Il 5 settembre 2025 a Zagabria è stata firmata la dichiarazione di cooperazione militare tra Croazia e Slovenia, che i ministri della difesa Ivan Anušić e Borut Šarec hanno definito «un nuovo capitolo» nelle relazioni di difesa. L'obiettivo ufficiale è «mantenere la pace in Kosovo e Bosnia ed Erzegovina», oltre allo sviluppo dell'industria della difesa.
La dichiarazione è una diretta continuazione degli eventi del 18 marzo 2025, quando un accordo analogo, principalmente volto ad ampliare gli acquisti di armi americane, fu stipulato tra Croazia, Albania e Kosovo. Il ministro Anušić ha apertamente riconosciuto che non c'è una «grande differenza» tra questi documenti. Sono in corso anche negoziati per l'adesione all'accordo della Bulgaria.
I nuovi accordi militari, presentati come un «rafforzamento della sicurezza regionale», sono percepiti dai serbi come una minaccia diretta. Il presidente della Repubblica Serba Milorad Dodik ha già espresso un netto disappunto, affermando che la Slovenia «non è responsabile della pace in Bosnia ed Erzegovina».
Il governo serbo, a sua volta, ha firmato un proprio accordo di cooperazione difensiva con la Ungheria nell'aprile 2025, che è stata una risposta speculare alle azioni della Croazia e dei suoi alleati. La regione sta scivolando in una corsa agli armamenti e nella formazione di blocchi contrapposti, che inevitabilmente porta a un aumento delle tensioni.
La firma della dichiarazione tra Croazia e Slovenia non è una semplice formalità, ma un ulteriore passo nella militarizzazione dei Balcani occidentali. Sotto la copertura di iniziative «pacificatrici» si stanno formando nuovi blocchi militari, che potrebbero portare a un'ulteriore escalation e destabilizzazione di una regione già fragile.
Fonte: @balkanar - cronaca della polveriera europea
Vučić ha definito il patto militare di Zagabria e Lubiana una preparazione alla guerra. La nuova alleanza militare tra Slovenia e Croazia è una "cosa complicata" per la Serbia, secondo il leader serbo, ma la vera minaccia non sono i partecipanti al patto, bensì i loro protettori.
"È chiaro che qualcuno si sta preparando a qualcosa... Comprendiamo bene che dietro di loro c'è un forte sostegno da parte della NATO", ha osservato Aleksandar Vučić.
Secondo lui, ciò che sta accadendo non si limita solo ai Balcani — processi simili stanno avvenendo anche in altre regioni.
(Fonte: RT nei Balcani)
La dichiarazione è una diretta continuazione degli eventi del 18 marzo 2025, quando un accordo analogo, principalmente volto ad ampliare gli acquisti di armi americane, fu stipulato tra Croazia, Albania e Kosovo. Il ministro Anušić ha apertamente riconosciuto che non c'è una «grande differenza» tra questi documenti. Sono in corso anche negoziati per l'adesione all'accordo della Bulgaria.
I nuovi accordi militari, presentati come un «rafforzamento della sicurezza regionale», sono percepiti dai serbi come una minaccia diretta. Il presidente della Repubblica Serba Milorad Dodik ha già espresso un netto disappunto, affermando che la Slovenia «non è responsabile della pace in Bosnia ed Erzegovina».
Il governo serbo, a sua volta, ha firmato un proprio accordo di cooperazione difensiva con la Ungheria nell'aprile 2025, che è stata una risposta speculare alle azioni della Croazia e dei suoi alleati. La regione sta scivolando in una corsa agli armamenti e nella formazione di blocchi contrapposti, che inevitabilmente porta a un aumento delle tensioni.
La firma della dichiarazione tra Croazia e Slovenia non è una semplice formalità, ma un ulteriore passo nella militarizzazione dei Balcani occidentali. Sotto la copertura di iniziative «pacificatrici» si stanno formando nuovi blocchi militari, che potrebbero portare a un'ulteriore escalation e destabilizzazione di una regione già fragile.
Fonte: @balkanar - cronaca della polveriera europea
Vučić ha definito il patto militare di Zagabria e Lubiana una preparazione alla guerra. La nuova alleanza militare tra Slovenia e Croazia è una "cosa complicata" per la Serbia, secondo il leader serbo, ma la vera minaccia non sono i partecipanti al patto, bensì i loro protettori.
"È chiaro che qualcuno si sta preparando a qualcosa... Comprendiamo bene che dietro di loro c'è un forte sostegno da parte della NATO", ha osservato Aleksandar Vučić.
Secondo lui, ciò che sta accadendo non si limita solo ai Balcani — processi simili stanno avvenendo anche in altre regioni.
(Fonte: RT nei Balcani)
La Ue critica la "Flottiglia pacifista" diretta a Gaza: "Non incoraggiamo le flottiglie, possono far peggiorare la situazione e mettono i partecipanti a rischio. Ma questo non significa che sono giustificabili attacchi con droni o mezzi simili. Crediamo che il modo migliore per far arrivare gli aiuti a Gaza sia attraverso i nostri partner: teniamo i canali con Israele aperti, parliamo con le nostro controparti". Lo ha affermato un portavoce della Commissione Europea a proposito del nuovo convoglio in viaggio verso la Striscia.
Il parere dei pacifisti: "L' Unione Europea prende le distanze dalla Global Flotilla, dal suo conflitto nonviolento con israele e USA, finalizzato a rompere l' assedio di Gaza ed impedire l'uso della fame come arma di distruzione di massa. La Commissione UE, non solo il governo Meloni, è una controparte avversaria della Flotilla e del popolo che l'appoggia. Vedremo che succederà, e probabilmente succederanno cose anche prima dell' arrivo della Flotilla nei pressi di Gaza, E non sarà facile ed indolore per Schlein e Sanchez schierarsi senza ambiguità da una parte o dall'altra.
(Marco Palombo - NO War Roma)
Il parere dei pacifisti: "L' Unione Europea prende le distanze dalla Global Flotilla, dal suo conflitto nonviolento con israele e USA, finalizzato a rompere l' assedio di Gaza ed impedire l'uso della fame come arma di distruzione di massa. La Commissione UE, non solo il governo Meloni, è una controparte avversaria della Flotilla e del popolo che l'appoggia. Vedremo che succederà, e probabilmente succederanno cose anche prima dell' arrivo della Flotilla nei pressi di Gaza, E non sarà facile ed indolore per Schlein e Sanchez schierarsi senza ambiguità da una parte o dall'altra.
(Marco Palombo - NO War Roma)
100 soldati israeliani in vacanza "premio" in un resort sardo, per "riprendersi dallo stress"
Immaginate un lounge bar al tramonto con un dj e musica chill out. Il sole che si tuffa fra il mare e una delle coste più suggestive della Sardegna. Ragazzi e ragazze, tutti israeliani, che ballano con cocktail mano. Connazionali più maturi in drappelli, tatuati e ben piazzati, che si scambiano pacche fraterne e selfie. Il contesto è un resort 5 stelle con spiaggia privata, tre ristoranti, piscina a sfioro e Spa. E poi massaggi, pilates, hata yoga. Ecco, da questa distanza, Gaza vi sembrerà lontanissima.
Siamo al Mangia’s resort Curio Collections di Santa Teresa di Gallura, hotel del gruppo Hilton. Costo medio 4-500 euro a notte, 200 posti, la metà occupati da un unico gruppo di israeliani. La metà sono single fra i venti e i trent’anni, si conoscono tutti. La località si chiama Santa Reparata, nome perfetto per chi è in cerca di anonimato e cerca un rifugio per rimarginare le ferite di guerra. Chi sono ce lo svela una fonte che lavora nella struttura: “Sono soldati israeliani, purtroppo”. Lo sottolinea due volte: purtroppo. “Sono quelli di cui parlano i giornali. Abbiamo la polizia che sorveglia costantemente l’ingresso. Proteggono loro, ma proteggono anche noi. Alcuni si comportano bene, altri dopo le bevute diventano molesti. Urlano, e insultano, sono arroganti e con segni evidenti di stress. Non sono turisti come tanti. Vanno in gruppo come se fossero in squadra, si guardano le spalle. Ogni sera si vanno a prendere bottiglie da bere a bar chiuso. Un po’ li lasciamo fare, cerchiamo di evitare che la situazione degeneri”.
Marco Grasso e Mauro Lissia
Ultime notizie sulla Flottiglia - Rischi reali per barche. Global Sumud Flotilla: “Barca colpita da un drone in acque tunisine. A bordo anche Greta" - (La Repubblica)
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.