mercoledì 15 maggio 2024

Nakba. Dal 1948 ad oggi la pulizia etnica sionista continua…

 


Nakba è il termine che indica il giorno dell’esodo forzato di 700 mila palestinesi il 15 maggio del 1948, dopo la nascita dello Stato di Israele.
Tra 750.000 e 1 MILIONE di palestinesi indigeni furono allora costretti a lasciare le loro case e la loro terra dalle milizie sioniste e, successivamente, dell’esercito israeliano.

L’occupazione della Palestina e la cacciata dei suoi abitanti originari fu benedetta dalle nazioni “civili” che spalleggiavano il sionismo malgrado
la Risoluzione ONU n. 194 (11 dic. 1948) sull’irrinunciabile Diritto al ritorno dei profughi arabi a Gerusalemme e nei territori che la Risoluzione n. 181 assegnava ai palestinesi (Stato arabo). Tutto inutile.

Israele spera ora di realizzare la parola d’ordine e fare della Palestina “una terra senza popolo”. Come aveva previsto Albert Einstein, il sionismo trova le sue ragioni nell’eredità genocida nazifascista…  

Ed oggi una nuova Nakba incombe sugli abitanti di Gaza e della Cisgiordania, una Nakba che è più crudele di un “esodo”, trattasi in realtà di uno sterminio, un genocidio, perpetrato dall'esercito  sionista in barba alle delibere dell’ONU e della riprovazione del mondo “civile”.

(P.D’A.)




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