mercoledì 29 settembre 2010

Altra Calcata.. altro mondo... altra economia - Appello per il salvataggio della Città dell'Altraeconomia di Roma

Appello: Non Fermate il Progetto Città dell'Altreconomia

Cari amici,

ci rivolgiamo a tutti voi perché come persone, gruppi, organizzazioni
piccole e grandi cittadine, nazionali e non solo, ci avete incontrato,
conosciuto, sostenuto perché ci siamo impegnati nella sperimentazione di
attività, progetti, reti e realtà di economia alternativa e solidale nella
“CITTA' DELL'ALTRA ECONOMIA” di Roma, all’interno del Foro Boario di
Testaccio.

Questo spazio non è stato un semplice “centro commerciale sostenibile”, un
aggregato di uffici e luoghi di lavoro e di consumo responsabile. E’ stato,
secondo un preciso progetto avviato dalle oltre 60 realtà che hanno animato
il Tavolo dell’Altra Economia cittadino e condiviso con il Comune, uno
“luogo” pubblico importante per Roma. Sale, piazzale, spazi di mostra e di
vendita sono stati frequentati con regolarità da centinaia di migliaia di
persone nel corso dello scorso anno, hanno ospitato oltre 500 eventi tra
convegni, conferenze stampa, eventi, spettacoli, mostre, incontri,
dibattiti, presentazioni, seminari, laboratori, corsi. Centinaia di bambini
e ragazzi delle scuole romane ma non solo hanno imparato in queste occasioni
come crescere, studiare, vivere in modo più consapevole e sostenibile.

La Città dell’Altra Economia, dunque, è un processo, non un semplice
incubatore di progetti e di imprese di “green economy”, come invece pensa il
Comune. Alle richieste di chiarimenti rivolte all’amministrazione, infatti,
l’amministrazione attuale ha risposto che intende procedere con i nuovi
bandi all’insediamento “aperti ad imprese della filiera agricola e biologica
e alle nuove tecnologie per l’ambiente e l’energia”. Mentre per la gestione
degli spazi comuni ad uso pubblico (sala conferenza , spazi espositivi sale
riunioni e piazzale antistante) l’amministrazione non intende più assumersi
la responsabilità della cogestione , ma vuole affidare a terzi la loro
gestione , privatizzando di fatto questi spazi.

La realtà è che così facendo questo progetto verrebbe chiuso perché i nuovi
bandi limiterebbero a sole due aree tra quelle elencate nella Legge
regionale sull'Altra Economia la possibilità di fare attività; quindi nella
città di Roma verrebbe meno quella vetrina che fino ad oggi ha avuto il
compito di mostrare ai visitatori in un sol colpo d'occhio tutto
l'articolato sistema di attività sulle quali poggia l'Altraeconomia.

I nuovi bandi ad oggi non sono ancora usciti. Questo ha creato e continua a
creare un crescente livello di precarietà per le realtà che animano la CAE,
nonché' per i loro lavoratori e lavoratrici. Non è chiaro fino ad oggi, poi,
come il comune intenda gestire la transizione dalla vecchia alla nuova
gestione, che potrebbe facilmente durare lunghi mesi, durante i quali,
evidentemente, la CAE potrebbe rimanere chiusa o priva della maggior parte
delle attività economiche che operano al suo interno.

E ‘evidente quindi che il progetto della Città dell’Altra Economia per la
sua storia ad oggi non è riducibile a questa semplificazione. Chi ha varcato
le sue porte ha avuto la possibilità di partecipare alle oltre 30 linee di
attività - tra cui l’agricoltura biologica, il commercio equo e solidale, il
riuso e riciclo, le energie alternative, il consumo critico, la finanza
etica, il teatro, l’arte, la formazione, la comunicazione e il software
libero, il turismo responsabile - che si sono ispirate ai principi e ai
criteri di lavoro della Carta approvata nel 2004 dal Tavolo dell’Altra
economia e che hanno caratterizzato la vita della Città da quando ha aperto
i battenti il 29 settembre del 2007.

Vi chiediamo di sottoscrivere questo appello per chiedere insieme a noi che
questo laboratorio vada avanti, e che il Sindaco Alemanno chiarisca
pubblicamente le motivazioni che lo portano, nei fatti, a chiuderlo.

Per firmare l’appello vai al sito :http://www.cittadellaltraeconomia.org

Informazioni stampa: Cesare Budoni 349 6040937

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