Tanti sacrifici finiscono nel secchio! Secondo uno studio della Coldiretti, finisce nella spazzatura circa il 30% del cibo che normalmente acquistiamo in Italia.
Cibo che sicuramente potrebbe essere recuperato grazie alle ricette un tempo usate “dalla nonna” che recuperava gli avanzi che vengono gettati normalmente nella spazzatura, come frutta, verdura, pane, pasta latticini ed affettati. Nel passaggio quindi dal campo alla tavola, si stima che a causa degli sprechi venga gettato cibo , che se recuperato, potrebbe nutrire 44 milioni di persone ( circa tutta la popolazione della Spagna), e rappresentare un valore rapportabile a circa il 3% del pil. A detta dell’associazione consumatori Adoc, ogni famiglia nel nostro paese spreca cibo per un valore superiore a 500 euro l’anno. Il picco maggiore dello spreco si registra a Natale: nello scorso 2009 durante le feste natalizie ogni casa a buttato nella spazzatura cibo per l’equivalente di 50 euro.
Il motivo ricorrente per il quale si getta il cibo deriva principalmente da eccesso di alimenti generici. In aumento anche gli sprechi, per troppi acquisti effettuati in concomitanza di offerte speciali e all’avvicinarsi della scadenza del prodotto.
Sulla stessa linea lo spreco per i prodotti di marca, contro quelli non marcati. Dai una ricerca effettuata solo il 37% degli italiani si dedicano alla cura del proprio orto o giardino dove fanno crescere e coltivano i prodotti per il proprio fabbisogno. Per questo si incrementa sempre di più la vendita di prodotti alimentari biologici in crescita del 9%. I principali settori dove il biologico fa il boom sono: prodotti per l’infanzia, pane e sostituti, e prodotti per la prima colazione.
Quindi un rimedio sicuro ci sarebbe per sfamare il mondo: consumare meno, mangiare meno e dedicarsi con passione a coltivare il proprio orticello, guadagnandone in salute, qualità della vita, con la certezza di aver aiutato il prossimo ed il mondo.
Rita De Angelis
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