sabato 4 febbraio 2023

Far west Italia. Per abituare i cittadini alla guerriglia il governo consente di sparare tutto l'anno nelle aree urbane e nei parchi...

 


Sparare agli animali nelle aree protette e fuori dal calendario venatorio: il governo italiano lo consente, le direttive europee no. A Bruxelles non piace la nuova normativa “caccia selvaggia”, in base alla quale le doppiette possono sparare per tutto l’anno anche dentro le aree protette e nelle aree urbane. 

La Commissione Europea, Direzione Generale Ambiente, ha inviato all’Italia una lettera dai toni perentori per chiedere spiegazioni sull’emendamento che rende possibile ai cacciatori abbattere la fauna selvatica anche nelle zone protette e nei periodi in cui la caccia è vietata. L’Italia quindi rischia una procedura d’infrazione. 

La Commissione ha in primo luogo richiamato l’attenzione sulla necessità che le autorità italiane rispettino gli obblighi di tutela derivanti dalle direttive Habitat e Uccelli e ha formulato domande specifiche alle quali il Governo dovrà dare risposte entro le prossime quattro settimane.


“La lettera della Commissione è una conferma di quanto abbiamo denunciato – dichiarano le associazioni ENPA, LAC, LAV, LEGAMBIENTE, LIPU e WWF Italia - Questa norma si pone in aperto contrasto sia con le direttive europee, sia con la Costituzione italiana e rende concreto il rischio di attivazione di una procedura di infrazione che peserà sulle tasche di tutti gli italiani. La portata di questa lettera va oltre l’ormai famoso emendamento “caccia selvaggia” e coinvolge l’intero approccio filo venatorio del Governo e di molte Regioni che porta ogni anno all’approvazione di calendari venatori che dopo essere impugnati dalle associazioni ambientaliste vengono puntualmente dichiarati illegittimi dai giudici amministrativi per violazione dei principi di tutela ambientale. È giunto il momento che la politica cambi radicalmente rotta, si occupi della tutela costituzionale dei beni comuni e non continui a farsi dettare l’agenda dai cacciatori e degli armieri".

Carlo Consiglio

 


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