"Il 20 marzo 2010 un'allegra combriccola ha lasciato Calcata alla volta di Poggio Mirteto: Serena, Monica, Angelina (del Kazakistan), Paolo, Roberto e Cesare, stipati nel veicolo di questo ultimo. Durante il periglioso tragitto di andata, si sono più volte persi: la Sabina si sa di ratti, intesi come rapimenti di donzelle, non ne vuole più e la cartellonistica si è adeguata.
A Poggio Mirteto li attendeva una giornata di celebrazioni all'interno del mese dedicato alla figura ed al pensiero di Giordano Bruno. la Banda Garibaldina e le sue squillanti note, i colori dei quadri degli Artisti dell'Apai e la conferenza-dibattito sul pensiero bruniano.
Paolo e Cesare erano appunto relatori ed hanno fatto i loro interventi cercando di mettere in luce qualcuna delle tante facce del poliedrico pensiero del Nolano: Paolo ha insistito sulla non assorbibilità del pensiero bruniano all'interno dell'apparato politico-religioso sorto intorno all'invenzione definita Cristianesimo prima o Santa Romana Chiesa poi; l'Oriente si affacciava infatti troppo fortemente negli scritti di Giordano Bruno per poter essere riportato e costretto negli angusti schemi cronologici messianici e diventava così altrettanto inaccettabile la pretesa di una guida verticistica nella fede e nelle azioni degli uomini (i Saggi in primis): pretesa accampata dal Vescovo di Roma come dall'ultimo curato di campagna (se mai ne esistessero ancora).
Cesare (il sottoscritto) ha invece voluto sottolineare come la figura di Giordano Bruno debba essere liberata dalla sola e monocromatica per giunta iconografia tipica di Campo dè Fiori: il bronzeo martire della libertà, un giorno ineluttabile vincitore. Se un giorno il pensiero di Bruno sarà vincitore lo dovrà anche alla sua levità, alla sua capacità di prendere in giro i potenti, alla sua inesaurita effervescenza: insomma, un invito alla lettura di opere affascinanti e moderne scritte da un uomo coraggioso e divertente, non da un ampolloso martire che assurto a simbolo nessuno più legge.
Il ritorno, più breve per le tante indicazioni chieste ai gentili Sabini, ha visto i nostri eroi discutere di internet, Google ed il suo intrinseco spinozismo. Ma questo è già un altro petalo del fiore della conoscenza: di cui non si sa il colore, la forma, il nome ma soltanto il profumo si può evocare e accendere come grano di incenso: unica scintilla possibile quella sinaptica".
Cesare Foschi
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