giovedì 21 ottobre 2010

Bullicame delle mie brame... - Esposto denuncia con lettera dell'ass. Il Bullicame, presieduta da Giovanni Faperdue

Specchio delle mie brame…

A proposito dell’uso dell’acqua del Bullicame ci sentiamo in dovere di denunciare un altro aspetto che rischia di portare al collasso la nostra “callara”. Da qualche anno a Viterbo si è affermato il principio, fondamentalmente errato, che nella notte del lunedì e nel giorno del martedì di tutte le settimane dell’anno, quando si riempie la piscina, le Terme dei Papi possono succhiare dal Bullicame tutta l’acqua che è possibile prendere, senza rispettare alcuna regola. Questo uso è per noi (scusate il bisticcio) un abuso. Infatti non ci risulta esistere alcun documento approvato dal Consiglio Comunale, che preveda e consenta questo super prelievo. Ora siccome le Terme dei Papi non fanno proprio niente per i viterbesi e, sono salite agli onori della cronaca perché sono l’unico stabilimento termale in Italia, che non pratica nessuno sconto ai residenti, noi dell’Associazione Il Bullicame ci opponiamo a questo prelievo massivo e indiscriminato e mai autorizzato. Per noi, anche quando si riempie la piscina i litri al secondo devono rimanere sempre gli stessi (14 litri al secondo come da delibera 452/84 a firma sindaco Ascenzi) senza ricorrere a superprelievi, che lo ribadiamo non sono mai stati autorizzati da nessuno e che rischiano di collassare la “callara”. Poi se le Terme dei Papi ci mettono un giorno in più a riempire l’invaso, riteniamo che, visto come stanno le cose, non siano affari che ci riguardino. Le regole sono regole e vanno rispettate sempre, anche quando si riempie la piscina. Concludiamo con una strofetta che abbiamo sentito declamare proprio stamattina da un “pozzarolo”: Specchio, specchio delle mie brame, chi è il padrone del Bullicame?. Attendiamo una risposta da chi sa tante cose più di noi.
Associazione Il Bullicame
Giovanni Faperdue




Alla Procura della Repubblica
Al Comando CORPO FORESTALE DELLO STATO
01100 Viterbo


Al Presidente REGIONE LAZIOREGIONE LAZIO
Renata Polverini Dipartimento Economico e Occupazionale
Via Rosa Raimondi Garibaldi, 7 Direzione Regionale Attività Produttive
00145 RomaIspettorato Regionale di Polizia Mineraria
Via Rosa Raimondi Garibaldi, 7
00145 ROMA

Al Presidente della Provincia di Viterbo Al Sindaco di Viterbo
Via Saffi, 29
Via Ascenzi, 1
01100 VITERBO

All’Assessore Comunale
Dr. Claudio Taglia
Comune di Viterbo
Via Ascenzi, 1
01100 VITERBO



ESPOSTO DENUNCIA

Premesso che: nel territorio di Viterbo esiste il bacino termale del Bullicame, che non a torto è stato definito “Il Tesoro dei Viterbesi”. Nel tempo questo terapeutico bacino ha alimentato le Terme Etrusche, poi quelle fastose della Roma Imperiale e attualmente alimenta alcuni impianti termali e le pozze libere dove i cittadini viterbesi si possono bagnare con le terapeutiche acque termali (citiamo solo quelle con concessione regionale: Pozze Carletti, Pozze del Bagnaccio, Pozze del Bullicame). Tramite i pozzi “Gigliola” ed “Uiveto” ha alimentato le Terme dei Lavoratori dell’I.N.P.S. dal 1956 fino alla loro chiusura. Oggi alimenta le Terme Salus Pianeta Benessere (con i pozzi S. Valentino e S. Albino), e poi alimenta il complesso termale delle Terme dei Papi (con la callara del Bullicame e con il “pozzetto”). Il complesso delle Terme dei Papi è dotato di un albergo, di uno stabilimento per le cure e di una piscina di 2.455 mc..
Quella piscina costruita nel 1932 dall’Opera Nazionale Dopolavoro era definita natatoria, aveva anche un trampolino alto 3 metri e per questo è stata progettata e costruita con un fondale che progressivamente porta la profondità delle acque, fino a 3 metri. Oggi il trampolino non c’è più. Nel regolamento delle Terme dei Papi si sconsiglia di usarla come piscina natatoria. Quindi alla luce dell’uso che viene fatto attualmente, riteniamo sprecata tutta l’acqua necessaria a riempire quella profondità di 3 metri che, nella moderna piscina termale, non serve più. Si calcola che qualora la profondità della piscina, nel punto più profondo, sia livellata ad una profondità di mt.1,40, si consentirebbe anche ai non nuotatori di usare tutta la superficie, guadagnando spazio e libertà di movimento, e si risparmierebbero circa 1300 metri cubi di acqua (che equivalgono a 1.300.000 litri), per il suo riempimento.

Premesso che: con delibera del Comune di Viterbo N° 452/84 a firma del sindaco Silvio Ascenzi il Comune stabiliva di concedere alle Terme dei Papi un quantitativo di 14 litri al secondo di acqua del Bullicame, sia per uso terapeutico, sia per il riempimento della piscina, sia per ogni altro uso; (Allegato 1)

Premesso che: tale quantitativo di 14 lt/s era poi distribuito in due flussi: 10 lt/s dal tubo innestato nella “callara” del Bullicame e 4 lt/s da una pozzo, denominato “pozzetto” che si trova all’interno del recinto delle Terme dei Papi, vicino alla piscina. La perforazione del “pozzetto” era stata autorizzata dalla Regione Lazio alla Cooperativa Terme, (che gestiva le Terme Comunali), per bilanciare il flusso proveniente dalla “callara”, impoveritosi in seguito alla messa in funzione dei pozzi “gigliola” e “uliveto” perforati dall’INPS nel 1956, all’interno del perimetro delle Terme dei Lavoratori.

Premesso che: le Terme dei Papi dispongono ancora di un’altra fonte di approvvigionamento che è la sorgente Santa Caterina (5/8 litri al secondo con temperatura di 33-34 gradi centigradi). La sorgente si trova poco distante dal parcheggio delle Terme dei Papi, sulla strada Montarone.

Premesso che: nella “callara” del Bullicame è innestata una conduttura sotterranea con un tubo di 16 cm di diametro per fare affluire acqua alle Terme dei Papi, e sempre presso la “callara” esiste una strumentazione per la misurazione delle quantità prelevate.

Premesso che: la legge 896 del 1986 dettava nuove norme che distinguevano l’uso di acque termali per la geotermia, dalla coltivazione delle stesse acque per scopi terapeutici.

Premesso che: in data 26 maggio 2005 la Regione Lazio inviava una lettera al Comune di Viterbo nella quale segnalava che nel corso di una visita sopralluogo effettuata dai funzionari regionali dell’Ispettorato Regionale di Polizia Mineraria, insieme al direttore responsabile dei lavori per il Comune di Viterbo, Dott. Giuseppe Pagano, era emerso che presso l’impianto termale delle Terme dei Papi veniva utilizzata in modo improprio una portata di circa 10 lt/s di acqua del Bullicame, facendola affluire in scambiatori di calore per riscaldare tutto il complesso termale. La Regione, dopo aver segnalato che mancavano le autorizzazioni per questo tipo di utilizzo, ricordava anche che tali autorizzazioni non potevano essere concesse per penuria d’acqua, come più volte denunciato dalle Terme dei Papi stesse, e concludeva diffidando il Comune di Viterbo dall’utilizzare o far utilizzare la risorsa mineraria in questione per uso geotermico. (Allegati 2 e 2 bis)

Premesso che: con deposito in data 22/11/2005 le Terme dei Papi ricorrevano al Tar contro il Comune e contro la Regione Lazio per contestare le osservazioni della Regione e per giustificare l’uso per fini geotermici. Il Comune di Viterbo designato come resistente affidò l’incarico all’avvocato Angelo Angeloni che nella sua memoria del 2005, “sposa” completamente le tesi delle Terme dei Papi e gli da ragione in tutto e per tutto. (Allegato 3).
Premesso che: le ragioni delle Terme dei Papi condivise nella memoria dell’Avv. Angeloni, sono che con l’acqua alla temperatura di 58 gradi centigradi non si possono curare i pazienti e che quindi anziché disperdere il calore è bene utilizzarlo per riscaldare i locali. Noi riteniamo che l’avvocato Angeloni, insieme a molti tecnici, dimenticano che l’acqua del Bullicame a 58° si può vantaggiosamente miscelare con l’acqua della sorgente Santa Caterina (33°) ottenendo un raffreddamento ideale. Inoltre, sempre l’avvocato Angeloni, per giustificare l’elevato maggior prelievo da parte del gestore, arriva ad ipotizzare che siccome la delibera 452/84 non è più citata in altri atti successivi, non ha più valore. Come se le delibere decise e votate dal Comune di Viterbo, siano volatili e soggette a scomparire con il passare degli anni. (Allegato 3).

Premesso che: nel 1993 la Soc. Terme dei Papi, ha provveduto a lavori di riperforazione del “pozzetto”, andando ad intercettare la falda del Bullicame in profondità. In esito a tali lavori la portata del “pozzetto” è passata dai 4 lt/s, ai circa 25 lt/s. (erogati in modo spontaneo). Questa opera ha scombussolato tutte le portate del bacino del Bullicame. Nel particolare, quella del Bullicame da 13 lt/s è scesa tra gli 8 ed i 10 lt/s. mentre quella dei pozzi “Gigliola” e “Uliveto” della concessione ex Inps, è andata ad annullarsi. Da un grafico compilato dal prof. Giuseppe Pagano (direttore della miniera del Bullicame) apprendiamo che il “pozzetto” ha tra l’altro diminuito anche la portata della sorgente delle “Zitelle”. Infatti, prima della perforazione del “pozzetto” era di 15 lt/s. Dopo la perforazione dei pozzi “Gigliola” e “Uliveto” è scesa ai 14 lt/s e dopo il “pozzetto” è ulteriormente scesa a 12 lt/s. Nella lettera che la Regione ha indirizzato al Comune di Viterbo si legge testualmente: “Da un esame della documentazione agli atti d’ufficio, non risulta che la riperforazione del pozzetto sia mai stata autorizzata dall’Amministrazione Regionale”.
(Allegato 4)

Premesso che: nell’addendum N° 1 e 2 al contratto n° 21717/125 del 4/7/90 dopo aver elencato tutte le assicurazioni verso le Terme dei Papi, il Comune di Viterbo specifica: “…fatta salva la possibilità di utilizzazione spontanea a fini terapeutici individuali delle risorse termali nella vasche naturali di contenimento esistenti in prossimità delle sorgenti, praticata per uso consuetudinario dalla cittadinanza.”(Allegato 5)

Premesso che: l’Ispettorato Regionale di Polizia Mineraria della Regione Lazio, con lettera del 10 maggio 2006 chiedeva al Comune di Viterbo di comunicare i sotto indicati dati con riguardo al complesso termale “Terme dei Papi”:
1) Quantitativo complessivo di acqua termale utilizzata e o consumata dalle Terme dei Papi;
2) I quantitativi di acqua termale utilizzata e/o consumata singolarmente nei reparti dedicati alle cure terapeutiche termali (impianti trattamenti balneo-fangoterapici, impianti trattamenti estetici, piscina termale, etc).
I dati sopra richiesti devono essere forniti con riferimento alle quattro stagionalità.

Il Comune rispondeva in data 9 giugno 2006 allegando la relazione del 6/giugno/2006 effettuata dal Direttore della Miniera Prof. Giuseppe Pagano. Da questa relazione si evince che nella visita alla Centrale Termica fu trovato un serbatoio “di circa 5 mc. dove arriva acqua termale proveniente dal “pozzetto” ma, volendo anche dal Bullicame. La portata addotta non è nota e, quantomeno è variabile considerata la presenza di saracinesche con cui è presumibilmente regolabile l’afflusso; ma le dimensioni delle pompe a valle del serbatoio lasciano supporre che il sistema gestisca una portata nell’ordine massimo di 10/15 lt/s. Tale portata alla temperatura media dichiarata di circa 58°-55° C, affluisce ad uno scambiatore di calore costituito da 4 elementi “a piastra” posti in parallelo, dai quali l’acqua termale fuoriesce attraverso tubi in polipropilene del diametro di 110 mm, ad una temperatura dichiarata di 38°C, dopo aver ceduto il calore all’acqua “di servizio” circolante nello scambiatore e destinata al riscaldamento degli ambienti e dell’acqua sanitaria.”
In sintesi il Prof. Pagano ci comunica che nel periodo invernale c’è un prelievo aggiuntivo di 10/15 lt/s di acqua termale che viene usata per riscaldare lo stabilimento delle Terme dei Papi e l’annesso albergo.
Poi a pag. 4 della stessa relazione si calcola che per il riempimento della piscina si usano 25 lt/s + altri 7,5 lt/s per uso della grotta e delle vasche terapeutiche. Tale portata proviene dal “pozzetto” e dalla “callara” del Bullicame.
Dopo altri dettagli sull’uso di acqua termale alle Terme dei Papi, a pagina 5 della stessa relazione viene in sintesi evidenziato che il fabbisogno complessivo giornaliero del complesso in esame è:

In Estate: il giorno 40,9 lt/s e la notte 22,5 lt/s media 31,7 lt/s
In Inverno: il giorno 39,3 lt/s e la notte 32,5 lt/s media 35,9 lt/s

La conclusione della relazione cita testualmente:

“Pertanto al momento il Comune di Viterbo mette a disposizione della Società Gestione Terme all’interno della Miniera Bullicame, per l’alimentazione delle Terme dei Papi:
da un minimo di 30,2 ad un massimo di 43,2 lt/s di acque termali”.

Quindi da 14 lt/s come da delibera n° 452/84 a firma del sindaco Ascenzi si è passati ai quantitativi sopra descritti, certificati dal Direttore di Miniera Prof. Giuseppe Pagano. (v. Allegato 6)


Tutto ciò premesso


In considerazione che: Il Bullicame è il monumento naturale più bello di Viterbo ed è il simbolo della viterbesità. Se il livello dell’acqua della “callara” non raggiunge lo sfioro (intendendo per sfioro il livello di pieno fino all’orlo), esso appare brutto e deturpato. Per le leggi della fisica, il livello della “callara” si abbassa quando dalla stessa, si succhia una quantità di litri superiore alla sua produzione.

In considerazione che: il “pozzetto” riperforato dalle Terme dei Papi, senza alcuna autorizzazione regionale, che attinge 50 metri sotto al livello della “callara”, ha la potenzialità di potere asciugare completamente questo nostro meraviglioso monumento.

In considerazione che: da diverse settimane la “callara” non raggiunge più il livello di sfioro e le pozze al Bullicame o rimangono all’asciutto, o anche non sono comunque balneabili, perché la risibile quantità di acqua termale che vi confluisce tramite una pompetta, arriva alla vasca quasi fredda.

In considerazione: che per quanto sopra detto, decine e decine di viterbesi devono ogni giorno rinunciare a questo loro terapeutico bagno.

In considerazione che: noi dell’Associazione “Il Bullicame”, riceviamo vibrate lamentele da decine e decine di cittadini viterbesi che lamentano soprattutto la protervia di chi succhia da tanto tempo, una quantità di acqua eccessiva dalla “callara”.

Tutto ciò considerato:


Noi dell’Associazione, senza scopo di lucro, “Il Bullicame”, che è stata costituita nel mese di marzo dell’anno 2010, con atto del Notaio Luciano D’Alessandro in Viterbo, che ha all’attivo circa 500 soci e che ha come scopo precipuo quello della tutela della sorgente del Bullicame e delle pozze libere che sono intorno alle varie sorgenti, e che vuole la valorizzazione delle risorse termali di Viterbo, stimolando la nascita di una Città Termale. Riteniamo che questo ambizioso obiettivo si possa raggiungere solo se si razionalizza l’uso delle nostre fonti termali, eliminando sprechi e utilizzi non conformi.


Chiediamo agli Enti in indirizzo di valutare l’opportunità di:


1) Controllare il quantitativo di litri al secondo che vengono prelevati dalle Terme dei Papi perché siano finalmente rispettati i contratti ed i quantitativi di prelievo di acqua termale in essi stabiliti.

2) Fare in modo che il Comune di Viterbo si rivolga al più presto al Tar presentando una memoria che smentisca quella dell’avv. Angelo Angeloni, e stabilisca che le Terme dei Papi non possono prelevare acqua termale, oltre quella stabilita dai contratti, per l’uso geotermico di riscaldamento del proprio stabilimento.

3) Installare urgentemente una saracinesca sulla bocca del “pozzetto”, con una moderna apparecchiatura che consenta in tutti i momenti di controllare e registrare su supporti elettronici la quantità prelevata, in modo di potere sempre controllare tutte le quantità erogate ed i tempi dei prelievi;

4) Installare all’esterno del recinto Terme dei Papi, in luogo accessibile al personale di controllo del Comune, un ripetitore di segnale, che evidenzi in tempo reale i prelievi in corso sulla condotta del “pozzetto”;

5) Eliminare la tubazione che dalla “callara” va verso la piscina della Terme dei Papi. Siccome questa condotta è soggetta a ostruzioni varie per le concrezioni solide che forma l’acqua del Bullicame, e il Comune più di una volta ha dovuto sostituire i tubi a proprie spese, riteniamo più valido e sicuro l’approvvigionamento di acque termali delle Terme dei Papi dal solo “pozzetto”, con la messa in opera di apparecchiature atte ad un monitoraggio opportuno e continuo, che possano generare e registrare tutti i tracciati di prelievo.

Alla luce di quanto sopra nell’eventualità che gli Enti in indirizzo ritengano esistere elementi meritevoli di ulteriori approfondimenti, chiediamo di valutare la possibilità di approfondire le indagini al fine di rilevare eventuali responsabilità da parte di chicchessia, laddove esistano.

Si ringrazia per l’attenzione e si raccomandano tutte la azioni possibili in accordo alle vigenti leggi e ai contratti in essere, a tutela e protezione di tutto il bacino del Bullicame e del monumento più bello e più rappresentativo di Viterbo, citato anche da Dante nel canto XIV dell’Inferno.
(Allegati: 1-2-2bis-3-4-5-6)

Viterbo 8/10/2010

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Altri articoli sul Bullicame:

http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=bullicame+viterbo

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