Se ne potrebbero dire tante sulla scuola perché mille sono le sfaccettature e ci vorrebbe un libro per raccontarle una ad una.
Allora rinviamo ad altri tempi la scrittura del libro e ci soffermiamo sull’attualità di questo agosto 2010. Un mese pieno di ansia, speranze e di disperazione per centinaia di migliaia di persone che aspettano la pubblicazione di graduatorie, che aspettano la convocazione per le nomine annuali, che aspettano la pubblicazione dei nuovi organici di diritto e di fatto, oppure aspettano l’esito del concorso per la mobilità professionale oppure l’esito di una sentenza del Tar e poi quella del Consiglio di Stato.
Gli studi legali di tutta Italia hanno fatto buoni affari finora ospitando, prima, quel personale supplente che, trasferendosi di provincia, ha ottenuto, per via giudiziaria, l’inserimento “a pettine” nelle graduatorie (scontentando così i supplenti nordici indisposti ad essere scavalcati nelle loro posizioni).
Adesso molti altri avvocati stanno lavorando contro la mobilità professionale perchè, in parole povere, gli assistenti amministrativi storici, in attesa di immissione in ruolo, non ci stanno ad essere scavalcati da bidelli e bidelle laureati e titolati che hanno superato i concorsi interni.
Insomma una lotta tra poveri dove i sindacati devono cercare di non inimicarsi quelli che hanno torto e sono di più e tutelando allo stesso tempo quelli che hanno ragione e sono di meno. Intanto il ministero si comporta secondo strategie molto creative.
Corre voce, infatti, ma ci farebbe piacere se fosse infondata, che il ministero non si sarebbe presentato all’udienza dove il Tar ha concesso ai ricorrenti la sospensiva sui concorsi e sulla mobilità professionale. Eppure gli uffici scolastici, tutto l’apparato istruzione e i sindacati avevano fatto tanto per i corsi di formazione (ben remunerati), per organizzare i test e le prove scritte e orali.
Per fortuna negli ultimi incontri sindacali il Miur ha promesso di recuperare la coerenza con l’appello al Consiglio di Stato. Meno male. Sarebbe infatti deprimente se tutta la filosofia e i criteri di mobilità professionale del personale scolastico si rivelasse solo un flop basato sul movimento finanziario dei corsi di formazione preconcorsuale.
Ma l’anima e il cuore sono rivolti, ovviamente, a tutti coloro che… (prosegue)
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