ventennio fascista - che preferì festeggiare una autarchica Festa del lavoro italiano il 21 aprile in coincidenza con il Natale di Roma - ma fu ripristinata subito dopo la fine del conflitto mondiale, nel 1945. Nel 1947 la ricorrenza venne funestata a Portella della Ginestra (PA) quando la banda di Salvatore Giuliano sparò su un corteo di circa duemila lavoratori in festa, uccidendone undici e ferendone una cinquantina.

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Ed ora leggete la soluzione a tutti i problemi sociali, politici ed ambientali invocata dal "vegetariano" Franco Libero Manco:

Ho capito che la vera forza liberatrice dell’uomo nasce dalla conoscenza e dalla volontà di essere artefici del proprio destino.
Ho visto che l’umanità da sempre è in mano a 3 centri di potere: quello politico, quello religioso e quello medico.
Ho visto che i grandi meccanismi di gestione delle cose comuni sono concepiti per consolidare il potere dei forti.
Ho capito che le guerre moderne si fanno anche per rinnovare gli arsenali bellici e favorire le influenti industrie produttrici.

Che il concetto di patria e di religione troppo spesso divide i popoli più che avvicinarli.
Che la scienza il più delle volte non è al servizio della gente ma di chi paga i tecnici della ricerca, cioè delle grandi multinazionali, veri e propri imperi economici, come la chimico-farmaceutica, la petrolifera o dell’alimentazione le quali pagano gli scienziati per dimostrare quello che a loro torna utile a vendere i loro prodotti.
Che la medicina convenzionale è fondamentalmente sintomatologia, non preventiva, perché la salute non rende mentre la malattia dà sostentamento ad un esercito sconfinato di persone.
Che la politica crea classi di potere che sempre sfuggono al controllo di chi le elegge, e che i stessi mezzi di informazione danno alla gente quel che la gente chiede non quello di cui la gente ha realmente bisogno.
Che la miseria e la fame nel mondo non sono frutto di un fatalismo ma la conseguenza di un meccanismo pensato per manovrare e assoggettare le masse.
Che la carenza di cultura e di pensiero critico della gente sono voluti perché diventano piedistallo di ogni tirannia e serve a mantenere la gente in uno stato di perenne necessità dei dottori del corpo e dello spirito.

Ho visto che nella Bibbia vi sono molte contraddizioni dottrinarie, che la vera religione cristiana è stata ampiamente disattesa e che, a parte gli ultimi decenni, la Chiesa si è servita di Cristo piuttosto che servire Cristo, e che la sua preoccupazione dominante sembra essere quella di perpetuare se stessa.
Ho visto che in merito al modo di alimentarsi dell’uomo la religione cattolica tende a spegnere il naturale sentimento di pietà dell’animo umano verso la sofferenza dell’animale e svalutare tutto ciò che non è umano.

Ma c’è una componente unitaria in tutta questa situazione. La coscienza umana. E’ la coscienza infatti a fare la storia che sempre si esprime in base al suo grado evolutivo, al suo senso di giustizia, alla sensibilità del cuore della gente, alla capacità di condividere la sofferenza del prossimo. Qualunque violenza,qualunque ingiustizia dal più piccolo reato alla strage nasce dall’animo umano.

Ciò che occorre, per risolvere tutti i problemi del mondo e consentire all’uomo di superare la lunga fase storica dell’ingiustizia e della violenza, è rendere migliore l’animo umano, cioè più giusto, più buono, più fraterno, più conciliante, più compassionevole… Questo è il solo modo per rendere migliori i sistemi, i meccanismi, il mondo. Il resto è demagogia.

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