lunedì 25 ottobre 2010
Mahmoud Ahmadinejad dice la sua a Larry King della CNN: "E s'udì un digrignar di denti.." (La Divina Commedia, Dante Alighieri, Purgatorio Canto XX)
"Un salace dibattito, botta e risposta senza peli sulla lingua, fra un Mahmoud Ahmadinejad in stile Beppe Grillo ed un Larry King sul genere Mike Buongiorno.." (Saul Arpino)
E’ andata in onda sulla CNN l’intervista di Mahmoud Ahmadinejad realizzata da Larry King, in occasione della visita annuale alle Nazioni Unite del presidente iraniano. Contrariamente a quanto avvenuto l’anno scorso, quando King aveva intervistato Ahmadinejad cercando di restare super partes, in quest’occasione il conduttore della CNN ha scelto di indossare chiaramente i panni dell’americano, attaccando il presidente iraniano in modo diretto e univoco su tutte le questioni più importanti attualmente in discussione. In questo modo ha permesso ad Ahmadinejad di ribattere colpo su colpo, finendo per non concedere a King nemmeno un punto in tutta la partita.
Quando King ha chiesto di trattare in modo compassionevole i “turisti” americani che erano sconfinati per sbaglio in Iran un anno fa, Ahmadinejad ha risposto che la sicurezza nazionale viene prima d’ogni altra cosa, e che gli Stati Uniti non si sarebbero certo comportati in modo diverso dal loro, in un caso simile.
Quando King ha chiesto notizie su un agente della FBI scomparso tre anni fa in Iran, Ahmadinejad ha risposto con tagliente ironia che dovrebbe essere la FBI a fare più attenzione a dove vanno a finire i suoi uomini.
Quando King ha detto che il mondo è preoccupato per la possibilità che l’Iran venga in possesso di armi atomiche, Ahmadinejad gli ha chiesto che cosa intendesse esattamente, per il “mondo”? E poi ha aggiunto, con il solito sorriso sornione: “A me risulta che il mondo sia molto grande, e che ci siano moltissimi paesi che non solo non si preoccupano affatto di questa eventualità, ma che vedono addirittura con favore lo sviluppo pacifico dell’energia atomica in Iran”.
Costretto a ridurre la sua definizione di “mondo” a Stati Uniti ed Israele, King si è sentito rispondere: “E perché mai noi dovremmo farci carico di tranquillizzare questo signor Netaniahu? Chi è costui per meritare così tanta attenzione da parte nostra”? E poi ha aggiunto: “Anzi, a quel che ne so io Netaniahu è un criminale professionista che ha ucciso decine di migliaia di civili innocenti, e che andrebbe processato davanti ad un tribunale internazionale. Invece voi siete qui a chiederci di farlo dormire tranquillo di notte”.
E quando King ha provato ad insistere sulla faccenda del rischio atomico, si è sentito rispondere che la bomba atomica è l’arma più orribile di questo mondo. Non solo l’Iran non la possiede e non intende costruirla, ma bisognerebbe piuttosto disarmare al più presto chi la possiede, ovvero gli Stati Uniti e Israele. Sono loro a mettere per primi a repentaglio la sicurezza mondiale, mentre accusano gli altri di farlo.
King a quel punto si è salvato in angolo, chiamando la pubblicità.
Nel segmento successivo King ha deciso di attaccare Ahmadinejad sul fronte dei diritti umani, accusandolo di non permettere le libere proteste in Iran. Per tutta risposta Ahmadinejad gli ha ricordato che poco tempo fa, a Pittsburgh, la polizia ha selvaggiamente caricato i dimostranti che protestavano contro il G8. “E lei mi vorrebbe far credere” ha detto Ahmadinejad alla fine – “che in America invece c’è la libertà di protestare”?
”Ma noi non li mettiamo in prigione, ha provato a replicare King”. Ah, lo ha deriso Ahmadinejad “mi vuole forse di nuovo far credere che gli oltre 2 milioni e mezzo di cittadini in questo periodo in prigione in America sono tutti assassini, criminali o spacciatori di droga”?
A quel punto King ha pensato bene di ripiegare su quello che riteneva il suo asso nella manica, ovvero la famosa donna iraniana condannata alla lapidazione, ma anche in questo caso gli è andata male. Ahmadinejad gli ha risposto serafico che “prima di tutto la condanna definitiva non è ancora stata emessa. In secondo luogo, quella della lapidazione è una storia falsa, inventata di sana pianta da un giornalista tedesco e ripresa subito da tutti i media occidentali. Che fosse vero o no, King non ha saputo replicare, e anche in questo caso ha invocato la pubblicità.
Il terzo round è stato dedicato da Larry King ai rapporti con gli USA e alle sanzioni internazionali. Alla frase di King,“Hillary Clinton ha detto che l’Iran sta soffrendo pesantemente per le sanzioni internazionali”, Ahmadinejad non ha saputo trattenere una mezza risata, e ha risposto che loro sono talmente abituati alle sanzioni, che incombono sull’Iran da circa 30 anni, che ormai non ci fanno più caso. Anzi, ha aggiunto Ahmadinejad, “tutte queste sanzioni hanno finito per stimolare la nostra fantasia, portandoci a trovare soluzioni sempre più nuove e produttive per la nostra economia”. Piuttosto”, ha aggiunto diventando improvvisamente serio, “mi spiega perché gli Stati Uniti si permettono di applicare all’Iran sanzioni molto più gravi di quelle autorizzate ufficialmente dalle Nazioni Unite? Tutto questo non è illegale forse?
“Pubblicità” Di nuovo.
L’ultimo round non poteva che essere dedicato ad Israele, e King è partito all’attacco, dicendo ad Ahmadinejad che “Fidel Castro di recente l’ha criticata per non saper riconoscere il giusto ruolo dell’antisemitismo nel mondo”.
“Guardi” ha replicato Ahmadinejad serafico “proprio ieri ho ricevuto un messaggio da Fidel Castro che mi comunicava di non aver mai pronunciato quella frase. Le sue dichiarazioni sono state completamente distorte, come al solito, dalla stampa occidentale”.
Mentre King barcollava, Ahmadinejad ne ha approfittato per contrattaccare: “Piuttosto, mi dica lei, perché gli Stati Uniti continuano a proteggere e ad aiutare in modo così plateale lo stato di Israele?"
Fingendo ovvietà, King ha risposto: “Perché sei, sette milioni di loro sono stati uccisi durante l’olocausto. Noi siamo un paese umanitario, e li vogliamo aiutare”.
”Ah sì?” ha replicato Ahmadinejad con sarcasmo “davvero quello è il motivo? Allora lei vuole dire che, poiché è appena stato ucciso un milione di iracheni, i sopravvissuti hanno diritto di venire ad esempio in America, e costruire qui la loro nazione?”
King non sapeva più dove aggrapparsi, ma Ahmadinejad non gli ha dato tregua, aggiungendo:
“Durante la guerra, se è solo per quello, sono morti 80 milioni di persone. Questo vuol dire che dobbiamo dare una terra a tutti i sopravvissuti di tutte quelle nazioni”?
Insomma, non c’è stato modo per l’esperto giornalista di portare a casa un solo punto per la sua nazione. Anzi, talmente esperto è Larry King, e talmente brutta è stata la figura che ha fatto con Ahmadinejad, che viene quasi il dubbio che l’anziano “Mr. Bretella” abbia deciso di immolarsi volontariamente, pur di permettere ad Ahmadinejad di dire cose che nessun altro al mondo ha il coraggio di dire. Lui compreso, probabilmente.
Massimo Mazzucco
www.luogocomune.net
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