venerdì 30 settembre 2011

L'inno alla crisi... di Anthony Ceresa

"Distruzione della frutta in sovrappiù, per motivi economici..." (Saul Arpino)


INNO ALLA CRISI.

I miei migliori amici sono i nemici
Che mi scrivono per contraddire
Il mio pensiero di uomo quadro.

Non so leggere ne scrivere e
per complimento li chiamo
randagi che passano da un letto all’altro,
Da un Partito all’altro.
Non so se è offensivo perché il mio lessico
È elementare, limitato ai meriti.

Parlo come vedo e porto occhiali a fondo di bottiglia
Per osservare e leggere nelle anime smarrite.
Loro non ci stanno perché si ritengono
Dottori in Filosofie Politiche,
Scienziati in Economia e nel Linguaggio,
soltanto gli Aborigeni li possono capire.

Hanno il Potere in mano.
Da Corsari dei mari, finiti a terra.
Le loro abitudini tramandate per tradizione,
fottere il prossimo è tutto ciò che sanno fare,
rinnegando Dio, i loro genitori e fratelli.

Stanno creando un mondo alla rovescia
E se ne infischiano del prossimo,
condizionati da escort, droga e alcolici.

La crisi non li spaventa perché
Essi stessi sono la perversione,
Guidati dalla dolce vita
Su barche a vela e vetture Tedesche,
Viaggiano di continuo a nostre spese,
Vivono senza principi, ne famiglia,
Scoreggiano dalla bocca parole insensate
Per convincere gli stolti.

Siedono comodi in poltrone soffici
E campano del sudore dei lavoratori.
Il Paese ne ha fin troppi,
solo Dio sa quanto ci costano, ma per cambiare
Bisognerà attendere quel giorno nel quale,
dietro al feretro con un mazzolino di fiori,
e perché no, anche una preghiera,
dopo tutto sono stati compagni dei nostri tempi di crisi.

Essi non sanno che vanno a bruciare
per riscaldare le anime che hanno tanto sofferto
le loro innumerevoli mascalzonate terrene,
mentre noi continueremo a vivere gli effetti della crisi
con una tazzina di buon caffè all’Italiana.

Anthony Ceresa

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