La lunga serie di dati di temperatura e salinità analizzati dal 1900 ad oggi confermano il progressivo riscaldamento delle acque del Mediterraneo. Questo processo si è accelerato a partire dal 1990, in coincidenza con la crescente fase di riscaldamento del clima terrestre.
Il Mare Nostrum non gode d'ottima salute e, seppure con locali oscillazioni, sta manifestando un costante ed inarrestabile riscaldamento da oltre mezzo secolo. Questi sono i risultati assolutamente eloquenti a cui sono arrivati molti studi, anche i più recenti e completi condotti da ricercatori spagnoli, oltre che dall'Istituto Marino specializzato del CNR di La Spezia.
In Spagna, grazie alla collaborazione fra l'Istituto di Oceanografia (IEO) e l'Istituto di Scienze Marine di Barcellona, si è ricostruita la serie più lunga di temperatura e salinità del Mediterraneo Occidentale, dal 1900 al 2008. Nel loro studio, i ricercatori hanno analizzato i livelli di temperatura e di salinità dei tre strati del Mediterraneo: lo strato superiore, compreso dalla superficie fino a 200 metri di profondità (valutazione dell'acqua atlantica in ingresso dallo Stretto di Gibilterra), lo strato centrale fra i 200 ed i 600 metri e quello più profondo dai 600 metri fino ai fondali. I dati sono stati raccolti nel Mare di Alboran, nel Mare fra la Catalogna e le Baleari, Golfo del Leone, Mar Ligure, Mar Tirreno e nel bacino algerino.
E' stato dimostrato che le acque si sono progressivamente riscaldate per tutto il ventesimo secolo, con accentuazione di questo processo dopo la metà degli anni '70 e ancor più dal '90 in poi. L'incremento di temperatura interessa senza ombra di dubbio gli strati profondi (molto più importanti rispetto a quelli superficiali esposti a cambiamenti ciclici per le mutevoli situazioni climatiche) con evidenti correlazioni rispetto alla crescita della temperatura dell'aria dell'Emisfero Nord e con il calore assorbito dall'Oceano Atlantico. Questo ha fatto in modo che il bacino semichiuso del Mediterraneo si prestasse ad essere un ottimo indicatore dei cambiamenti in atto per quanto concerne il clima della Terra su scala più ampia.
Ogni anno la temperatura dello strato profondo del Mediterraneo aumenta di circa 0,002°C ed il suo livello di sale aumenta di 0,001 unità di salinità. Questi cambiamenti, dall'apparenza così minima, si verificano ad un ritmo più rapido dal 1990 e richiedono un enorme quantità di calore, dati i volumi enormi occupati dal mare soprattutto in profondità. Naturalmente, ora questi dati necessitano di ulteriori conferme dal monitoraggio degli anni a venire.
Anche gli studi e le osservazioni condotti in Italia (ISMAR del Cnr di La Spezia) sono arrivati alle medesime conclusioni in merito alla tendenza dell'acqua a divenire sempre più calda e salata. E' stato peraltro appurato come questa tendenza abbia subito la maggiore accelerazione dal 2005: in 4 anni la salinità è aumentata mediamente di 0,024, mentre le temperatura di 0,042°C e si tratta di un trend notevolissimo e superiore agli studi precedenti.
Ciò sta destando dunque non poche preoccupazioni per le possibili conseguenze sui delicati equilibri dell'ecosistema del Mediterraneo, che peraltro potrebbe avere conseguenze diretta sull'Atlantico, visto il canale comunicante di Gibilterra (pur avendo una profondità relativamente ridotta, circa 300 metri): un maggiore apporto di calore e di sale dal Mediterraneo potrebbe ipoteticamente interagire con la circolazione termoalina ed i meccanismi che mantengono in moto la Corrente del Golfo. La circolazione termoalina è causata dalla diversa densità delle acque superficiali rispetto a quelle sottostanti, garantendo il rimescolamento degli strati profondi.
Il Mediterraneo è uno dei pochissimi bacini al mondo ove avviene la convezione termoalina di grandi masse d'acqua: quelle dense (ricche peraltro di CO2) che si producono nel Golfo del Leone, nel Mar Ligure e nel bacino catalano (per effetto di venti freddi e secchi continentali) tendono a sprofondare ed espandersi, innescando così un processo di circolazione verticale e orizzontale dell'acqua, essenziale per la vita.
APPRONDIMENTO Con l'ausilio dei grafici elaborati dal Gruppo Oceanografico dell'INGV, è davvero curioso vedere qual'è l'andamento della salinità durante l'anno (i picchi maggiori si riscontrano in genere fra fine agosto ed inizio ottobre, quindi si tratta di un ciclo connesso con il riscaldamento termico), ma ancor più significativo è il riferimento all'andamento della salinità dell'ultimo decennio (secondo grafico in basso), dal 1999 ad oggi: come possiamo notare, è un grafico che sale con costanza e regolarità. I picchi più alti risalgono appena al 2009, non appare certo così improbabile l'ipotesi che possano battersi già nel 2010.
Andamento dei livelli di salinità sul Mediterraneo negli ultimi mesi, dal maggio 2009 alla fase attuale. Si noti come nel raffronto di maggio, giugno e luglio i livelli di sale appaiono più alti attualmente nel 2010. Fonte Gruppo Oceanografico dell'INGV
Andamento dei livelli di salinità negli ultimi anni, dal 1999 al 2010. I dati confermano il crescente incremento dei livelli di sale. Fonte Gruppo Oceanografico dell'INGV
Quali le cause del progressivo crescente aumento di temperature e salinità degli strati profondi? Non è così facile una risposta, tuttavia sembrano contribuire in misura molto significativa fattori quali la generale diminuzione delle precipitazioni e l'aumento dell'evaporazione che sta interessando l'intero bacino.
Mauro Meloni - Libera Informazione Accademia Kronos
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