mercoledì 8 giugno 2011

TAV, redde rationem in Val di Susa - Appello di Ezio Bertok per la mobilitazione generale!




Carissime/i,
la situazione in Valsusa sta diventando veramente delicata: a questo punto è molto probabile nei prossimi giorni (o prossime notti) una prova di forza voluta dal governo, da partiti di maggioranza e di minoranza, dall'associazione degli industriali di Torino e chissà da quanti altri. Il nuovo sindaco di Torino, Fassino, incontrerà domani Maroni sul problema TAV e gli chiederà "di fare i passi necessari per l'avvio del cantiere". Quali siano questi passi è facile immaginare, viste le posizioni assunte dal PD torinese.

Vi proponiamo un appello urgente di solidarietà con la Valsusa: fatelo girare più che potete, in rete, sui giornali locali, tra i vostri contatti; dateci la vostra adesione e chiedete l'adesione di tanti singoli cittadini, associazioni, esponenti del mondo della cultura... insomma, fate voi.

Di seguito l'appello. Lo trovate anche su www.notavtorino.org con le informazioni per aderire: per il momento potete inviare un email a postmaster@notavtorino.org con oggetto"valsusa" e indicare il vostro nome (se l'adesione è a titolo personale) oppure l'associazione/comitato/movimento/ecc. per cui date l'adesione.

La Val di Susa è pronta a rispondere a questa ennesima provocazione come ha sempre fatto: con migliaia di persone, in modo pacifico ma assolutamente determinato. Impedire l'installazione di questo primo cantiere è oggi il nostro primo obiettivo, domani vedremo.
Ricevere molta solidarietà e tantissime adesioni al nostro appello ci può essere di grande aiuto.
E chi può venga al presidio della Maddalena di Chiomonte
Un abbraccio
Ezio (Comitato notav Torino)

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Ezio Bertok
(011.702857 - 333.7640360)

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Appello per la democrazia e il rispetto della legalità in Val di Susa

Premessa
In questi giorni la Val di Susa sta vivendo momenti di tensione che ricordano quelli dell’autunno 2005 quando fu usata la forza per imporre l’apertura di un cantiere in vista della realizzazione del TAV Torino-Lione. Da allora nessun cantiere è stato aperto ma le promesse di governi di diverso colore di aprire un dialogo e un confronto con le istituzioni locali si sono dimostrate un inganno e le amministrazioni democraticamente elette, critiche sulla realizzazione della grande opera, non sono state riconosciute dal governo quali interlocutori affidabili e sono state estromesse dai tavoli di confronto.

Decine di migliaia di persone chiedono semplicemente di essere ascoltate, chiedono un confronto vero, pretendono che alle loro ragioni - scientificamente documentate -si risponda entrando nel merito. In cambio ricevono insulti e l’accusa di voler difendere il loro piccolo cortile, di volersi opporre al progresso, di non rispettare le regole: slogan e accuse infondate in risposta ad argomenti seri, a pratiche di protesta pacifica, all’utilizzo rigoroso di ogni spazio previsto da leggi e procedure.

L’opposizione al TAV Torino-Lione è diventata in questi anni un esempio di partecipazione democratica dal basso, di democrazia vera, di resistenza all’illegalità ed al sopruso in difesa dei beni comuni: un’opposizione popolare che può contare sul sostegno della comunità montana e di ben 24 consigli comunali.

Viceversa il governo e le potenti lobby che governano l’economia e la finanza, con l’appoggio di partiti di maggioranza e minoranza, non hanno esitato a stravolgere procedure, infrangere leggi e ingannare l’Unione Europea pur di assicurarsi un grande business da cui anche la grande criminalità organizzata e le mafie contano di trarre profitto. Hanno scatenato una grande campagna mediatica per nascondere le dimensioni e le ragioni dell’opposizione, per screditare il movimento notav presentandolo come covo di estremisti e sovversivi: la criminalizzazione del dissenso è un’arma micidiale a cui ricorre solo chi disprezza il confronto democratico e le regole condivise.

Il 7 giugno 2011 fallito ogni tentativo di comprare il consenso e la benevolenza di cittadini e sindaci, il governo sta preparando una nuova prova di forza: il Prefetto assicura che “sarà il Questore a decidere tempi e modi” per installare il primo cantiere. E mentre la campagna di disinformazione si intensifica rispuntano le intimidazioni mafiose e le provocazioni che si ripetono puntuali dal 2005 ad oggi, dagli incendi dolosi dei presidi notav alle buste con le pallottole. In nessun caso indagini serie hanno portato a individuare i responsabili, ogni volta il movimento notav ha denunciato la natura mafiosa di tali gesti, ha riaffermato e rivendicato con orgoglio il carattere pacifico della propria lotta, ha invitato a cercare esecutori e mandanti tra chi ha interesse ad avviare i cantieri.

Se questo è il quadro non possiamo rimanere indifferenti, non possiamo rimanere in silenzio e ci rivolgiamo a singoli cittadini, associazioni, sindacati, movimenti, esponenti del mondo della cultura affinché si uniscano a noi in questo appello.


Appello per la democrazia e il rispetto della legalità in Val di Susa

Come singoli cittadini, associazioni, sindacati, movimenti, esponenti del mondo della cultura:

x rifiutiamo l’idea che la realizzazione di una grande opera possa ridursi ad un problema di ordine pubblico

x condanniamo senza riserve l’invito ad usare la forza e a militarizzare il territorio lanciato nei giorni scorsi da rappresentanti del popolo eletti in Parlamento, da alcuni partiti e da alcune associazioni di imprenditori

x denunciamo il disprezzo delle più elementari regole della democrazia e pretendiamo dal governo il rispetto della legalità, il rispetto dei diritti dei cittadini, il rispetto nei confronti della amministrazioni locali democraticamente elette

x respingiamo il ricatto e le strumentalizzazioni secondo cui chi si oppone al TAV non difende il lavoro: al contrario la realizzazione di questa grande opera inutile penalizzerebbe pesantemente le economie locali in cambio di pochi posti di lavorio precario e privo di tutele e di diritti, mentre un diverso utilizzo delle risorse pubbliche creerebbe numerose opportunità di nuova occupazione

x le ragioni di chi si oppone a questa grande opera inutile, devastante, che sottrarrebbe enormi risorse economiche ai servizi pubblici di tutto il paese sono le nostra ragioni: non ci rassegniamo all’idea che il nostro futuro possa essere deciso da quell’intreccio perverso tra politica, affari e criminalità organizzata che governa ampie aree del nostro paese e inquina la nostra società.

Il nostro riferimento continua ad essere la Costituzione, quella Costituzione nata dalla Resistenza e oggi troppo spesso violentata. Per queste ragioni esprimiamo la nostra solidarietà alla resistenza notav e ci impegniamo a sostenerla concretamente.

Invitiamo a diffondere questo appello e a raccogliere nuove adesioni (per aderire: www.notavtorino.org)

Con l'adesione del Circolo vegetariano VV.TT.
e della Rete Bioregionale Italiana

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