Quale è la differenza tra il bene ed il male, i buoni ed i cattivi, nell'attuale compagine politica che usa definirsi democratica? E' presto detto ed oltremodo chiara:
- il male, i cattivi sono quei "democratici" i quali pretendono essere loro in persona i salvatori del mondo e per questo son sempre lì ad invocare, certe volte persino a supplicare, voti in sede elettorale al fine di salire ad un qualche trono governativo e da lì ordinare i loro sacri dettami, secondo un falso ideale democratico che vede sempre qualcuno impossessarsi del potere raccogliendo le simpatie di masse ignoranti.
- il bene, i buoni sono quei veri democratici i quali non hanno alcuna intenzione di ascendere ad un qualsivoglia trono politico bensì s'impegnano affinché la popolazione tutta abbia la possibilità, ognuno secondo la propria preparazione ed esperienza, di farsi carico dei poteri esecutivo/funzionali della Res Publica (nazionale o regionale), realizzando così il vero ideale democratico: conoscenza, dunque potere, al popolo.
I primi, i finti democratici, non hanno alcuna reale considerazione del popolo e lo mantengono semi-privo di coscienza e lontano da ogni potere e responsabilità. I veri democratici hanno invece fiducia del popolo, percepiscono loro stessi come una parte integrante di questo, vedono gli altri come altri se stessi e sanno che, inseriti in una organizzazione priva di condizionamenti, di fronte alle varie situazioni, si porranno tutti allo stesso modo, seguendo un buon senso comune, una buona regola ch'è insita non solo in ogni essere umano ma in tutti gli esseri viventi essendo fonte della vita stessa.
I finti democratici ritengono che i pochi ruoli di governo siano oltremodo importanti e che le decisioni che scendono dall'alto ad illuminare gli ignoranti, meschini cittadini qualsiasi siano decisive per il buon andamento della società. I veri democratici sanno bene che la miriade di piccoli ruoli esecutivo/funzionali della Res Publica posseggono un contatto con la realtà quotidiana che inevitabilmente conduce ognuno ad acquisire coscienza delle vere origini dei mali della società e ad impegnarsi con tutto se stesso per cercare di rimuoverle.
Ed è proprio così, infatti, facendo diretta esperienza all'interno dei vari settori della Funzione Pubblica, che i migliori, i più capaci e premurosi ad occuparsi delle questioni collettive, possono, senza alcun insensato, vuoto confronto elettorale bensì sul campo, sulla solida base dei propri meriti e successi, giungere infine a governare il Paese intero.
Aah, che bella la verità! Non c'è bisogno di penare per affermarla perché dilaga da sè. Basta darle un aiuto nel venire alla luce, dopodiché essa s'impone da sola, per la sua propria energia. Che brutto e quanto pesante è invece andare contro la verità! Ecco perché i "democratici" non raccolgono una lira: perché sono falsi, sono finti, perfino perfidi, in quanto usano una parola, di cui ancora poco si conosce il reale significato, per farsi belli ed ascendere per loro scopi personali, ideativi o materiali che siano poco importa, perché anche nel migliore dei casi non vogliono altro che imporre una propria visione del mondo piuttosto che permettere al mondo di esprimersi.
Basta con sterili elezioni politiche. Basta con l'attribuzione a vita dei ruoli/poteri della Funzione Pubblica. Largo ai cittadini e largo ai migliori, affinché, compiendo un regolare percorso di crescita, possano degnamente governare la Cosa Pubblica in ambito locale e nazionale.
Chi cerca voti per sè non è democratico ma proprio in antitesi con il concetto di democrazia. Impegnarsi affinché vi sia piena partecipazione popolare nella Funzione Pubblica è il pensiero e l'atto più nobile e democratico che vi sia, il succo stesso della democrazia.
Danilo D'Antonio - Laboratorio Eudomonia
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